Lo stesso giudice ha ordinato l'iscrizione di nove persone che non erano state indagate e l'imputazione coatta per altre sette. Archiviata l'accusa nei confronti di chef Rubio
Devono proseguire le indagini sugli insulti social per diffamazione, con l'aggravante della discriminazione dell'odio razziale, nei confronti di Liliana Segre. Lo ha deciso il gip di Milano Alberto Carboni, che ha ordinato alla Procura di identificare con nuovi accertamenti 86 account, accogliendo di fatto l'istanza ad andare avanti con il procedimento avanzata dalla senatrice a vita, tramite l'avvocato Vincenzo Saponara. Lo stesso giudice ha ordinato l'iscrizione di nove persone che non erano state indagate e l'imputazione coatta per altre sette. La Procura aveva chiesto l'archiviazione per 17 posizioni. Archiviata l'accusa nei confronti di chef Rubio.
Cosa si è visto sui social il 25 aprile
"La più nazista di tutte", "vecchia il popolo italiano non ti vuole", "stanno facendo la raccolta differenziata". Questi sono solo alcuni degli insulti rivolti sui social a Liliana Segre dopo la sua partecipazione alle celebrazioni del 25 aprile a Pesaro. La senatrice a vita, sopravvissuta all’Olocausto, aveva deciso di trascorrere l’ottantesimo Anniversario della Liberazione nella città marchigiana alla quale è particolarmente affezionata e della quale è stata nominata cittadina onoraria. La sua presenza, però, non è stata accolta positivamente da tutti e poco dopo è iniziata l’ennesima invettiva contro la senatrice sulle pagine social del Comune e del sindaco. "Sono parole gravi che andrebbero perseguite dalla giustizia”, ha commentato il primo cittadino Andrea Biancani. “Pesaro è con lei e bene, benissimo, abbiamo fatto a darle la cittadinanza onoraria".