Il vertice del partito per fare il punto sui nomi per i ministeri. Strappo di Bossi che fonda la corrente del Nord. Il coordinatore di Forza Italia Tajani a Sky TG24: "Tecnici siano casi non la regola, nessuna frizione con Meloni e Salvini". Calenda: "Alle regionali di Lombardia e Lazio il sistema elettorale non prevede ballottaggio, ne terremo conto per le eventuali alleanze"
Dopo il voto: misure contro il caro-bollette. Da Roma a Berlino: Paesi Ue a confronto
Gli aumenti sul costo dell'energia continuano a preoccupare l'Europa. Mentre Bruxelles discute su come muoversi, molti tra i principali Stati membri hanno deciso di intervenire a livello nazionale per aiutare imprese e cittadini. Questo il tema principale al centro dell'ultima puntata di “Numeri - Dopo il voto”, il format di Sky TG24. GUARDA LA PUNTATA
Meloni: priorità è fermare la speculazione sul gas
"La priorità è fermare la speculazione sul gas. Continuare all'infinito a compensare il costo delle bollette regalando soldi a chi si sta arricchendo sulle spalle di cittadini e imprese, sarebbe un errore". Così twitta la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.
Pensioni, cosa potrebbe cambiare con Giorgia Meloni al governo
Dall’introduzione di “un meccanismo di solidarietà intergenerazionale” alla flessibilità in uscita fino al ricalcolo delle “pensioni d’oro”: ecco cosa propone nel suo programma Fratelli d'Italia
Energia, Meloni ribadisce: "Errore regalare soldi a speculatori"
"La priorità è fermare la speculazione sul gas", conferma Giorgia Meloni che sui social ribadisce la sua strategia in proposito: "Continuare all'infinito a compensare il costo delle bollette regalando soldi a chi si sta arricchendo sulle spalle di cittadini e imprese, sarebbe un errore".
Misiani (Pd): "Forze di opposizione lavorino assieme"
"Credo che le forze di opposizione debbano sempre più lavorare assieme a livello nazionale così come è avvenuto in questi anni in regione" Lombardia. "E' dal lavoro comune e dalla condivisione delle cose da fare che si costruiscono alleanze credibili, non dai ragionamenti astratti che non hanno riscontri nella realtà". Lo dice il senatore Antonio Misiani in una intervista a l'Eco di Bergamo. "Senza dubbio, se andremo da soli, il risultato sarà segnato in partenza anche per le regionali. Se invece riusciremo a organizzare un'alleanza credibile potremo giocarcela visto che il centrodestra ha ottenuto il 50,4% dei voti, mentre le forze alternative nel loro complesso il 49,6". (Il Pd, il congresso e la danza frenetica dei candidati)
Lega, Marcato: "Temiamo caduta nord, non c'è solo Bossi"
"Stanno nascendo altri gruppi, come quello di Umberto Bossi, ed uno è quello di Roberto Castelli ed altri, tutti in Lombardia ed è dovuto ad un malessere diffuso anche in Veneto a seguito della caduta di attenzione sul nord che ha fatto crescere il romancentrico Fratelli d'Italia". A dirlo è l'assessore leghista veneto allo Sviluppo Roberto Marcato nel commentare la proposta di Umberto Bossi di un "Comitato per il nord" interno al partito. Sulla proposta di Bossi "bisogna capire di cosa si tratta - dice -. Il fatto è che comunque è un movimento come altri che stanno nascendo all'interno della Lega e che hanno un'unica spinta: riportare al centro la questione settentrionale". "Il voto a Giorgia Meloni - spiega - ha portato il peso di FdI al nord e, sapendo che non è certo un partito attento alla questione settentrionale, si teme che questa scompaia dall'agenda politica". "Autonomia, federalismo, lavoro e territorio - prosegue -, non sembrano più essere lo scopo della Lega e così c'è chi si smarca e si è cominciato a parlarne all'interno del partito nonostante il segretario sia sempre stata l'espressione unica della linea da seguire, ruolo che oggi non appare più tale". "Non è una critica a Matteo Salvini - conclude Marcato - ma piuttosto al cerchio magico che gli sta attorno".
