Dalla Guerra in Ucraina all’alleanza col Pd fino alle sorti del Movimento. Tanti i temi trattati dall'ex premier durante la presentazione della scuola di formazione politica.
Chiede rispetto per gli 11 milioni di cittadini che hanno votato il Movimento Giuseppe Conte durante la presentazione della scuola politica dei 5 Stelle, aperta non solo ad eletti, candidati ed attivisti ma a chiunque voglia partecipare e lancia subito una velata accusa:"Dicono spesso che vogliamo far cadere il governo. Io comincio a pensare che qualcuno voglia spingerci fuori dall'esecutivo. Se questa fosse l'intenzione ce lo dicano chiaramente".
La scuola di formazione politica
Il capo del Movimento presenta dunque la sua scuola di formazione politica, "un laboratorio per condividere idee sulle politiche pubbliche e la crescita sociale e culturale della nostra società, che vogliamo più inclusiva, accogliente, capace di coniugare sviluppo e sostenibilità" spiega Conte che si si definisce "il primo alunno”.
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L'invio di armi in Ucraina
Ed è in questa occasione che affronta le tematiche più calde dell'ultimo periodo a partire dall'invio delle armi in Ucraina. Conte sostiene che "lo scenario internazionale si fa sempre più complesso e insidioso e questo impone nuove scelte e rivedere anche quelle già compiute" e poi aggiunge: "Ieri il capogruppo alla Camera Davide Crippa ha formalizzato la nostra richiesta di sentire Draghi, mi pare abbiano aderito anche altre forze politiche ed è stata accolta anche nel dibattito pubblico. È giusto "che in una democrazia parlamentare il presidente del Consiglio venga a spiegare qual è la posizione dell'Italia, in quale direzione il paese si sta muovendo”.
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Guerra Russia- Ucraina
Sul conflitto russo-ucraino l’ex premier ribadisce la linea del Movimento: "Condanniamo la Russia e sosteniamo l'Ucraina, allo stesso tempo l'Italia deve lavorare e battersi per una soluzione politica al conflitto. Non vediamo alcuna possibilità che l'obiettivo possa essere sconfiggere la Russia, se così fosse sarebbe un grande errore e l'Italia deve correggerlo". L’unica soluzione per risolvere il conflitto, secondo Conte è un negoziato ottenuto grazie alla diplomazia.
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Il superbonus al 110%
Sul fronte interno a tenere banco è la questione del superbonus al 110% su cui Draghi ha detto di non essere d’accordo. "Draghi è stato contraddittorio -dice Conte - ha parlato male di una misura che gli ha consentito di fregiarsi della crescita del Pil. Mi meraviglia che davanti al Parlamento europeo il presidente del Consiglio trovi l'esigenza di criticare una misura che ha fatto correre il paese".
Le amministrative del 12 giugno
Quanto alle prossime amministrative Conte conclude :"Mi fa piacere che in tanti comuni con il Pd andiamo insieme, ma noi abbiamo alcuni standard, come ad esempio sulla legalità, per cui ci sono alcuni comuni in cui non è possibile andare insieme. Noi respingiamo atteggiamenti giustizialisti del passato, per noi gli indagati sono presunti innocenti, ma pretendiamo il rispetto delle regole".