
Superbonus, smart working, extraprofitti: quali sono i nodi aperti del dl aiuti bis
Non tutti i dossier economici di attualità sono entrati nel testo del decreto approvato la scorsa settimana in Cdm. Nulla di fatto ad esempio sulla proroga dello smart working per i lavoratori fragili e per quelli con figli under 14. Ancora da capire anche come si muoverà il governo sulla responsabilità solidale del trasferimento del credito nell'ambito del Superbonus 110%. Il premier Mario Draghi promette poi una stretta sui mancati pagamenti delle percentuali richieste alle aziende che producono energia
Il Decreto Aiuti Bis, approvato in Consiglio dei ministri la scorsa settimana, ha messo sul tavolo altri 17 miliardi di euro per aiutare imprese e famiglie a far fronte al caro prezzi. Non tutti i grandi temi sono però stati affrontati: assenti dal testo del provvedimento sono soprattutto lo smart working e il Superbonus 110%. Ancora aperto anche il discorso sul mancato pagamento delle percentuali sugli extraprofitti delle aziende che producono energia
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SMART WORKING – Nel provvedimento manca innanzitutto la proroga dello smart working per i lavoratori fragili e per i genitori con figli di età inferiore ai 14 anni. L'intervento era stato proposto dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, che lo aveva annunciato alla vigilia della scadenza delle regole in vigore, non più valide dallo scorso 31 luglio
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Orlando ha insistito per inserire la proroga nel decreto, ma alla fine “non si è trovato il necessario consenso". Il ministro ha dichiarato che la questione verrà riproposta in sede di conversione del testo in Parlamento
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SUPERBONUS – C’è poi il nodo del Superbonus. Costruttori e vari esponenti della politica hanno spinto perché il decreto risolvesse una delle questioni ancora aperte, quella della responsabilità solidale del trasferimento del credito
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È un aspetto che rischia di paralizzare un mercato in cui gli investimenti continuano a correre. Nel mese di luglio quelli ammessi a detrazione sono saliti sfiorando i 40 miliardi, con poco meno di 44 miliardi di 'sconti' fiscali già prenotati
Superbonus, resta il nodo credti
Si guarda adesso a cosa farà l'Agenzia delle Entrate, che con una sua circolare ha di fatto introdotto la "responsabilità in solido del fornitore e dei cessionari". Sul 110% c'è poi il problema di fondo delle risorse complessive: nonostante la continua corsa alle detrazioni, gli stanziamenti sarebbero esauriti già da tempo

EXTRAPROFITTI DELLE IMPRESE CHE PRODUCONO ENERGIA – Caldo è anche il tema degli extraprofitti delle aziende. La stretta in realtà è stata annunciata, ma restano ancora punti bui. Il problema sono i mancati incassi dalla tassa del 25% sui profitti delle aziende produttrici di energia. A giugno sono state registrate entrate per appena 1,23 miliardi di euro, a fronte dei 10,5 attesi dal governo

Molte aziende infatti non solo non hanno ancora pagato quanto dovrebbero allo Stato, ma hanno anche fatto ricorso perché considerano la norma incostituzionale

Un'elusione "intollerabile" per il premier Mario Draghi. Nei piani del governo ci sarebbe una serie di scadenze ravvicinate con sanzioni sempre più aspre: le aziende potranno sanare dopo l'estate il mancato pagamento dell'acconto dovuto a giugno con una penale che potrebbe aumentare se il ravvedimento non sarà immediato

Se nessun tentativo andasse a buon fine, né sull'acconto né sul saldo dovuto a fine novembre, scatterebbe addirittura la riscossione coattiva. E se nemmeno così arriverà la risposta attesa, Draghi ha già detto di essere pronto a "mettere mano ad altri provvedimenti"