Conte: "Governare un domani con il Pd? Ci può stare". Poi il dietrofront: "Io travisato"

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Il leader del M5S, ospite a Mezz'ora, in più sembra aprire all’idea di lavorare con altre forze politiche, poi in un tweet però precisa che i dem hanno "preso un'altra strada rispetto alla nostra. Nelle condizioni attuali con i vertici nazionali del Pd non potremmo nemmeno sederci al tavolo". Sul “listino” dei 15: “Avevamo bisogno di garantire un minimo di continuità, esperienza e di novità”. E di Giorgia Meloni dice: “Non ritengo che al Governo sia un pericolo per la democrazia”

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Governare con altre forze politiche sì, ma a oggi il Pd non è fra queste. A dirlo è il leader del M5S Giuseppe Conte che - dopo un'osservazione detta a Mezz'ora in più che suonava come un'apertura ai dem - ha chiarito su Twitter la sua posizione: "Credo che il mio pensiero sia stato forzato e travisato. Oggi ho dichiarato che mi auguro di governare da solo ma che so anche quanto sia improbabile poter aver un Governo con una sola forza politica. A proposito del dialogo con altre forze politiche come il Pd, a precisa domanda ho risposto che le delusioni che abbiamo incassato ci porteranno ad essere molto più prudenti e intransigenti sul rispetto delle nostre condizioni e dei nostri valori. L'esperienza maturata deve farci ancor più riflettere". E aggiunge: "Mi sembra evidente, peraltro, che ad oggi il Pd abbia preso un'altra strada rispetto alla nostra e alle priorità di governo che abbiamo condiviso nel Conte II. Nelle condizioni attuali con i vertici nazionali del Pd folgorati dell'agenda Draghi non potremmo nemmeno sederci al tavolo. E noi i nostri valori, le nostre battaglie, non li svendiamo. Lo abbiamo già dimostrato, senza paura di pagarne il prezzo" (ELEZIONI: GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - I VIDEO).

“L’accordo con il Pd ha lasciato strascichi negativi”

Ospite a Mezz'ora in più, Conte aveva detto:"In politica pensare di governare da soli, io me lo auguro, ma questo dipende dai cittadini, è un’ambizione molto elevata. Realizzare un monocolore diventa un po’ improbabile, quindi un quadro, una prospettiva domani di dover lavorare con altre forze politiche, come il Pd, ci può stare. Però dico al Pd e ai nostri elettori: le delusioni maturate ci rendono ancora più prudenti e intransigenti. D'ora in poi noi ci siederemo a un tavolo con condizioni più chiare del passato, declinando principi politici ancora più elevati e ambiziosi e non cederemo su nulla". E aveva aggiunto: “L'accordo con il Pd ha lasciato uno strascico negativo. Dopo aver lavorato nel Conte II con una forza politica che volesse operare una svolta rispetto al proprio passato, convintamente progressista, ci siamo trovati spaesati". "Il Pd - aveva aggiunto - ha abbracciato l'agenda Draghi. Lo abbiamo visto timido su alcuni pilastri del Conte II e assolutamente contradditorio su altri pilastri, come l'inceneritore".

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“Listino dei 15? Avevamo bisogno di continuità”

Conte nell'intervista ha parlato poi del cosiddetto “listino” dei 15 per le liste: “Uscivamo dall'applicazione della regola del doppio mandato, abbiamo avuto un ricambio forte. Avevamo bisogno di garantire un minimo di continuità e di esperienza e anche di novità dalla società civile. Mi prendo la responsabilità della proposta di queste 15 figure. Presenteremo delle liste che sono per un quarto figlie di quel listino, e per tre quarti vengono dalle parlamentarie. Mi sembra un giusto mix". Poi ha osservato: "Dicono che Appendino e Patuanelli sono ‘fedelissimi di Conte’. Sono piuttosto fedelissimi del Movimento". E ha concluso: “Io e il Movimento 5 stelle siamo vittime di una conventio ad excludendum, non ci hanno invitato al meeting di Rimini. È chiaro che siamo una forza politica scomoda. Ci sono dei contesti in cui diventa scomodo che partecipi il leader del Movimento 5 stelle".

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“Non credo che Meloni al Governo sia un pericolo per la democrazia”

Conte poi, sulla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, ha detto: “Quando leggo il programma della Meloni lo ritengo per la maggior parte inadeguato. Da cittadino italiano, prima che da politico ritengo che alcune soluzioni sono strampalate. Però non ritengo che la Meloni al Governo sia un pericolo per la democrazia. Abbiamo un sistema di pesi e contrappesi adeguato".

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“Non vedo problemi di collocazione internazionale”

Infine, Conte ha osservato: “Non credo che, col prossimo governo, avremo dei grandi problemi di collocazione internazionale. Devo dire che sono l'unico leader a non essersi premurato di andare a Washington a dire che sono bravo e buono”.

La sede Inps di via dell'Amba Aradam a Roma, 15 aprile 2020. ANSA/CLAUDIO PERI

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