Calenda: "Regionali? Non c'è ballottaggio, ne terremo conto"
"Domani mi incontrerò con Renzi e parleremo anche delle regionali definendo una linea per il Lazio e la Lombardia". Lo ha detto all'ANSA il leader del Terzo Polo Carlo Calenda, interpellato in merito alle prossime elezioni regionali. Calenda ha poi sottolineato: "Il sistema elettorale è quello che, non prevede ballottaggio e ne terremo conto per le eventuali alleanze".
Energia, Landini: "Rateizzare pagamento bollette in tempi molto lunghi"
''Bisogna pensare a uno strumento che permetta di allungare, in modo molto lungo, il tempo in cui io ti posso pagare le bollette, e occorre fare un fondo'' dove concentrare sia gli extraprofitti sia delle risorse messe dallo Stato ''per affrontare questa situazione''. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervenendo a 'Mezz'ora in più' su Rai 3. ''E poi c'è bisogno di avviare finalmente un piano energetico, noi al governo Draghi lo abbiamo chiesto ad aprile di discutere'', sottolinea il sindacalista. ''Se oggi ci troviamo in difficoltà -secondo Landini- è anche perché in questi mesi ci hanno sempre detto: state tranquilli, non ci saranno problemi, ci metteremo d'accordo con l'Europa, stiamo vedendo di prender e il gas da un'altra parte. Oggi siamo a un punto invece che questa cosa rischia di esplodere''. ''Siamo in ritardo e siamo molto dipendenti dal gas perché negli anni passati gli investimenti sulle fonti rinnovabili non li abbiamo fatti'', prosegue il segretario. ''Abbiamo un problema: gestire l'emergenza, cambiare il modello di sviluppo e fare delle scelte di politica industriale. Queste proposte le faremo anche al nuovo governo'', assicura il segretario.
Governo, i "paletti" di Berlusconi, Tajani avverte Meloni:"Tecnici siano dei casi, non regola"
I 'tecnici' siano un'eccezione, non la regola. Ecco il 'paletto' che Silvio Berlusconi pone a Giorgia Meloni per la formazione del nuovo governo di centrodestra. A parlare a nome del Cav è, come sempre, Antonio Tajani, che in tv smentisce ''frizioni'' con la presidente di Fdi e Matteo Salvini ma manda un messaggio preciso agli alleati: ''Pari dignità per Forza Italia, che significa avere un peso specifico analogo a quello della Lega, visto che abbiamo avuto gli stessi voti. Noi siamo determinanti, siamo per un esecutivo politico, poi se c'è qualche personaggio che nella sua vita ha raccolto un'esperienza tale da essere al governo senza stare in Parlamento, può accadere, ma devono essere dei casi, non la regola...''. Parole che in via della Scrofa suonano come una sorta di monito, a cui nessuno replica, perché in questi giorni di frenetiche trattative, sospese solo in questa domenica dedicata alla famiglia, il silenzio è d'oro. Meglio agire e parlare solo quando ci sono fatti concreti e decisioni da comunicare. Meloni continuerà anche la prossima settimana a fare bilaterali e a tenere contatti a 360 gradi per arrivare a una squadra di alto profilo, con persone di qualità, nell'interesse del Paese. Anche Salvini fa sapere in una nota che ''è impegnato affinché la Lega dia all'Italia la squadra di governo migliore possibile'' e annuncia per martedì un altro Consiglio federale ''per condividere e poi scegliere i nomi più adatti".
e, nuova figura da lei fortemente voluta.
e, nuova figura da lei fortemente voluta.
Energia, Cingolani: "Quantità di gas ci sono, l'Italia sta esportando"
"Siamo al lavoro per sganciare il prezzo dal Ttf Amsterdam. Nei prossimi 2-3 giorni invieremo a Bruxelles decine di linee concordate con altri Paesi e attenderemo la decisione della Commissione", ha sottolineato il ministro della Transizione ecologica.
