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Elezioni, Letta: "Sfido la Lega in Veneto, il Pd è contrario a presidenzialismo"

Politica

Il segretario dem al Giornale di Vicenza: "Voglio dimostrare che queste elezioni possiamo vincerle, quindi ho deciso di fare un'incursione laddove la partita è più difficile". E sulle liste: "Nel 2018 erano un monocolore renziano, stavolta invece garantiscono il pluralismo interno"

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"Mi candido a Vicenza, sfido la Lega nel cuore del Veneto. Imprenditori, commercianti, insegnanti si ricorderanno di chi ha tradito Draghi preferendo la Meloni. Noi abbiamo ascoltato le imprese, chi voleva stabilità e riduzione delle tasse sul lavoro". Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha postato su Twitter i motivi per cui ha deciso di candidarsi in Veneto per le prossime elezioni politiche del 25 settembre che sintentizzano la sua intervista al Giornale di Vicenza. Al quotidiano berico ha spiegato: "Penso che la nostra campagna elettorale non debba essere in difesa ma in attacco. Fosse stata in difesa mi sarei candidato in Toscana ma così facendo avrei trasmesso il messaggio di un segretario nazionale che si rinchiude nella fortezza protetta. E invece voglio dimostrare che queste elezioni possiamo vincerle, quindi ho deciso di fare un'incursione laddove la partita è piùdifficile, laddove i risultati del Pd sono oggettivamente più bassi che altrove, laddove, soprattutto, il numero di coloro che hanno tradito Draghi è altissimo" (VERSO LE ELEZIONI, SEGUI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA)

"I veneti si ricorderanno chi ha tradito Draghi"

Secondo Letta, in Veneto "la leadership di Zaia sta per finire e noi siamo intenzionati ad uscire dalla marginalita' di questi anni, mettendo tutti e due i piedi in campo. E sì, i veneti si ricorderanno di chi ha tradito Draghi. A maggior ragione ora che l'alternativa al governo Draghi e' manifesta e si chiama Giorgia Meloni. Con la Lega che si e' arresa alla leadership di Fratelli d'Italia. Voglio vedere quale imprenditore veneto, quale commerciante veneto, quale insegnante veneto, facendo un paragone tra quello che avevamo, Mario Draghi premier, e quello che potremmo avere, Giorgia Meloni premier, sceglierebbe la seconda opzione". 

"Combatteremo per evitare il presidenzialismo"

"Sono contrario al presidenzialismo, penso sarebbe un gravissimo errore, per questo combatteremo per evitarlo”, spiega il leader dem in una intervista al Giornale di Vicenza. "E non perché – continua - pensi che il presidenzialismo porti a una dittatura, ma perché la nostra Costituzione è anti-presidenzialista. Chi propone oggi la torsione presidenziale non sta proponendo un aggiustamento della Carta ma la sua cancellazione per andare verso un impianto sbagliato che gioca sull'uomo forte o la donna forte di cui il nostro sistema non sente il bisogno".  "Mi colpisce – aggiunge Letta - che la campagna elettorale del centrodestra sia cominciata con la caduta del governo e sia proseguita con l'attacco a Mattarella di cui sono addirittura state vocate le dimissioni", aggiunge il segretario dem. 

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“Il congresso è ultimo dei problemi, ora unità è reale”

Dopo le elezioni teme si aprirà la partita congressuale nel Pd? PEr il segretario dem "questo è l'ultimo dei problemi. L'unità nel partito è reale e adesso ci dobbiamo concentrare solamente su questa campagna elettorale perche' e' decisiva per l'Italia". 

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“Le liste? Nel 2018 monocolore renziano, oggi pluralismo”

“Non è vero" che nelle liste del Pd sono stati eliminati i non appartenenti alla corrente di Letta, "basta scorrere l'elenco per rendersene conto. Le liste del 2018 erano un monocolore renziano, stavolta invece garantiscono il pluralismo interno", spiega il segretario del Pd. "È evidente che avrei voluto ci fosse più spazio per tutti ma il taglio dei parlamentari ha reso tutto molto complesso e le proteste purtroppo devono tenere conto di questa riduzione", aggiunge Letta. 

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