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Ministero Sovranità alimentare, le cose da sapere sul nuovo dicastero voluto da Meloni

Politica
©Ansa

Con il nuovo governo alcuni ministeri hanno cambiato nome, come quello dell’Agricoltura affidato a Francesco Lollobrigida. La nuova definizione è la stessa usata in Francia e il concetto di “sovranità alimentare” appare anche nei documenti e nelle politiche di molti Paesi e organizzazioni del settore, dall'America Latina al Canada, alle stesse Nazioni Unite e alla Fao

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Con il governo Meloni alcuni ministeri sono stati rinominati. È il caso, ad esempio, del ministero dell’Agricoltura, che ora si chiamerà dicastero dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare. A guidarlo è stato designato Francesco Lollobrigida, 50 anni, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. Il cambio di nome, che deve essere comunque formalizzato, rappresenta la nuova identità del ministero delle Politiche agricole (NUOVO GOVERNO: LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI LIVE - CHI SONO I MINISTRI - L'IDENTIKIT DELL'ESECUTIVO).

Lo stesso ministero esiste in Francia

La definizione di “sovranità alimentare” per un ministero non è inedita: esiste anche in Francia, voluta dal presidente Emmanuel Macron per il dicastero guidato da Marc Fesneau. Proprio con l’arrivo di Macron è stato inaugurato il “Ministère de l'Agriculture et de la Souveraineté alimentaire”, in linea - secondo molti osservatori - con le politiche agricole d'oltralpe, tradizionalmente liberali ma anche molto attente agli interessi nazionali, sebbene provenienti da radici storiche di tutt'altro segno.

Il concetto di “sovranità alimentare” non è nuovo

Anche se in Francia il ministero esiste già, questo non ha impedito a molti in Italia di ironizzare sui social per la scelta di una terminologia da parte del nuovo esecutivo che suona sovranista. Nomi a parte, il concetto di “sovranità alimentare” non è nuovo nei documenti e nelle politiche di molti Paesi e organizzazioni del settore, dall'America Latina al Canada, alle stesse Nazioni Unite e alla Fao. In un documento del 2013 del governo del Quebec, la regione francofona del Canada, la sovranità alimentare veniva indicata al primo posto, con l'obiettivo di mettere al centro la soddisfazione delle esigenze alimentari delle persone e non la massimizzazione del profitto economico, incoraggiare lo sviluppo delle realtà locali ed eliminare gli sprechi.

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Ma il concetto di sovranità alimentare affonda le sue radici ancora più indietro. Il termine è stato coniato nel 1996 da “Via Campesina”, una vasta organizzazione internazionale di agricoltori formata da 182 organizzazioni in 81 Paesi. È stato poi ripreso, come detto, nei documenti e nelle politiche di molti Paesi e organizzazioni del settore. Secondo Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, il concetto di "sovranità alimentare" non è sinonimo di autarchia: "È il diritto dei popoli a determinare le proprie politiche alimentari senza costrizioni esterne legate a interessi privati e specifici. È un concetto ampio e complesso che sancisce l'importanza della connessione tra territori, comunità e cibo, e pone la questione dell'uso delle risorse in un'ottica di bene comune, in antitesi a un utilizzo scellerato per il profitto di alcuni", ha spiegato. Ed è anche, ha aggiunto, "un concetto quanto mai attuale: non a caso Slow Food si occupa di sovranità alimentare, supportando e promuovendo in tutto il mondo i sistemi locali del cibo in grado di combattere lo spreco alimentare".

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Lollobrigida: “In linea con la vocazione di difendere i nostri prodotti”

Riguardo al nuovo ministero della Sovranità alimentare, il neo ministro Francesco Lollobrigida ha dichiarato: "Non è inedito, ce l'hanno anche in Francia e sono quelli che hanno difeso meglio i loro prodotti, quindi riteniamo sia completamente in linea con la vocazione che avremo anche noi, difendere i nostri prodotti". Tre settimane fa, in visita al Villaggio Coldiretti a Milano, sempre Lollobrigida aveva detto: "Il made in Italy è la vetrina dei prodotti migliori che abbiamo nella nostra nazione e che dobbiamo difendere. In questi anni, purtroppo, non abbiamo avuto condizioni di favore". Nel passaggio di consegne con Stefano Patuanelli (M5s), ha aggiunto: “La collaborazione in difesa della produzione italiana è un sentimento che ci accomuna". I motivi di questa scelta politica, nei fatti, li riassume il presidente della Coldiretti Ettore Prandini: "Un impegno per investire nella crescita del settore, estendere le competenze all'intera filiera agroalimentare, ridurre la dipendenza dall'estero, valorizzare la biodiversità del nostro territorio e garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità".

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