
Reddito di cittadinanza, dal M5s a FdI: le posizioni dei partiti sulla misura
Se il Movimento 5 stelle chiede che venga rafforzato, il centrodestra compatto sostiene che vada invece cancellato o ridotto. Anche i partiti di centrosinistra sono orientati a modificarlo: ecco le proposte dei vari schieramenti

Il reddito di cittadinanza ha da sempre diviso le forze politiche tra strenui sostenitori e totali oppositori. Il Movimento 5 stelle continua a ritenerlo intoccabile, tanto che una parziale modifica alla misura, inserita nel Decreto Aiuti, è stata una delle cause che ha scatenato la crisi del governo Draghi
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Il Movimento 5 stelle, infatti, punta a rafforzarlo. Ma gli altri schieramenti politici non sembrano sostenere la validità e l’utilità del reddito di cittadinanza. A partire dal centrodestra che vorrebbe abolirlo, fino al centrosinistra che vorrebbe modificarlo: le posizioni delle forze politiche a riguardo
Elezioni, i programmi dei partiti a confronto
La misura di contrasto alla povertà è stata introdotta nel gennaio 2019 e costa tra i 7 e gli 8 miliardi all’anno. Il M5S nel suo programma elettorale punta a rafforzarlo con misure per rendere più efficiente il sistema delle politiche attive e il monitoraggio delle misure antifrode
Reddito di cittadinanza, arriva la stretta: si perde anche rifiutando offerte di privati
Nel centrodestra, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni l’aveva già definito, un anno fa, “il metadone di Stato” e il suo parere non sembra cambiato. Il leader della Lega Matteo Salvini proponeva di rivederlo
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Nel programma del centrodestra si parla genericamente di una sostituzione con misure più efficaci. La proposta di FdI è inserire nuovi sussidi di solidarietà solo per chi ha un Isee basso

Per il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, andrebbe invece ridotta la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza per destinare le risorse che avanzerebbero agli anziani con pensioni basse e agli invalidi

Il Partito Democratico, nel programma elettorale, propone di “ricalibrare il reddito di cittadinanza” per evitare le storture come “l’ingiustificata penalizzazione delle famiglie numerose e con figli minori”. Necessario, poi, implementare “il sistema con un altro meccanismo: l’integrazione pubblica alla retribuzione in favore dei lavoratori e delle lavoratrici a basso reddito”

Se il Terzo Polo era spaccato sul reddito di cittadinanza con il leader di Azione Carlo Calenda che voleva una riforma e il leader di Italia Viva Matteo Renzi che invece l’aveva bollato come un fallimento, ora si sarebbe trovato un accordo
La base è quella tracciata dal premier Mario Draghi, ovvero che si dovrebbe continuare ad aiutare chi non può lavorare. Chi invece può essere occupato e rifiuta l’offerta di lavoro dovrebbe perdere il beneficio

La proposta di Carlo Calenda sarebbe quella di coinvolgere nella riforma del reddito di cittadinanza anche le agenzie private per il lavoro e non solo i centri per l’impiego così da avere più strutture che potranno collocare le persone