Terzo Polo, Calenda: “Nulla di fatto, così il partito unico non nasce”

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Il leader di Azione al termine del comitato politico ha commentato: “Italia viva ha ribadito che continuerà a fare attività politica nel 2024, cosa che per noi è inaccettabile”. Il confronto continuerà anche giovedì. Iv: “Accordo su tutti i punti tranne soldi e Leopolda”

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Sembrava essere arrivata la tregua nel Terzo Polo, fatta di dichiarazioni rassicuranti e prove di ricongiungimento. Ma al termine del comitato politico di Azione e Italia Viva, riunito d'urgenza per ricomporre le fratture, Carlo Calenda ha commentato: “Un nulla di fatto. Italia viva ha ribadito che continuerà a fare attività politica nel 2024, cosa che per noi è inaccettabile”. Il leader di Azione ha aggiunto che “non si può pensare che nasce un partito e due altri continuino a fare la propria attività, per cui Renzi fa politica con Iv mentre nasce un altro partito. Questo non è possibile". In serata si era votato un nuovo documento che definisce le tappe e il percorso del soggetto "unitario". Restano però i veleni, il rammarico per una polemica "inutile" e la sensazione che "il progetto non abbia sviluppi futuri". Preoccupazioni condivise da entrambe le parti. "Ci rivedremo domani sera, ma se questo punto non viene sciolto il partito unico non nasce. Mi rifiuto di portare una comunità a fare una cosa che ha come esito un impantanamento incomprensibile per gli italiani", ha aggiunto Calenda.

Iv: “Accordo su tutti i punti tranne soldi e Leopolda”

"La riunione si è conclusa con l'accordo su tutti i punti e con l'aggiornamento a domani sulle ultime due questioni”, ha fatto sapere l’ufficio stampa di Italia Viva. “Rimangono aperte la questione soldi, su cui IV è disponibile a pagare il 50% delle spese e sulla  richiesta di Calenda di non fare mai più la Leopolda.Su tutti gli altri punti accordo pieno sulla base del documento presentato da Azione. Lo scioglimento di IV e Azione sarà contestuale all'elezione del nuovo segretario nazionale. Calenda ha chiesto a tutti i membri del comitato politico uscendo di fare dichiarazioni distensive e poi ha fatto il contrario, come sempre".

Renzi: “Verso il partito unitario”

L'impresa del Terzo Polo in serata sembrava destinato a ripartire, seppur a fatica. Dopo ciò che lo stesso Renzi aveva definito uno "stop and go disorientante", il leader di Italia Viva non aveva mostrato turbamenti: “Sono in una fase zen, non rispondo alle polemiche". E aveva rilanciato: “Ci vedremo a Napoli il prossimo 10 giugno all'assemblea nazionale di Italia Viva per approvare la costituzione del percorso verso il partito unitario". Perché il partito unico, dalle parti di Italia Viva, è diventato "unitario". Lo aveva già anticipato Roberto Giachetti. Una sfumatura che sottolinea le differenze emerse nella ultime ore su leadership, finanziamenti e regole congressuali.

Scioglimento partiti entro il 2024?

Nella bozza della roadmap circolata prima delle dichiarazioni di Carlo Calenda, lo scioglimento dei due partiti era previsto entro il 2024, il tesseramento unico. Ci sono persino le date dell'assemblea costituente: 28 e 29 ottobre. Ma sembrano essere in pochi, allo stato a crederci davvero. Nei corridoi della Camera, volti cupi, poca voglia di parlare. Prevale il dispiacere per una lite consumata "in cortile", tra interviste pubbliche e colpi di Twitter. "Le contrapposizioni ci sono state anche nella Margherita", fa notare qualcuno, "ma rimanevano chiuse nelle stanze". E, nelle stanze, gli umori sono neri. A poco sembrano servire gli appelli alla "pacificazione". "Le cose sono messe male", fa notare qualcuno: "il 90% dei parlamentari di Azione vuole chiudere, si sono resi conto di essersi prestati agli interessi di Renzi".

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Fonti di Italia Viva puntavano invece sul "trionfo della ragionevolezza", ma erano sono pronti "a scommettere che vada tutto bene". Anzi, c'era la convinzione che lo scontro possa sopirsi oggi per poi riemergere domani. "Non si può vivere in un clima di sfiducia costante", si mormorava. La sfiducia, in Azione, diventa allarme se si guarda alle "mosse indipendenti" di Matteo Renzi. Che non sono solo quelle editoriali. In molti guardano con sospetto, se non con apprensione, "l'avvicinamento" dell'ex premier a Forza Italia. Il ragionamento di alcuni, è che Renzi non sia interessato alla "fetta ormai minoritaria di Fi rappresentata da Ronzulli e Mulè: non prendono voti e sono certi di rimanere al governo per 5 anni". L'obiettivo, si discute in Transatlantico, è semmai quello di "guardare a tutta Forza Italia". "Se fanno una forza unica con Renzi allora sì che c'è da temere", fa notare qualcuno. I timori sono tutti per le manovre al centro poco dopo le elezioni europee, da qui "l'ultimatum" di Calenda per sciogliere subito Italia Viva. La preoccupazione è che Renzi "resusciti Iv nel 2024 per tornare in gioco".

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