Live In Venezia, Calenda: terzo polo con Draghi contro l’infantilismo di destra e sinistra

Politica

Il leader di Azione, intervistato a Sky TG24, lancia l'auspicio per un Draghi bis dopo le politiche del 2023. Poi attacca il leader della Lega sull'ipotesi del viaggio a Mosca per la pace in Ucraina: "La pace si può fare solo se lo vuole Putin, e lui ora non vuole. I movimenti populisti cercano di lucrare a livello elettorale sulle paure della gente". E sul reddito di cittadinanza spiega: "Non è giusto continuare a prenderlo se si rifiuta un posto di lavoro"

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Carlo Calenda picchia duro a destra e a sinistra e promette di ballare da solo alle prossime elezioni. Ospite di Sky TG24 Live In Venezia, il leader di Azione liquida senza patemi le comunicazioni di Draghi in Parlamento sulla guerra del 21 giugno (GUERRA IN UCRAINA: LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - IL RACCONTO DEGLI INVIATI): "Non penso che il voto sulla risoluzione sia un passaggio rischioso. Da un lato ci sono gli adulti, Draghi e Mattarella, e dell'altra i bambini che giocano per prendersi un minimo di vantaggio elettorale. Il governo terrà la barra dritta". (QUI LA SECONDA GIORNATA - QUI LA PRIMA GIORNATA - TUTTI I PANEL).

Calenda: Draghi bis nel 2023? Non vedo altre soluzioni

Guardando poi alle prossime elezioni politiche, Calenda non è affatto convinto dallo stop alle larghe intese annunciato sia da Enrico Letta che da Matteo Salvini: "Non ci credo, sono tutte balle. Dicevano la stessa cosa prima di questa legislatura. Sono tutte fesserie per militarizzare il proprio elettorato". Per il leader di Azione è dunque necessario "costruire un terzo polo, quello della responsabilità di governo.” Ma nessuna intenzione di aggregarsi alle altre sigle che guardano al centro: “Lo stiamo facendo con Più Europa e tante liste civiche sul territorio", taglia corto Calenda, che invece invoca un Draghi bis, anche dopo il 2023: “Non vedo altre soluzioni. La sinistra non è in grado di governare e la destra pure. Il bipopulismo non ha possibilità di governare, quindi l'unica soluzione è che la nostra area di centro abbia un buon risultato e costringa gli europeisti a staccarsi dai loro schieramenti per costruire una larga coalizione".

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Calenda: Reddito di cittadinanza? Stop se si rifiutano posti di lavoro

Sui temi economici e del lavoro, Calenda spiega: "Il salario minimo è necessario per chi non ha contratti nazionali, ma non basta. I giovani fino a 30 anni non hanno alcuna copertura. Lì bisogna fare un intervento Poi - sottolinea il leader di Azione - bisogna lavorare sul reddito di cittadinanza. Circa metà dei percettori del reddito può lavorare. Lì sta il compito delle agenzie per il lavoro. Non è morale che venga percepito il reddito se si rifiutano posti di lavoro. Ad esempio mancano saldatori. Al Nord sono richiestissimi e hanno stipendi intorno ai 2.500 euro. Produttività e salari possono crescere solo insieme".

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