I due leader smentiscono: “Sorridiamo davanti a certe ricostruzioni strampalate dei giornali”, hanno dichiarato ieri Renzi e Calenda, ma resta forte il dubbio di frizioni tra i due
“Renzi dica se ci sta, entro 10 giorni. Sì o no”. Carlo Calenda vuole il partito unico dei centristi, da lanciare già a marzo. Secondo una ricostruzione de la Repubblica, martedì, al direttivo di Azione, il leader del partito ha rivolto all’ex premier una sorta di ultimatum. L’ex ministro dello sviluppo avrebbe in mente un programma preciso: lanciare il cantiere del partito unico, “cambiandogli nome perché Terzo Polo non funziona”, chiudere rapidamente i tesseramenti di Azione e Iv, per arrivare all’elezione del leader della nuova formazione (che lo vedrà candidato) entro settembre-ottobre. Calenda vorrebbe anche allargarsi “ad altre forze” tipo gli ex sodali di Più Europa, ma anche “altri esponenti del mondo liberale”. I due leader smentiscono: “Sorridiamo davanti a certe ricostruzioni strampalate dei giornali”, hanno dichiarato ieri Renzi e Calenda, ma resta forte il dubbio che le frizioni tra i due esistano.
"Dobbiamo superare le quote"
Calenda vede nel partito unico la via del rilancio. “Dobbiamo superare le quote, chi sta con Azione, chi con Iv. Ci fanno solo male. Anche perché io – avrebbe detto Calenda nella riunione di martedì – ho sostenuto tutti i candidati, andando in giro per mezza Italia, mentre Renzi sosteneva solo i suoi, giustamente, essendo presidente di Italia Viva, al contrario di me, che lo sono di tutta la federazione”. I calendiani sono stati penalizzati nella conta delle preferenze: dei 5 seggi ottenuti dal Terzo Polo nei consigli regionali, 3 sono andati ai renziani, 2 agli esponenti di Azione. Renzi e Calenda si rivedranno lunedì 27, (il giorno dopo le primarie del Pd) quando è stato convocato il comitato politico del Terzo Polo, per decidere una volta per tutte quale strada imboccare.