Centrodestra, Berlusconi: “Intesa su 21 città”. Meloni: “Unità va costruita con fatti”

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"Solo un pazzo potrebbe pensare di mandare all'aria questa coalizione", ha detto il Cavaliere al termine dell'incontro ad Arcore con Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Manca l'accordo su cinque città al voto il prossimo mese, ma per Berlusconi c'è ottimismo: "Lo troveremo al ballottaggio". Più prudente nei toni Fratelli d'Italia: "Per unità coalizione occorrono fatti. Diversi i nodi aperti, a partire dalla ricandidatura di Musumeci in Sicilia"

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È un centrodestra “assolutamente” unito quello che esce dal vertice che si è tenuto ad Arcore tra i tre leader di coalizione Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. A dirlo è il Cavaliere: Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia vanno avanti compatti verso le elezioni comunali di giugno. L'unità del centrodestra “è così evidente che se si disunisse perderemmo le elezioni, solo un pazzo potrebbe pensare di mandare all'aria questa coalizione", ha aggiunto Silvio Berlusconi. Se anche Salvini ha lasciato Arcore dicendosi "molto soddisfatto" del confronto e ha parlato di "un'ottima giornata", i toni che arrivano da Fratelli d'Italia sono diversi. "È sicuramente positivo essersi incontrati ma l'unità della coalizione non basta declamarla. Occorre costruirla nei fatti", si legge in una nota del partito. 

 

 

 

"Su Comunali c'è accordo per 21 città"

Appuntamento fondamentale per la politica italiana, e banco di prova per la tenuta delle varie coalizioni, saranno quindi le elezioni amministrative del prossimo mese. Per la tornata elettorale, dice Berlusconi, si è trovato un accordo su 21 città. Per le cinque per le quali non è stato possibile “lo troveremo sicuramente in eventuali ballottaggi". 

Fratelli d'Italia: "Restano nodi aperti"

Sono diversi i problemi all'interno della coalizione che spingono Fratelli d'Italia a usare toni più prudenti rispetto agli alleati. Tra questi la "non ancora ufficializzata ricandidatura del presidente uscente Nello Musumeci in Sicilia, su cui la personale dichiarata disponibilità di Silvio Berlusconi si è fermata di fronte alla richiesta di Matteo Salvini di ritardare l'annuncio del candidato". E ancora, nella nota di partito si legge che "se è positiva la comune contrarietà ad una futura legge proporzionale per le elezioni politiche, restano ancora fumose le regole d'ingaggio sulle modalità con cui formare liste e programmi comuni". 

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Il partito di Giorgia Meloni scrive poi di "confermare la sua indisponibilità a qualsiasi futura alleanza con il Partito democratico e/o Cinquestelle" e "confida nella stessa chiarezza da parte degli alleati, convinta che occorra essere uniti non solo nella forma ma anche nelle scelte, nei progetti e nei programmi".

Il dopo-Quirinale

I tre leader di coalizione non si ritrovavano insieme dai giorni, non troppo sereni, delle elezioni del presidente della Repubblica dello scorso gennaio. Meloni aveva mal sopportato le aperture di Forza Italia e Lega - dopo il ritiro della candidatura di Berlusconi - su nomi non esattamente vicini alla destra e aveva parlato di una coesione compromessa

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