Energia, Bonelli: "Cingolani simbolo fallimento politiche settore"
"Cingolani viene a raccontare che il problema di oggi non sono le quantità di gas bensì i prezzi: esattamente quello che noi diciamo da mesi, addirittura confermando quello che abbiamo sempre sostenuto, cioè che l'Italia esporta a gas verso Austria e
Germania. Tutte le polemiche della campagna elettorale sono state artatamente volute per distogliere l'attenzione dei cittadini dal reale problema che era quello del prezzo del gas su cui il ministro Cingolani non è intervenuto. La soluzione
c'era e continua a esserci: l'hanno attuata Spagna e Portogallo ponendo un tetto nazionale al pezzo del gas". "Cosa peggiore - dice ancora - non è intervenuto costruendo una norma specifica, rigorosa e ben fatta per restituire gli
extraprofitti pari a 50 miliardi di euro alle famiglie e alle imprese. I comizi o le conferenze che il ministro Cingolani tiene in televisione sono il simbolo del fallimento di una politica che esalta coloro che definisce 'tecnici' ma che, in realtà, si rivelano come grandi fallimenti. Il ministro Cingolari, invece di andare in televisione ad annunciare lo
sblocco di impianti di energia rinnovabile o l'avvio di una grande strategia energetica per rendere l'Italia autonoma, rimane silente, anzi è l'irresponsabile colpevole di questo sabotaggio inaccettabile delle rinnovabili nel nostro Paese".
Germania. Tutte le polemiche della campagna elettorale sono state artatamente volute per distogliere l'attenzione dei cittadini dal reale problema che era quello del prezzo del gas su cui il ministro Cingolani non è intervenuto. La soluzione
c'era e continua a esserci: l'hanno attuata Spagna e Portogallo ponendo un tetto nazionale al pezzo del gas". "Cosa peggiore - dice ancora - non è intervenuto costruendo una norma specifica, rigorosa e ben fatta per restituire gli
extraprofitti pari a 50 miliardi di euro alle famiglie e alle imprese. I comizi o le conferenze che il ministro Cingolani tiene in televisione sono il simbolo del fallimento di una politica che esalta coloro che definisce 'tecnici' ma che, in realtà, si rivelano come grandi fallimenti. Il ministro Cingolari, invece di andare in televisione ad annunciare lo
sblocco di impianti di energia rinnovabile o l'avvio di una grande strategia energetica per rendere l'Italia autonoma, rimane silente, anzi è l'irresponsabile colpevole di questo sabotaggio inaccettabile delle rinnovabili nel nostro Paese".
Cgil, Landini: "Manifestazione 8 ottobre con qualunque governo avesse vinto elezioni"
''Il nostro è un ruolo di difesa della rappresentanza del lavoro. Abbiamo messo in campo le nostre proposte e abbiamo detto, prima ancora che si sapesse l'esito delle elezioni, che sabato 8 ottobre saremmo stati in piazza, qualunque governo ci sarebbe stato''. Lo afferma il segretario della Cgil, Maurizio Landini, intervenendo a 'Mezz'ora in più' su Rai 3. ''E' una situazione di emergenza straordinaria quella che stiamo vivendo e c'è bisogno che, non solo l'Italia, ma anche l'Europa, ascolti il lavoro e rimetta al centro il lavoro'', sottolinea il sindacalista.
Elezioni, Landini: "40% astenuti è allarme per nostra democrazia"
"Quando in un Paese il 40% non va a votare, stiamo parlando di 17 milioni di persone, è un allarme democratico. Nel Sud ci sono posti dove uno su due non è andato
a votare. Significa che siamo di fronte a una crisi della nostra democrazia, significa che non ci si sente rappresentati". Lo ha affermato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, alla trasmissione '1/2hInPiu" condotta da Lucia Annunziata.
a votare. Significa che siamo di fronte a una crisi della nostra democrazia, significa che non ci si sente rappresentati". Lo ha affermato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, alla trasmissione '1/2hInPiu" condotta da Lucia Annunziata.
