Botta e risposta in Senato tra la presidente del Consiglio, che ieri ha ottenuto la fiducia a Palazzo Madama, ed il senatore pentastellato che, durante il suo intervento, ha puntato il dito su temi quali mafia e neofascismo
Per Giorgia Meloni, nella giornata di ieri, è arrivata la fiducia al Senato ma nel corso dei vari dibattimenti la premier è stata protagonista di uno scontro dialettico con il senatore del Movimento 5 Stelle, Roberto Scarpinato che, nel suo discorso, ha puntato il dito su mafia e neofascismo. (NUOVO GOVERNO, TUTTE LE NEWS IN DIRETTA)
Il discorso di Scarpinato
“Non bastano né la sua presa di distanza dal fascismo storico. Né la cortese condiscendenza del Neopresidente del Senato Ignazio La Russa, al discorso di apertura dei lavori del nuovo Senato della Senatrice Liliana Segre, vittime della violenza fascista, per dichiarare chiusi i conti col passato e inaugurare una stagione di riconciliazione Nazionale”, ha sottolineato Scarpinato in un passaggio del suo discorso. “Solo se e quando, questo Paese avrà piena verità per tutte le stragi del neofascismo e quando dal vostro pantheon politico, saranno definitivamente esclusi tutti coloro che a vario titolo si resero corresponsabili di una stagione di violenza politica, che costituì l'occulta prosecuzione della violenza fascista nella storia repubblicana”, ha poi aggiunto. “Quanto alla fermezza nella lotta contro la mafia mi auguro che valga anche contro la mafia dei colletti bianchi, che va a braccetto con la corruzione. La mia perplessità si regge sul fatto che la vostra maggioranza si regge anche su una forza politica il cui leader…”, stava per concludere Scarpinato. Ma, poi, il presidente La Russa lo ha interrotto per aver superato il tempo previsto per l’intervento.
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La replica di Giorgia Meloni
Pronta la replica della presidente del Consiglio. “Al Senatore Scarpinato vorrei dire che dovrebbe colpirmi che da una persona che ha avuto la responsabilità di giudicare gli imputati nelle aule di tribunale emerga oggi un approccio così smaccatamente ideologico”, ha ribattuto Meloni. “Purtroppo mi stupisce fino a un certo punto perché, vede, l'effetto transfer che lei ha fatto tra neofascismo, stragi e sostenitori del presidenzialismo è emblematico dei teoremi con cui parte della magistratura ha costruito processi fallimentari a cominciare dal depistaggio nel primo giudizio per la strage di via D'Amelio”, ha quindi ribadito.