
Mattarella, un anno da presidente-bis: il 29/01 2022 la sua rielezione a capo dello Stato
Sono passati dodici mesi dall’inizio del secondo mandato al Quirinale dell’ex politico Dc, che ha dovuto affrontare in questo periodo diverse questioni interne e anche internazionali, come la guerra in Ucraina e la crisi energetica

Il 29 gennaio 2022 il Parlamento in seduta comune ha rieletto come presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in carica già dal 2015. Il voto, avvenuto all’ottavo scrutinio, ha visto 759 preferenze a favore del capo dello Stato, che così potrebbe diventare il primo a rimanere in carica per 14 anni, dopo che il suo predecessore, Giorgio Napolitano, era rimasto in carica per 9
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IL NO E IL RIPENSAMENTO – In un primo momento, Mattarella aveva espresso la sua contrarietà a un eventuale secondo mandato, sostenendo come il presidente della Repubblica non sia un monarca ed evidenziando la volontà di riposare. Tuttavia, di fronte al pressing dell’ex premier Mario Draghi e dei partiti, non riuscì dire di no: “Prendo atto della situazione: avevo altri piani, ma se serve ci sono”
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L’ANNO DELLE ELEZIONI – In questo primo anno del secondo mandato il presidente ha dovuto inaspettatamente affrontare l’ultima crisi di governo della XVIII legislatura, sciogliendo le Camere e portando il Paese a elezioni. "Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l'ultima scelta da compiere, particolarmente se, come in questo periodo, davanti alle Camere vi sono molti importanti adempimenti da portare a compimento. Ma la situazione politica che si è determinata ha condotto a questa decisione", ha dichiarato Mattarella lo scorso 21 luglio
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L’ESPERIENZA DEL GOVERNO DRAGHI – Visto il ruolo svolto durante la crisi del 2021, il governo Draghi si può considerare una sorta di “governo del presidente”, considerando che fu Mattarella a prendere l’iniziativa e a chiamare l’ex capo della BCE. Nei 20 mesi di vicinanza il rapporto è stato spesso descritto come freddo e distaccato, ma la comunanza di intenti tra i due resta innegabile. Nell’ultimo incontro ufficiale il presidente ha salutato il premier e i ministri ringraziandoli per “l’eccellente lavoro svolto e i lusinghieri risultati ottenuti”
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LA GUERRA IN UCRAINA – Una delle questioni principali di questi primi dodici mesi è stata la guerra in Ucraina: il presidente, nei suoi numerosi discorsi, ha sempre avuto parole chiare. “Nelle prime ore del 24 febbraio siamo stati raggiunti dalla notizia che le Forze armate russe avevano invaso l'Ucraina. Come tutti ho avvertito un pesante senso di allarme, di tristezza, di indignazione. Pensando agli ucraini, mi sono venute in mente queste parole: 'Questa mattina mi sono svegliato e ho trovato l'invasor'”, ha dichiarato lo scorso 25 aprile
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LA CRISI ENERGETICA – Correlata alla guerra in Ucraina è arrivata la crisi energetica, a cui si sono uniti gli effetti dell’inflazione. Anche a questo proposito le parole del presidente sono state piuttosto chiare. “Sul piano energetico, la crisi che si sta sviluppando con l'aumento del prezzo del gas e delle fonti di energia è particolarmente grave. Questo richiede un ripensamento collettivo sulle fonti di approvvigionamento”, ha dichiarato Mattarella lo scorso 8 settembre, in visita in Albania
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L’ESECUTIVO MELONI – Le elezioni del 25 settembre hanno consegnato al Paese un quadro politico chiaro, avviando rapidamente la XIX legislatura. Per il presidente Mattarella non sono stati necessari tanti giri di consultazioni per designare Giorgia Meloni come nuova inquilina di Palazzo Chigi. Al suo esecutivo il capo dello Stato ha riservato parole importanti nel discorso di fine anno: “Il chiaro risultato elettorale ha consentito la nascita di un governo, guidato da una donna: una grande novità. Serve però governare con senso di responsabilità”

IL DISCORSO DI FINE ANNO – Proprio il discorso di fine anno è stato un’occasione per il presidente per riflettere sui 12 mesi: dal secondo mandato “per me inatteso”, alle rivolte in Iran e Afghanistan (“Sono un esempio i giovani dell’Iran, con il loro coraggio, e le donne afghane che lottano per la loro libertà”), fino alle emergenze sociali, legate a disparità, povertà e disagio giovanile

IL COVID – Nel discorso un posto importante lo ha avuto anche il Covid. Il presidente stesso è stato positivo per 2 settimane, dopo la Prima della Scala: evidenziando come i casi e i morti legati al coronavirus non siano scomparsi del tutto, ha ricordato nel discorso di fine anno come “ciò che abbiamo vissuto ha provocato o ha aggravato tensioni sociali, fratture, povertà. Dal Covid, purtroppo non ancora sconfitto definitivamente, abbiamo tratto insegnamenti da non dimenticare”

LA GIORNATA DELLA MEMORIA 2023 – Molto forti le parole del presidente in occasione della Giornata della Memoria 2023. “La Shoah fu un unicum nella storia dell'uomo, pur segnata da sempre da barbarie, guerre, stragi ed eccidi. Per questo mai più a un mondo dominato dalla violenza, dalla sopraffazione, dal razzismo, dal culto della personalità, dalle aggressioni, dalla guerra. Mai più a uno Stato che calpesta libertà e diritti. Oggi però c’è ancora un certo negazionismo, che del razzismo è la forma più subdola e insidiosa”
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