Caos M5S per voto su armi, Fico: "Arrabbiati e delusi". Staff Di Maio: stanchi di attacchi

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Il Consiglio nazionale ha diffuso una nota in cui si chiede che il "Parlamento sia coinvolto su forniture militari". Replica a Di Maio: "Da lui parole irrispettose, getta discredito". Prosegue la crisi interna innescata dallo scontro sulla bozza sull’invio delle armi all’Ucraina. Ribadita la linea sulla risoluzione che dovrà essere votata al Senato domani, in concomitanza con le comunicazioni del presidente del Consiglio Draghi in vista del Consiglio Ue

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È uno scontro interno che sembra solo essere stato messo in stand-by quello che sta scuotendo il M5S e che domenica ha portato a una riunione notturna di quattro ore del Consiglio nazionale. Al centro la bozza redatta da alcuni senatori pentastellati che chiedeva lo stop dell’invio di altre armi a Kiev, un testo che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva duramente criticato attirandosi le ire di alcuni colleghi del Movimento: "Ci disallinea dall'alleanza della Nato e dell'Ue" e "se ci disallineiamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell'Italia". La riunione, sospesa a tarda notte, è proseguita oggi. In una nota finale si chiede che "il Parlamento sia coinvolto su forniture militari" e si replica a Di Maio: "Da lui parole irrispettose, getta discredito". In mattinata c'è stata anche una riunione da remoto dei componenti del M5s delle commissioni parlamentari Esteri e Politiche Ue con i vertici pentastellati per definire la linea da portare al vertice tra governo e maggioranza che si è poi tenuto nel pomeriggio, in vista del voto di domani al Senato sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi alla vigilia del Consiglio europeo. La riunione di maggioranza è poi durata diverse ore, per trovare una sintesi sulla risoluzione. La discussione si sarebbe concentrata sulle modalità con cui "coinvolgere" il Parlamento nelle scelte legate alla crisi in Ucraina, un'istanza avanzata in particolare dal Movimento 5 Stelle. Diverse le bozze su cui si è lavorato: alla fine si è deciso di aggiornare il vertice a domani mattina, alle 8.30. L'accordo "è molto vicino" ha detto il capogruppo Leu alla Camera, Federico Fornaro.

Il comunicato del Consiglio Nazionale M5s

Nel comunicato del Consiglio Nazionale del M5s si chiede "un più pieno e costante coinvolgimento del Parlamento con riguardo alle linee di indirizzo politico che verranno perseguite dal governo nei più rilevanti consessi europei e internazionali, inclusa l'eventuale decisione di inviare a livello bilaterale nuove forniture militari, funzionale a rafforzare il mandato del Presidente del Consiglio in tali consessi". Sulla crisi ucraina, nella lunga nota, si ribadisce l'opportunità che l'Italia concentri ora i suoi sforzi sul piano diplomatico promuovendo in particolare un'azione sinergica anche con altri Paesi europei per giungere ad una soluzione equilibrata, equa e sostenibile. Infine la questione Di Maio: le "recenti dichiarazioni del ministro Luigi Di Maio" sulla linea di politica estera M5s sono "esternazioni" che "distorcono le chiare posizioni" assunte a maggio e "oggi integralmente ribadite, sempre all'unanimità". Sono parole "inveritiere e irrispettose della linea di politica estera assunta" dal Movimento, che mai ha posto in discussione la collocazione del nostro Paese nell'ambito" dell'Alleanza atlantica e dell'Unione europea. Dichiarazioni che "sono suscettibili di gettare grave discredito sull'intera comunità politica del M5S, senza fondamento alcuno". 

Conte: “Rammaricato per le parole di Di Maio”

Alle critiche di Di Maio era seguita l'ipotesi, rimbalzata per tutta la giornata di domenica, di un'espulsione (o auto-espulsione) del ministro degli Esteri dal M5S. Uno scenario che sembra per il momento escluso dopo la riunione notturna convocata d'urgenza per discutere dell'accaduto. Un vertice in cui il leader Giuseppe Conte si è detto molto rammaricato dalle parole usate dal titolare della Farnesina sulla sua stessa forza politica, ma allo stesso tempo ha mediato tra l'ala più dura del M5S, secondo cui Di Maio si sarebbe allontanato dalle origini e avrebbe ormai altri progetti, e chi invece spinge per ricomporre la frattura.

