Il sottosegretario al Lavoro ha spiegato che sarà approvata una misura ponte per l’uscita di 40-50mila persone, poi ci sarà la riforma. "Spenderemo meno di 1 miliardo per agevolare 40-50 mila lavoratori"
Al capitolo pensioni verrà destinato, a sorpresa, meno di 1 miliardo. "A gennaio non si tornerà pienamente alla legge Fornero – ha detto a la Repubblica Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro -. Avremo una Quota 41 con 61 o 62 anni per il solo 2023, come misura ponte verso la riforma organica che faremo il prossimo anno. Spenderemo meno di 1 miliardo per agevolare 40-50 mila lavoratori. Pensavamo anche a un bonus per chi resta a lavorare, ma la prudenza di bilancio ci induce a rinunciare".
Al lavoro con Calderone e Giorgetti
Claudio Durigon, ha anche ricordato che “con Quota 102 del governo Draghi è stato così”: “Una misura ponte pensata per 16 mila persone e scelta dalla metà. In manovra metteremo una formula che evita lo scalone di gennaio per un gruppo di lavoratori. Quota 41 ci sarà e questo è importante: la stiamo studiando nei dettagli con la ministra del Lavoro Marina Calderone e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti".
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Rivedremo tutte le uscite anticipate
L’obiettivo, ha proseguito il sottosegretario è “separare la spesa per assistenza da quella per la previdenza, per dare un segnale di sostenibilità delle pensioni italiane all'Europa e ai mercati”. Tra gli altri obiettivi: “Penso a una flessibilità in uscita per tutti, a partire da una certa età e tenendo conto che il metodo contributivo sta diventando prevalente tra i lavoratori. Rivedremo tutte le uscite anticipate, con un occhio di riguardo a giovani, donne e mestieri usuranti".