
Attivisti clima, ok in Cdm a ddl con misure contro vandali d'arte. Previsto anche carcere
Dopo le numerose azioni dimostrative dei giovani attivisti per il clima, il governo Meloni ha elaborato un provvedimento ad hoc. Sarà punito con la reclusione da sei mesi a tre anni chi deturpa o imbratta edifici pubblici o di culto ed edifici sottoposti a tutela. Multe fino a 60mila euro per il ripristino. Per chi ha riportato denunce o è stato condannato per vandalismo o danneggiamento di beni culturali tutelati, è previsto il divieto di avvicinarsi a edifici sottoposti a tutela

Il governo Meloni dichiara “guerra" agli eco-vandali e lo fa con un disegno di legge che punta a rafforzare le misure in materia di tutela del decoro, nonché le sanzioni previste dal codice penale per chi danneggia beni culturali, paesaggistici o ambientali. Il provvedimento, su proposta del Ministero della Cultura, è stato approvato nel Consiglio dei ministri di oggi (in foto il blitz alla fontana della Barcaccia)
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Negli ultimi tempi si sono intensificate le azioni dimostrative dei giovani attivisti per il clima del collettivo "Ultima generazione": basti pensare al liquido nero sversato nella fontana della Barcaccia in Piazza di Spagna o alla vernice arancione lanciata da due attivisti contro Palazzo Vecchio a Firenze (in foto), la stessa utilizzata a gennaio per imbrattare Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica
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Queste iniziative sono state stigmatizzate da Fratelli d'Italia, che corre ai ripari con un ddl ad hoc. La versione del ddl approvata oggi prevede multe da 20 a 60mila euro, più sanzioni penali, per quanti distruggano, disperdano, deteriorino o rendano "in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali" e altre sanzioni amministrative, da 10 a 40mila euro per chi "deturpa o imbratta" questi beni o destina "ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione" o "incompatibile con il loro carattere storico o artistico" (in foto il Senato imbrattato)
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Il provvedimento destina i proventi delle multe al Mic in modo che siano impiegati per il "ripristino dei beni". Inoltre, per chi ha riportato una o più denunce o è stato condannato - anche con sentenza non definitiva - per vandalismo o danneggiamento volontario di beni culturali tutelati, è previsto il divieto, da sei mesi a un anno, di avvicinarsi ad una distanza inferiore a 10 metri agli edifici sottoposti a tutela. La trasgressione del divieto comporta una multa che va dai 500 ai 1.000 euro (in foto un blitz in piazza Duomo a Milano)
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Il disegno di legge targato FdI inoltre punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni anche chi deturpa o imbratta edifici pubblici o di culto ed edifici sottoposti a tutela come beni culturali. Nella relazione illustrativa che accompagna il disegno di legge, il relatore Lisei evidenzia come "il diritto di scegliere di compiere azioni di disobbedienza civile" non debba essere "assolutamente confuso con il non-diritto a compiere azioni vandaliche per porre all'attenzione delle persone questo o quel problema o esigenza"
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Per il senatore di FdI si tratta di "un non-principio che non può essere in alcun modo legittimato". Lisei elenca una serie di fatti verificatisi nell'ultimo anno, i quali dimostrerebbero che "l'obiettivo dissuasivo non sempre ottiene il risultato sperato" (in foto il Dito di Cattelan a Milano imbrattato)

"Basti pensare, ad esempio", prosegue il senatore, "a chi ha condotto il veicolo che guidava, un suv Maserati a noleggio, sulla scalinata di Trinità dei Monti (in foto i danni), a chi ha percorso a bordo di uno scooter, sempre a noleggio, una parte del parco archeologico degli scavi di Pompei, a chi ha fatto scii nautico a Venezia nel Canal Grande, ai graffiti sulle mura del Colosseo, alla vernice su una facciata di Palazzo Madama e su altri immobili delle istituzioni pubbliche”

Tali azioni - rimarca ancora Lisei - “hanno una loro gravità e non possono essere etichettate come 'bravate': sono gravi in ambito sociale perché coloro che le hanno commesse o non le hanno considerate affatto un'anomalia comportamentale o le ha commesse sapendo che sono un'anomalia ma non se ne sono assolutamente curati" (in foto il blitz di Ultima Generazione alla Scala)

Matteo Salvini ha subito ricordato la decisione presa dal Consiglio dei ministri, intestando alla Lega la primogenitura dell'iniziativa: "Super multe per vandali e imbrattatori: una proposta di legge che la Lega aveva depositato a novembre", scrive il ministro sui social. Proposta che effettivamente al Senato è stata depositata, con primo firmatario Claudio Borghi, che prevede di modificare addirittura il codice penale, dando anche agli agenti la possibilità di operare arresti in flagranza
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