In vista del Consiglio europeo straordinario del 9-10 febbraio, il presidente del Consiglio prosegue il dialogo con i vertici europei. E dopo il faccia a faccia con Michel, spiega: "Sulle migrazioni servono soluzioni europee". Venerdì il premier sarà a Stoccolma e Berlino, poi forse una tappa a Parigi. Sul tavolo il controllo delle frontiere esterne e gli arrivi sui Paesi di primo impatto, oltre al Piano Mattei per l'Africa
Cambiare l'approccio dell'Unione europea sulla gestione dei flussi migratori e trovare la contromossa più efficace al piano anti-inflazione degli Stati Uniti. Giorgia Meloni si prepara ad affrontare questi due dossier nel Consiglio europeo straordinario del 9-10 febbraio, preceduto da una serie di appuntamenti che si sono aperti oggi con la visita di Charles Michel. Il presidente del Consiglio europeo è arrivato a Palazzo Chigi alle 13.30. Dopo il colloquio e il pranzo ufficiale, sono arrivate le dichiarazioni alla stampa. "A nessuno conviene dividersi su un tema come le migrazioni, significherebbe fare un regalo ai trafficanti di esseri umani", ha detto Meloni che ha poi ribadito come servano "soluzioni europee". E ha ricordato: "Occorre rafforzare la cooperazione con i Paesi di origine e transito dei flussi migratori, l'Italia sta facendo
la sua parte. L'impegno verso l'Africa deve essere di tutta l'Europa e su questo mi pare ci siano importanti punto di contatto". Venerdì il presidente del Consiglio sarà a Stoccolma e Berlino, e potrebbe poi andare a Parigi, nel quadro di un lavoro fra diplomazie avviatosi qualche settimana fa dopo la telefonata di disgelo fra Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron.
Meloni: "Serve coraggio per un fondo sovrano europeo"
"L'Europa deve proteggere le sue imprese e deve farlo con coraggio. Secondo la posizione italiana significa soprattutto flessibilità sui fondi esistenti", ha detto Meloni, nelle dichiarazioni alla stampa dopo l'incontro. "Serve cautela sul rilassamento delle regole sugli aiuti di Stato, l'obiettivo è sostenere le imprese senza rischiare di indebolire il mercato unico. Serve il coraggio - ha aggiunto - di realizzare strumenti come un fondo sovrano europeo". Poi un passaggio anche sull'Ucraina. "Al Consiglio europeo sarà fondamentale riaffermare la costante e forte coesione europea nel sostegno a Kiev".
Michel: "Cooperazione diretta e sincera"
Mentre Charles Michel, nelle sue dichiarazioni, ha spiegato: "Dopo 100 giorni di responsabilità di questo governo volevo fare i migliori auguri al presidente del Consiglio e ringraziare anche per la cooperazione molto franca, diretta e sincera a livello europeo avuta negli ultimi mesi, basata sugli interessi italiani ma anche con la volontà di tutelare l'Unione europea. Quando l'Ue sta bene, sta bene anche l'Italia". Nel contesto della crisi energetica legata alla guerra, la crisi della sicurezza alimentare e a fronte del "piano massiccio di aiuti statali che gli Usa stanno realizzando" sull'inflazione, Michel ha poi sottolineato: "lo dico che le scelte che prenderemo al prossimo Consiglio europeo saranno decisive per i prossimi 10 anni. L'Unione europea ha una carta vincente, è un tesoro costruito con pazienza: il mercato interno" ovvero una "forza economica comune condivisa" e "dobbiamo difendere questo mercato interno".
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L’incontro con Michel
L'appuntamento con Michel chiude il cerchio, dopo che il 3 novembre Meloni, da poco insediata, debuttò a Bruxelles per incontrare i vertici Ue. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha ricambiato la visita una ventina di giorni fa e ora tocca al presidente del Consiglio europeo. A Palazzo Chigi già si registra la soddisfazione per l'importanza prioritaria data al tema del flusso di migranti dal Mediterraneo centrale, e per il fatto che si possa discutere del ruolo delle Ong, “temi che prima erano tabù e su cui il governo ha iniziato a combattere da subito affinché fossero affrontati”. Un “protagonismo”, si ragiona sempre in ambienti dell'esecutivo, che smentisce “chi paventava la nostra inadeguatezza a muoverci a livello europeo”.
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Migranti e Piano Mattei
L'obiettivo italiano è rafforzare il controllo delle frontiere esterne e contenere gli arrivi sui Paesi di primo impatto, e nella strategia di Meloni è cruciale il Piano Mattei per l'Africa, con il doppio fine di garantire le forniture di energia e in parallelo maggiori ricchezze a nazioni dell'area, come Algeria e Libia. Queste prospettive sono delineate nelle prime bozze delle conclusioni del Consiglio europeo, che dovrebbe convergere anche sull’”importanza di una politica unificata ed efficace” su “rimpatri e riammissioni”.
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Gli aiuti di Stato
Più complessa si annuncia un'intesa sulle modifiche alle norme sugli aiuti di Stato, alla luce dei potenziali effetti discriminatori verso le imprese europee provocati dai sussidi a quelle americane previsti dall'Inflation Reduction Act varato dall'amministrazione Biden. Nel “non paper” del Consiglio che sta circolando ci sono due ipotesi: una sostenuta - dalla Francia e dal commissario al Mercato Interno Thierry Breton - prevede un intervento sul modello del Sure, l'altra - caldeggiata da von der Leyen - è per un fondo sovrano, sulla falsa riga del NextGenerationEu, ma l'idea di emettere nuovo debito comune è osteggiata dal cancelliere tedesco Olaf Scholz e dai Paesi cosiddetti frugali: Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Austria, Irlanda, Estonia e Slovacchia. L'Italia considera entrambe le soluzioni, e soprattutto chiede flessibilità nell'uso dei fondi di coesione e del Pnrr per gli aiuti di Stato.