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Primarie Pd, corsa a ostacoli per quattro candidati

Politica

Alessandro Taballione

©IPA/Fotogramma

Accordo raggiunto dopo una lunga trattativa sulle primarie online. Il voto digitale sarà permesso per gli studenti fuori sede, gli anziani, i disabili e chi abita in zone troppo impervie per poter raggiungere le sezioni e bisognerà registrarsi entro il 12 gennaio. Le modalità precise verranno stabilite dalla commissione congresso, ma i candidati hanno raggiunto una intesa politica che scongiura una spaccatura importante sulle regole della competizione

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Il successore di Enrico Letta dovrà dare una sterzata ad un partito che dopo il fallimento del progetto di campo largo (l'alleanza con il Movimento 5 stelle) e le tensioni con il Terzo polo di Calenda e Renzi, deve decidere che strada prendere. 

I profili, le storie dei quattro candidati sono molto differenti tra loro. E ogni possibile segretario guarda verso latitudini diverse. Diverse come le correnti. Mai come questa volta il profilo del segretario sarà decisivo per capire che Pd sarà. Anche se dietro i volti nuovi è interessante osservare e capire, come si muovono le navigate correnti interne, in cerca di una figura che possa garantire un posto al sole.  A decidere saranno le primarie, strumento messo in discussione a più riprese anche dall'interno del partito.  La sfida interna potrà servire a rilanciare il partito. In caso contrario porteranno con sè una serie di polemiche che rischiano di offuscare il processo di selezione della nuova guida politica dei Dem. 

 

Stefano Bonaccini, il favorito

E' il presidente della regione Emilia Romagna e non risparmia critiche all'attuale gruppo dirigente. Sta interamente con lui Base Riformista, la corrente guidata dall'ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini e che vede al suo interno esponenti noti come Alessandro Alfieri ed Emanuele Fiano. Molti dei suoi membri sono ex renziani, peraltro come Bonaccini.
Il coordinamento della mozione è affidato al sindaco di Firenze Dario Nardella, accanto al quale troviamo il primo cittadino di Pesaro Dario Ricci, inizialmente candidato alla segreteria, e quello di Brescia Emilio Del Bono. 
Bonaccini conta anche sull'appoggio di due big come Michele Emiliano e Pierluigi Castagnetti, ai quali, secondo i rumors, potrebbero unirsi anche Vincenzo De Luca e Matteo Orfini.
Con lui anche Piero Fassino, che per appoggiare Bonaccini, ha lasciato il correntone guidato da Dario Franceschini.

 

Elly Schlein,  la prescelta 

Enrico Letta l'ha voluta fortemente al suo fianco. Il segretario uscente si dice equidistante ma non è un mistero che vedrebbe di buon occhio la giovane europarlamentare alla guida del Pd. 
Ha deciso di appoggiarla la corrente Area Dem, guidata dal sempre avveduto Dario Franceschini. La candidatura di Elly Schlein ha convinto anche Francesco Boccia con una idea chiara in testa: ricucire con il Movimento 5 stelle per battere le destre. 
Da sempre vicino a Schlein è l'europarlamentare Pierfrancesco Majorino, candidato presidente della Lombardia, mentre sono più recenti gli avvicinamenti delle ex Sardine, esponenti di quel movimentismo grazie al quale la deputata 37enne spera di superare Bonaccini.

Gianni Cuperlo, anima radicale 

Il deputato, nonché ex presidente del partito, è il leader di riferimento della corrente Radicalità per Ricostruire, che ha come principale esponente l'ex ministra ed ex deputata Barbara Pollastrini, ma gode di appoggio anche nell'ambito degli intellettuali.

Cuperlo gode della simpatia di diversi esponenti dell'area Orlando, ma né l'ex ministro della Giustizia né Goffredo Bettini hanno ancora sciolto le riserve. in questo senso, i due big si definiscono a metà strada tra Cuperlo e Schlein, ed il loro posizionamento avrà un peso importante. 

Paola DeMicheli, la spinta dei territori

E' stata la prima a candidarsi alle primarie per la guida del Partito democratico
Ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, De Micheli guida la corrente Rigenerazione democratica, della quale fanno parte diversi amministratori locali. Rispetto agli esponenti nazionali, il quadro è in divenire. Anche perchè ci sono ancora alcuni nomi importanti, come Nicola Zingaretti, di cui la De Micheli è stata coordinatrice della mozione, che non hanno ancora scelto su chi convergere.