Energia, Cingolani: "Italia segue linea definita, Meloni informata degli sviluppi"
Incontri con la Meloni? "Ho informato di qualunque sviluppo internazionale di cui mi stessi occupando. Non è che vado lì come Cingolani, ma per l'Italia. E' mio dovere concordare con Draghi e, in accordo con lui, avvisare chi viene dopo che stiamo andando in questa direzione. Stiamo facendo un buon servizio e chi viene dopo ci dice di sì. C'è poca ideologia in questo". Lo ha detto Roberto Cingolani a Mezz'ora in più sulla transizione di governo nel settore dell'energia. Il ministro della Transizione ha spiegato: "In qualunque democrazia avanzata ci sono delle posizioni internazionali, su questoni di rilevanza strategica, su cui una democrazia forte dà un volto unico, questo è il caso. Con esemplare trasparenza l'Italia ha fatto capire di seguire una linea internazionale definita, perché è tecnica. Con i watt si fa poca politica, la sicurezza energetica dipende da watt e metri cubi".
Inflazione, Codacons: "No a bonus a pioggia, nuovo governo inverta la rotta"
''Per affrontare la crisi generata da inflazione e bollette il nuovo Governo deve abbandonare la politica dei bonus a pioggia in favore di misure strutturali in grado di abbattere nel lungo periodo prezzi e tariffe''. Lo afferma il Codacons, che rivolge un appello alle forze politiche. ''Sentiamo in questi giorni demenziali richieste di bonus da 600 euro da assegnare in modo indiscriminato a tutti, come se incentivi a pioggia potessero risolvere il problema del caro-prezzi o abbattere le tariffe di luce e gas'', scrive in una nota l'associazione. ''L'esperienza degli ultimi anni -secondo il Codacons- ha dimostrato in modo incontrovertibile il fallimento della politica dei bonus a pioggia, che non ha risolto le criticità attuali, finendo solo per pesare sulle tasche pubbliche e sottrarre risorse alla collettività, con effetti pesantissimi sulla nostra economia''.
''Per affrontare l'emergenza bollette e prezzi l'unica strada percorribile -dichiara l'associazione- è quella di interventi strutturali e di misure in grado di calmierare sul lungo periodo i listini al dettaglio e abbattere i costi per famiglie e imprese, partendo dal tagliare per tutto il 2023 la tassazione su carburanti e prodotti energetici, eliminare l'Iva su alimentari e beni di prima necessità e bloccare i prezzi di luce e gas, ricorrendo alle autorità di vigilanza per accertare che i tagli alla fiscalità siano traslati sui consumatori finali''.
''Per affrontare l'emergenza bollette e prezzi l'unica strada percorribile -dichiara l'associazione- è quella di interventi strutturali e di misure in grado di calmierare sul lungo periodo i listini al dettaglio e abbattere i costi per famiglie e imprese, partendo dal tagliare per tutto il 2023 la tassazione su carburanti e prodotti energetici, eliminare l'Iva su alimentari e beni di prima necessità e bloccare i prezzi di luce e gas, ricorrendo alle autorità di vigilanza per accertare che i tagli alla fiscalità siano traslati sui consumatori finali''.
