Il giorno dopo la scissione di Luigi Di Maio, i vertici del Movimento si riuniscono. L’ex premier: "Non chiederò le sue dimissioni". E garantisce: "Nessun rancore verso chi è andato via"
Nel day after della scissione di Luigi Di Maio, i vertici del Movimento 5 Stelle si sono riuniti a oltranza nella loro sede. Lo ‘stato maggiore’ pentastellato è stato convocato per tutta la giornata, a seguito della fuoriuscita del ministro degli Esteri e di una nutrita pattuglia di parlamentari. Giuseppe Conte in giornata ha fatto sapere che l’appoggio dei pentastellati al governo “non è in discussione”. E successivamente, ospite a Otto e mezzo su La7, ha aggiunto: "Lascerei che Di Maio si interroghi con la propria coscienza e decida, io non chiederò le sue dimissioni". Intanto in serata si è riunita anche l’assemblea congiunta dei deputati e senatori 5 stelle, dove Conte sull'esecutivo ha precisato: "È nato grazie a noi, qualcuno forse se lo sta
dimenticando. Continua con noi e continuerà con il nostro appoggio sino a quando e nel limite potremo continuare le nostre battaglie".
Conte: si illude chi pensa che avremo meno forza
"Non siamo più la prima forza in Parlamento?", ha continuato l'ex premier in assemblea, "si illudono se pensano che avremo meno forza nelle nostre battaglie". E ancora: "Nessun rancore verso chi è andato via e ha fatto parte della storia di questa comunità".
Conte: “Il sostegno a Draghi non è in discussione”
Conte in giornata aveva già chiarito che “il sostegno a Draghi non è in discussione”. E interrogato sul suo futuro, dopo la scissione del ministro degli Esteri, aveva risposto: "Se ho mai pensato di lasciare la guida del Movimento? E per quale motivo?”.
Conte: “Su risoluzione ieri messi in difficoltà”
L’ex premier è anche tornato sul tema della votazione di ieri in Senato sulla risoluzione di maggioranza sull'Ucraina: "Anche ieri che con la risoluzione chiedevamo maggiore coinvolgimento delle Camere, come è normale in ogni democrazia parlamentare, siamo stati messi molto in difficoltà ma il nostro appoggio non è venuto meno”.
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Conte: "Iniziativa Di Maio non è nata in un giorno"
In serata poi, ospite in trasmissioni televisive, il leader dei 5 Stelle è tornato a parlare della tenuta del governo: "Non ho elementi per dire che la nascita del gruppo sia stato favorito o addirittura incoraggiato da altri in questo percorso. Draghi? Bisogna chiederlo a loro... ". Sulla scissione di Luigi Di Maio ha quindi aggiunto: “Spiegherà meglio questa operazione magari quando cercherà il proprio consenso elettorale, ieri non mi sembra che si sia compreso. È evidente che l'iniziativa della creazione di un nuovo gruppo politico non è un'idea che può essere nata in un giorno solo”.
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Conte: “Anche Grillo dispiaciuto”
"Se parliamo di forza del Movimento, penso che non possiamo risolverla solo nel numero di parlamentari. Come non la perse il PD quando se ne andò Renzi”, ha spiegato Conte. “A noi ci penalizzò la sentenza di Napoli e forse il progetto lo avremmo dovuto elaborare in più breve tempo... Grillo? Ci siamo confrontati, siamo dispiaciuti umanamente ma Grillo è dalla parte del Movimento e delle persone che ogni giorno si rimboccano le maniche per i suoi principi".
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Fico: “Scissione è operazione di potere”
In giornata anche il presidente della Camera Roberto Fico era intervenuto sulla scissione decisa da Luigi Di Maio: “È una operazione di potere e non politica, che è cosa diversa. Ed è stata usata con una strumentalità senza precedenti”, ha attaccato. Fico, tra i leader originari del Movimento, si è detto “saldo nel M5s che negli anni abbiamo costruito a fatica. Ma oggi siamo più forti di prima”.
Sale la tensione tra i due gruppi
Intanto la temperatura tra i parlamentari vicini a Luigi Di Maio e i 5 Stelle sia ta alzando. Il senatore pentastellato Mario Turco ha scritto su Twitter: “Oggi il Movimento si sveglia più snello ma con una grande consapevolezza: chi ha provato a fermare il nostro divenire, adesso, avrà tutto il tempo di inciampare sulle sue contraddizioni. Ora che conosciamo "i nomi e i cognomi", siamo ancora più fiduciosi in Giuseppe Conte”. E subito è arrivata la risposta dagli onorevoli vicini al ministro degli Esteri: “Grave il tweet minatorio di Turco, siamo arrivati alle liste di proscrizione? M5S prenda distanze”.