Giorgia Meloni contro utero in affitto e "ideologia gender": "Donne prime vittime"

Politica

La premier ha attaccato la pratica, definendola “la schiavitù del terzo millennio”. Poi sul tema dell’identità di genere: “Maschile e femminile sono radicati nei corpi ed è un dato incontrovertibile”. Sostegno da Arcilesbica: “Non si è donna essendo di sesso maschile per la sola autodichiarazione”. Arcigay: “Rivendichiamo il diritto all'autodeterminazione di ogni persona”

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Prima l’attacco alla pratica dell’utero in affitto, definita “la schiavitù del terzo millennio”, poi l’intervento sulla cosiddetta “teoria gender” di cui “le donne sono le prime vittime”: è destinata a far discutere l’intervista che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha concesso a Grazia, in edicola domani. Tra i temi toccati, come detto, c’è quello dell’utero in affitto: “È la legge italiana a dire che questa pratica non è lecita, non io. Non credo che commercializzare il corpo femminile e trasformare la maternità in un business possano essere considerate delle conquiste di civiltà. L'utero in affitto è la schiavitù del terzo millennio e non mi rassegnerò mai all'idea che possa essere l'esito di secoli di lotte per i diritti delle donne”.

Meloni: "I bambini hanno il diritto di avere una mamma e un papà"

"Ho avuto la fortuna di avere una madre e una famiglia che non mi hanno mai fatto mancare nulla, ma non posso dire che l'assenza di mio padre non abbia pesato nella mia vita. L'ho capito pienamente quando lui è morto, e mi sono resa conto della profondità della sofferenza che il suo vuoto aveva creato in me – ha proseguito Meloni – Non conosco nessuno che rinuncerebbe a uno dei propri genitori o che sceglierebbe di essere cresciuto solo dal padre o dalla madre. I bambini hanno il diritto di avere il massimo: una mamma e un papà", ha aggiunto la presidente del Consiglio rispondendo alla direttrice Silvia Grilli che le ha chiesto se sia "importante per il bene dei figli avere sia un padre sia una madre? che i genitori siano di sesso opposto?".

Anti-abortion protesters demonstrate with banners reading 'My heart beating means I am alive' in front of the Spanish Congress, in Madrid on February 16, 2023 as Spain prepares to approve a transgender rights law  which also provides for increased access to abortion in public hospitals. - As Spain prepares to adopt a law simplifying the process for self-identifying as transgender, other early adopters are applying the brakes over the complexities involved in this highly sensitive issue. The law is set to be passed on February 16, 2023, to approve a transgender rights bill letting anyone 16 and over change gender on their ID card. That will make it one of the few nations to allow it with a simple declaration. (Photo by OSCAR DEL POZO / AFP)

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“Ideologia gender a discapito donne”

La presidente del Consiglio, nel corso dell’intervista, ha poi toccato uno dei temi più dibattuti in materia di diritti civili: l’identità di genere. “Oggi si rivendica il diritto unilaterale di proclamarsi donna oppure uomo al di là di qualsiasi percorso, chirurgico, farmacologico e anche amministrativo”, ha detto la premier. “Maschile e femminile sono radicati nei corpi ed è un dato incontrovertibile. Tutto questo andrà a discapito delle donne? Credo proprio di sì: oggi per essere donna, si pretende che basti proclamarsi tale, nel frattempo si lavora a cancellarne il corpo, l'essenza, la differenza. Le donne sono le prime vittime dell'ideologia gender. La pensano così anche molte femministe”, ha aggiunto Giorgia Meloni.

Arcilesbica: “D’accordo con Meloni”

E su quest’ultimo passaggio è intervenuta la presidente di Arcilesbica Cristina Gramolini, sostenendo le parole della premier: “Sono d'accordo con la Meloni sul fatto che dare la possibilità ad un uomo di dichiararsi donna, al di là di qualsiasi percorso chirurgico, farmacologico e amministrativo, danneggi le donne. Concordo con il fatto che non si può saltare il corpo sessuato, cioè non si è donna essendo di sesso maschile per la sola autodichiarazione, questo nuocerebbe alla realtà e alle donne , ad esempio negli sport femminili o nelle politiche di pari opportunità". Poi Gramolini ha aggiunto: “Penso anche che l'ideologia gender  è giusta, giusta quando dice che si è uomini e donne nel tempo in modi diversi, che non è naturale la maschilità e la femminilità, mentre è naturale il corpo femminile e maschile. I ruoli sessuali sono storici, i corpi sono naturali”.

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Arcigay: “Rivendichiamo diritto autodeterminazione”

Di tutt’altro tenore, invece, la risposta di Arcigay: “Quella che Meloni definisce sommariamente 'proclamazione' non è un atto arbitrario, un'alzata d'ingegno, un vezzo o un capriccio, è l'affermazione della propria identità di genere. L'identità di genere è la percezione stabile che ogni persona ha di sé. Tutte le persone hanno una identità di genere che è indipendente dal sesso che ci è stato assegnato alla nascita. Gli studi di genere - che non sono un'ideologia ma un ambito di studi che tiene assieme punti di vista anche dissimili - non negano i corpi in cui nasciamo, né la differenza tra essi, ma mettono in discussione i ruoli di genere costruiti socialmente in base a questa differenza e i rapporti di potere che ne derivano”, ha detto la presidente nazionale dell'Arcigay Natascia Maesi. "Rivendichiamo il diritto all'autodeterminazione di ogni persona, il riconoscimento di tutti i percorsi di affermazione di genere sia quelli che prevedono il ricorso a terapie ormonali ed interventi chirurgici, sia quelli non medicalizzati, perché chi ha una l'identità di genere non conforme alle aspettative sociali non ha una patologia da curare e non è una minaccia per la società, tanto meno per le donne, che sanno benissimo cosa vuol dire pagare il prezzo della propria differenza".

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