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Domani al Senato il voto sulla risoluzione

Nel corso delle quattro ore di riunione notturna - in parte in presenza, in parte in videoconferenza - con i 14 componenti del Consiglio, è stata ribadita la linea sulla risoluzione che dovrà essere votata al Senato martedì, in concomitanza con le comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi prima di partire per il Consiglio Ue di Bruxelles: il Movimento continuerà nella mediazione con il resto della maggioranza sulla risoluzione unitaria, ribadendo la centralità del Parlamento, ma senza creare problemi. Dunque, nessun riferimento alle armi, ma a una de-escalation militare e alla centralità del Parlamento. "La linea euroatlantica non è mai stata messa in discussione", la bozza redatta da alcuni senatori pentastellati che chiedeva lo stop alle armi a Kiev, "non è mai stata condivisa", ha sottolineato uno dei partecipanti al vertice.

Fico: "Arrabbiati e delusi per attacchi Di Maio"

Sul tema è intervenuto anche il presidente della Camera Roberto Fico: "Siamo arrabbiati e delusi. Non riesco a comprendere che il ministro degli Esteri Di Maio attacchi su delle posizioni rispetto alla Nato e all'Europa che nel Movimento non ci sono e non se ne dibatteva prima". "Non c'è nessun Conte-Di Maio, state sbagliando prospettiva - ha aggiunto - L'unica cosa che c'è è, al massimo, Movimento-Di Maio, perché attaccare il M5s su posizioni che non sono in discussione dispiace a tutta la comunità del Movimento. È questo il punto". La replica non ha tardato ad arrivare: "Stupiti e stanchi per gli attacchi che diversi esponenti M5S, titolari anche di importanti cariche istituzionali, oggi hanno rivolto al ministro Di Maio, impegnato in questo momento a rappresentare l'Italia all'importante tavolo europeo del Consiglio Affari Esteri a Lussemburgo, dove si sta discutendo della guerra in Ucraina - ha scritto in una nota il portavoce del ministro Giuseppe Marici - Il ministro Di Maio non replicherà a nessuno degli attacchi che sta ricevendo in queste ore. C'è un limite a tutto, ciononostante non si può indebolire il governo italiano davanti al mondo che ci osserva, in una fase così delicata".

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Lo scontro

La tensione nel Movimento è alta da giorni. Un pesante botta e risposta fra Conte e Di Maio c’era già stato dopo i risultati insoddisfacenti delle elezioni comunali, quando l’ex premier aveva attribuito la sconfitta a manovre politiche che negli scorsi mesi avrebbero allontanato i Cinque Stelle dal loro elettorato: fra queste le elezioni del presidente della Repubblica dello scorso gennaio, quando Di Maio avrebbe affossato l’ipotesi Elisabetta Belloni al Quirinale, appoggiata da Conte. "Non si può risolvere l'analisi del voto facendo risalire i problemi all'elezione del presidente della Repubblica - aveva replicato il ministro degli Esteri - Credo che bisogna anche un po’ assumersi delle responsabilità rispetto a un’autoreferenzialità che andrebbe un po’ superata”. Un attacco definito poi da Conte “offensivo”. Poi è scoppiato il caso della bozza sulle armi, un testo in aperto contrasto con la posizione del governo che ha portato a galla le divisioni interne al Movimento: "I dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il Governo in sede Ue - ha detto Di Maio in una nota - Un atteggiamento poco maturo che tende a creare tensioni e instabilità all'interno del Governo. Un fatto molto grave. Vengo accusato dai dirigenti della mia forza politica di essere atlantista ed europeista. Lasciatemi dire che, da Ministro degli Esteri, davanti a questa terribile guerra rivendico con orgoglio di essere fortemente atlantista ed europeista". Una posizione che ha portato il vicepresidente del Movimento, Riccardo Ricciardi, a definire il titolare della Farnesina "un corpo estraneo" e la vicepresidente Todde a sostenere che “la posizione del ministro Di Maio sta indebolendo tutta la nostra comunità”.

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