Lega, Castelli: "Vedremo chi c'è dietro a Comitato del Nord"
Mi sembra sia un'iniziativa interna alla Lega per Salvini Premier, tanti anni di politica mi hanno insegnato che siamo tutti dentro la caverna di Platone e vediamo solo le ombre. Chi passa dietro le ombre, lo scopriremo": così Roberto Castelli, ex ministro e storico dirigente della Lega, commenta all'ANSA la nascita del Comitato del Nord annunciata ieri da Umberto Bossi. Castelli chiarisce che "Bossi non è assolutamente un'ombra, è una presenza fondamentale, un vecchio leone che lotterà fino alla fine, ma bisogna capire come si sviluppa questa questione. Ho imparato che in ogni iniziativa politica bisogna chiedersi cui prodest? Perché le letture possono essere tante". "Ma - aggiunge Castelli - se il Comitato del Nord parte da una precisa esigenza di portare alla ribalta il dibattito sulla questione settentrionale, assolutamente ben venga. Ma vediamo come si svilupperà e vedremo la vera essenza di questa iniziativa". Nel frattempo Autonomia e libertà, l'associazione fondata dallo stesso Castelli, sabato prossimo manderà una sua rappresentanza all'appuntamento che si svolgerà a Biassono (Monza e Brianza) per l'incontro 'Per il Nord! Riparte la battaglia': "Noi di Autonomia e libertà andiamo avanti come prima - conclude Castelli - sabato andremo all'appuntamento di Biassono perché fortunatamente siamo ancora in democrazia. Per ora siamo ancora all'inizio, in questo momento ci sono più sigle autonomiste e federaliste che elettori".
Remaschi: "C'è tanta Azione nello straordinario risultato in Toscana"
"Siamo molto soddisfatti per il nostro 9,4% fatto in Toscana, di oltre un punto e mezzo sopra la media nazionale, tra le primissime regioni, con la città di Firenze che è arrivata al 13,76. Sì sa, il risultato delle politiche dipende molto dai leader nazionali e il nostro leader, Carlo Calenda, ha fatto un lavoro straordinario, spendendosi in tutta Italia con la grande capacità di trasmettere, meglio di ogni altro, il nostro messaggio politico". Lo ha detto il segretario toscano di Azione, Marco Remaschi, intervenendo sabato 1 ottobre a Prato alla riunione del direttivo e dell'esecutivo regionale del partito. Nel comunicato diffuso da Azione Toscana si cita "anche il grande lavoro fatto da tutti i nostri candidati su tutto il territorio, a cominciare proprio da quello del nostro segretario che correva nel difficile seggio uninominale della provincia di Lucca della camera U03. Hanno dato veramente tutti il massimo e a loro sono andati i ringraziamenti sinceri di tutti gli organi regionali del partito. Sapevamo che l'uninominale, per causa della legge che premia le coalizioni, per noi del Terzo Polo, sarebbe stata una 'Mission Impossible', ma questo non ci ha impedito di conquistare comunque la fiducia di tanti elettori. Menzione particolare per la nostra senatrice uscente, la Pistoiese Barbara Masini, che si è spesa, dando il massimo, in due territori tanto diversi e tanto lontani tra loro: la Toscana nell'uninominale e il Piemonte nel plurinominale. Rimanere fuori per trecento voti è veramente una delusione, ma abbiamo la consapevolezza che questo grande lavoro non andrà certamente sprecato, ma anzi, servirà da trampolino di lancio per le prossime sfide. Il risultato infatti è certamente un bel patrimonio in vista delle prossime amministrative, regionali ed europee da non disperdere". "Azione Toscana, ha concluso Remaschi, "non ha certo intenzione di intestarsi tutto il merito di questo risultato; siamo convinti però che la spinta portata dalle nostre proposte e dalla ventata di novità del nostro modo di fare politica, abbia certamente contribuito in modo determinante al raggiungimento di questo prezioso risultato".
