In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Centrosinistra unito contro il governo, diviso alle Regionali

Politica

Jana Gagliardi

La compattezza trovata sul caso Cospito-Donzelli-Delmastro non è la stessa con la quale il centrosinistra si presenta all'appuntamento col voto, per il quale ha scelto uno schema di alleanze a "geometria variabile". Gli accordi stretti in una regione, cioè, non valgono per l'altra. Anzi, partiti uniti a sostegno di un candidato in Lombardia si ritrovano avversari nel Lazio

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Nella corsa per la poltrona di presidente della Regione Lombardia, Pd e Movimento 5 stelle sostengono insieme il candidato Pierfrancesco Majorino, mentre il Terzo Polo appoggia Letizia Moratti; nel Lazio, invece, sono i 5 stelle a correre in proprio con Donatella Bianchi, sostenuta anche dal Polo Progressista e Sinistra Ecologista, mentre il candidato del Pd Alessio D'amato è appoggiato da Terzo Polo e da Europa Verde Bonelli.

Regionali e primarie, appuntamenti che possono cambiare gli equilibri

I risultati elettorali, dunque, potrebbero avere un peso nel ridisegnare gli equilibri delle alleanze a livello nazionale e anche il futuro assetto del Pd, alle prese con le primarie per la scelta del nuovo segretario,  inciderà non poco. "Con il Pd, che rappresenta tante cose, per esperienza bisogna essere molto cauti: vediamo cosa uscirà dal Congresso", dice infatti il presidente dei 5 stelle Giuseppe Conte. E, del resto, dal Terzo Polo lo stesso leader di Azione rimarca ancora una volta le distanze dal Movimento e avverte: "Non c'è unità nel centrosinistra. Le coalizioni si fanno per governare, non per non far governare gli altri. Altrimenti si finisce per avere un Paese - come è sempre stato - in cui si vota solo contro. E poi il Paese peggiora".

Congresso Pd, verso le primarie: ormai una sfida a due

Dal Congresso del Pd ormai aperto ufficialmente col voto dei circoli - e quindi degli iscritti - per scegliere i due candidati che andranno al ballottaggio finale, i primi dati ufficiali confermano che per la guida del partito la sfida è fra Stefano Bonaccini, in testa con un certo distacco, ed Elly Schlein. Le operazioni di voto continueranno fino a domenica, solo in Lazio e Lombardia si andrà avanti fino al 19 febbraio a causa delle concomitanti elezioni regionali.

Le reazioni di Bonacchini e Schlein

Dal quartier generale di Bonaccini si guarda con ottimismo a questi primi dati, ma anche i sostenitori di Schlein - che sottolineano come il distacco pronosticato fosse maggiore -  sono fiduciosi perchè se la forbice dovesse ridursi nei prossimi giorni renderebbe più aperta la partita nei gazebo, dove peserà anche il cosiddetto "voto d'opinione". Potranno, infatti, votare non solo gli iscritti ma anche i simpatizzanti, purchè registrati. "L'importante è che vengano a votare", ha detto il governatore dell'Emilia Romagna Bonaccini, commentando con soddisfazione i dati sull'affluenza. "Nessun altro partito chiama così tanta gente a scegliere chi lo guida", ha detto, "è una prova di democrazia".

Il caso delle tessere lievitate in diverse regioni

Già dalla partenza però non sono mancate tensioni, in particolare nel Meridione, sui numeri delle tessere lievitati a dismisura negli ultimi giorni, in particolare in Campania e soprattutto Caserta. "A Napoli" - ha detto Franco Roberti, presidente della commissione regionale Pd - "dopo una verifica sulla certificazione sono state tagliate le tessere non regolari". "La stessa cosa non è accaduta a Caserta" - spiega ancora Roberti - "e questo non lo ascrivo direttamente alla camorra ma ad abitudini di gestione opaca e non trasperente". Ricorsi sono stati presentati anche in Calabria e casi si sono registrati in Puglia e Sardegna, ora all'attenzione della Commissione Nazionale per il Congresso.

leggi anche

Primarie Pd 2023, i primi risultati del voto: i numeri non tornano