
Reddito di cittadinanza, Pd accusa governo Meloni: ha cancellato le norme contro le truffe
Il capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani ha criticato l’esecutivo dalle pagine di Repubblica: in Manovra è infatti prevista l’eliminazione degli articoli dall'1 a 13 del decreto-legge n. 4 del 28 gennaio 2019, che aveva introdotto la misura revocata da Meloni. Fra questi punti però c’era anche quello dedicato alle sanzioni riservate a chi se ne era appropriato in modo indebito

"Nella furia di colpire i poveri, hanno finito per premiare i truffatori". Così a Repubblica la capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani ha commentato la "sparizione" delle sanzioni per chi viola le regole per ottenere il Reddito di cittadinanza
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“Nella fretta di abolire una misura che aveva aiutato milioni di persone in difficoltà, il governo ha fatto il condono che, fra i tanti varati in Manovra, forse era l'unico al quale non pensava”, spiega. “Pasticcio, certo, ma di una notevole gravità. Eliminando l'intera disciplina, e dunque anche le norme incriminatrici, si è ottenuto un risultato assurdo”
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E prosegue: “Fatti salvi i reati più gravi come l'associazione a delinquere, vengono abolite le pene per tutti coloro che, per ottenere il reddito di cittadinanza, hanno fatto dichiarazioni mendaci, hanno utilizzato documenti falsi o hanno omesso informazioni dovute. E vengono meno anche le sanzioni per chi omette di comunicare le variazioni di reddito e di patrimonio"
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Per avere una spiegazione, dice Serracchiani, bisognerebbe “chiedere al ministro Nordio. Siamo di fronte a una abolitio criminis, a una situazione che produce effetti per il passato e per tutto il 2023. Chi è stato condannato potrà chiedere la revoca della sentenza, anche definitiva, e lo stesso potrà fare chi verrà condannato nel 2023"

"Nella furia di eliminare le norme che prevedono il reddito ha abolito proprio tutto, pure le sanzioni - conclude Serracchiani - Con l'effetto ultimo di premiare davvero i truffatori. In altre parole, hai premiato chi volevi punire"

Ma cos'è successo esattamente? Nella Legge di Bilancio, all’articolo 318, si legge: “A decorrere dal 1° gennaio 2024 gli articoli da 1 a 13 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, sono abrogati”. Il riferimento è al provvedimento con cui la misura del Reddito di cittadinanza fu introdotta

Vengono perciò cancellati gli articoli dall’uno al tredici. Fra questi c’è il 7, che prevede alcuni sanzioni e che – ricorda Fanpage – al comma 1 dice questo: “Chiunque, al fine di ottenere indebitamente il beneficio di cui all'articolo 3, rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni"

E al comma 2 prosegue: “L'omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio entro i termini di cui all'articolo 3, commi 8, ultimo periodo, 9 e 11, è punita con la reclusione da uno a tre anni”

Secondo il professore di diritto penale all’Università di Milano Gian Luigi Gatta, intervistato da Open, sarebbe stato meglio “abrogare tutti gli articoli meno il 7, oppure dettare un’apposita disciplina transitoria”

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