Con l’avvicinarsi delle elezioni regionali in Lazio e Lombardia, i partiti alleati di Fratelli d’Italia mettono i propri paletti: la Lega chiede che la riforma sull’autonomia differenziata venga fatta entro il 2023, Forza Italia sottolinea che nessun provvedimento dovrà mai penalizzare il Sud. E gli azzurri smentiscono i malumori con una nota: “Nessuno può mettere in dubbio il sostegno leale e determinato di Forza Italia al governo”
Con gli strascichi della vicenda del caro benzina che non si sono ancora esauriti, all’interno della maggioranza la tensione rimane alta anche sul tema dell’autonomia e alla luce delle imminenti elezioni regionali in Lazio e Lombardia. Gli alleati del partito del presidente del Consiglio Giorgia Meloni confermano fedeltà all'esecutivo, ma non perdono occasione per puntare i propri paletti, preoccupati dal rischio che Fratelli d’Italia possa “cannibalizzarli” nelle urne.
L’autonomia differenziata
In particolare, il duello tra Forza Italia e Lega si gioca sul terreno della autonomia differenziata: il Carroccio è tornato a chiedere che la riforma sia approvata entro il 2023, gli azzurri, invece, non parlano di date, ma insistono che nessun provvedimento dovrà mai danneggiare il Sud. “Sono sicuro che dopo 30 anni di battaglie - dice Matteo Salvini - grazie a un centrodestra serio e compatto al governo e alla presenza importante della Lega, l'autonomia sarà realtà entro il 2023”. Un modo per rispondere a quello che poche ore prima aveva detto l'altro vicepremier, il coordinatore azzurro Antonio Tajani, ovvero che nessuna riforma potrà mai “penalizzare il Sud”. “L'Italia - ha aggiunto - non deve essere divisa. Siamo al lavoro perché sia una riforma equilibrata e che avvantaggi sia il Nord sia il Sud, ma anche il Centro, ecco perché sui poteri di Roma Capitale dovremo lavorare”.
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La replica di Forza Italia: “Nessuno metta in dubbio il nostro sostegno al governo”
Posizioni nette, che insieme ai malumori sul dossier benzina avrebbero fatto pensare a un acuirsi dell'insoddisfazione, da parte degli azzurri e soprattutto di Berlusconi, nei confronti del governo. Indiscrezioni prontamente smentite da Tajani in una nota redatta, a quanto si apprende, in piena sintonia con Berlusconi. “Nessuno - chiarisce il titolare della Farnesina - può mettere in dubbio il sostegno, leale e determinato di Forza Italia al governo di centro-destra eletto liberamente dai cittadini italiani. Berlusconi, fondatore e padre politico del progetto che ha portato nuovamente alla guida dell'Italia una coalizione alternativa alla sinistra, ha sempre incoraggiato l'attuale governo. E, come tutti noi di Forza Italia ritiene indispensabile che questo esecutivo rimanga in carica almeno per i prossimi cinque anni”. Poi la rassicurazione sulla necessità “di trasformare in realtà gli impegni presi in campagna elettorale con gli Italiani” e la presa di posizione sul fatto che “Forza Italia continuerà a difendere, come ha sempre fatto, le scelte condivise adottate dal governo, senza venire mai meno ai principi liberali, cristiani, garantisti che la caratterizzano”.
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Le smentite
Una nota che compatta Forza Italia con l'obiettivo di chiudere una settimana di incomprensioni e sospetti che anche i ministri si affrettano a smentire. "Assisto a un clima in Consiglio dei ministri di totale unanimità di ispirazione e condivisione di discussioni e decisioni", dice il ministro dell'Interno Piantedosi. “È la solita divisione tra governisti e non governisti, sia in Forza Italia che nella Lega, ma si tratta di normale dialettica”, osserva un big della maggioranza. Ma al di là delle dichiarazioni, le regionali si avvicinano e nessuno vuole perdere terreno. In gioco ci sono gli equilibri futuri del centrodestra in due territori così delicati come Lazio e Lombardia. Maurizio Gasparri, ad esempio, dice che “Forza Italia farà la differenza sia in Lombardia che nel Lazio, come in tutta Italia in termini di qualità e in termini di numeri per l'affermazione del centrodestra”.