Pd, Morassut: "Serve percorso partecipato per dare vita a democratici"
"Ho avanzato fin dal 2016 in più articoli e libri la necessità di una ‘costituente’ per rinnovare il Pd e lo spirito originario del Lingotto, rimasto peraltro inattuato, ma bisogna intendersi. Una ‘costituente’ non può essere una federazione dei partiti di sinistra, né una scissione mascherata, ma un processo vasto di coinvolgimento di larghi strati popolari e di forze associative che sono ‘democratiche’ ma non vogliono avere nulla a che fare col Pd, ma hanno sete di politica e cercano un contenitore adatto per non restare chiuse nel loro microcosmo di encomiabile volontariato di settore". Così in una nota il deputato Pd, Roberto Morassut. "Per fare questo -sottolinea- occorre partire da un documento fondamentale sui nostri valori e identità affidato a dieci personalità politiche e intellettuali di alto profilo e farlo viaggiare in mille assemblee nei luoghi di lavoro, di studio e nei territori. Il cuore di questo documento dovrebbe partire dal bilancio di questi dieci anni, che ha costretto il Pd a farsi carico di politiche finanziarie di risanamento allontanandosi dalla sua base sociale. Politiche inevitabili e sostenute per salvare l’Italia, che forse oggi non esisterebbe più come nazione, a causa del malgoverno della destra".-
Elezioni, Mons. Suetta: "Sconfitti pensiero unico e relativismo"
La vittoria di Giorgia Meloni ha fatto emergere “una sensibilità del nostro popolo e della nostra storia, segnati da una tradizione di umanesimo cristiano e dunque incompatibile con le esasperazioni espresse dalla cultura di sinistra”. È quanto sottolinea monsignor Antonio Suetta, vescovo della diocesi Ventimiglia-Sanremo, in una intervista a “Charta Minuta”, rivista online della Fondazione FareFuturo.
Rispondendo alle domande del direttore di 'Charta', Mauro Mazza, il vescovo sostiene che “la sinistra ha disertato le vere questioni e necessità della gente per promuovere, anche con una certa violenza politica e propagandistica, pericolosissime ideologie. Le diverse formazioni della sinistra – anche le più moderate e magari a loro dire vicine al mondo cattolico – sono pericolosamente inficiate dalla dittatura del relativismo etico”.
Monsignor Suetta, nel successo di Fratelli d'Italia e del centrodestra, non vede un voto di protesta, ma “il risveglio di un'autentica civiltà politica, capace di riscoprire e rivitalizzare la formidabile tradizione del nostro popolo e di promuovere, specialmente nella famiglia e nella scuola, una sempre più necessaria capacità discrezionale circa i valori autentici su cui fondare la vita dell'uomo e la società”. Quanto all'egemonia del cosiddetto “pensiero unico” in Europa, Suetta è fiducioso che possa essere contrastato dalla presenza della Chiesa e dalle scelte della politica: “L'unione fa la forza ed oggi, qua e là, si notano parecchie e felici crepe nella disinvolta ostentazione del 'pensiero unico', che si candiderebbe a governare il mondo”.
Rispondendo alle domande del direttore di 'Charta', Mauro Mazza, il vescovo sostiene che “la sinistra ha disertato le vere questioni e necessità della gente per promuovere, anche con una certa violenza politica e propagandistica, pericolosissime ideologie. Le diverse formazioni della sinistra – anche le più moderate e magari a loro dire vicine al mondo cattolico – sono pericolosamente inficiate dalla dittatura del relativismo etico”.
Monsignor Suetta, nel successo di Fratelli d'Italia e del centrodestra, non vede un voto di protesta, ma “il risveglio di un'autentica civiltà politica, capace di riscoprire e rivitalizzare la formidabile tradizione del nostro popolo e di promuovere, specialmente nella famiglia e nella scuola, una sempre più necessaria capacità discrezionale circa i valori autentici su cui fondare la vita dell'uomo e la società”. Quanto all'egemonia del cosiddetto “pensiero unico” in Europa, Suetta è fiducioso che possa essere contrastato dalla presenza della Chiesa e dalle scelte della politica: “L'unione fa la forza ed oggi, qua e là, si notano parecchie e felici crepe nella disinvolta ostentazione del 'pensiero unico', che si candiderebbe a governare il mondo”.
Ricci: 'Renzi sogna distruzione Pd, ma si sbaglia'
"Sappiamo da tempo che Renzi sogna la distruzione del Pd, ma si sbaglia anche questa volta perché non glielo permetteremo". Il coordinatore dei sindaci del Pd Matteo Ricci replica sui social alle dichiarazioni di Matteo Renzi sulla fine del Partito democratico. "La sinistra progressista e democratica -assicura Ricci- si può rigenerare dall’opposizione. Mettiamocela tutta, tutti insieme. Combattivi e sorridenti”. Il Pd, il congresso e la danza frenetica dei candidati