Per il leader del M5S l’invio delle armi deve essere solo di tipo difensivo per questo, dice, “abbiamo chiesto a Draghi e Guerini di venire a riferire in Parlamento, affinché ci sia condivisione di questo indirizzo politico”
Il M5s “si oppone all'invio di aiuti militari e a controffensive che esulino dal perimetro del legittimo esercizio del diritto di difesa - in base all'articolo 51 della Carta dei diritti dell'uomo- da parte dell’Ucraina". Lo afferma Giuseppe Conte leader del M5s che non condivide un salto di qualità nella fornitura delle armi. Il no all'escalation militare è la linea del M5s. “Abbiamo chiesto al premier Draghi e al ministro della Difesa Guerini di riferire in Parlamento, in modo che ci sia piena condivisione e possibilità di conoscere gli interventi programmatici del governo" aggiunge Conte. Se ci fosse un nuovo voto in Aula "voteremo conseguentemente: vogliamo che l'Italia sia protagonista di negoziati che portino ad una soluzione politica equilibrata" (GUERRA IN UCRAINA, LO SPECIALE DI SKY TG24 - GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE).
Conte: No all’escalation militare
Nessuno finora "ci ha detto che l'obiettivo non è difendere l'Ucraina ma distruggere la Russia" ribadisce il leader del Movimento. Domani si svolgerà un’audizione del ministro della Difesa al Copasir sul nuovo invio di aiuti militari. Draghi "deve dirci quale linea e quale indirizzo faranno valere in sede internazionale" sottolinea Conte. Allargare il conflitto "sarebbe uno scenario da terza guerra mondiale, una follia. Un'eventuale controffensiva sarebbe un'altra prospettiva. E comunque bisogna ragionarne anche con Zelensky" conclude l’ex presidente del Consiglio. La linea del M5s irrita il Pd. “Non c’è alcuna variazione di scenario” dice il responsabile sicurezza del Pd Enrico Borghi. “È importante proseguire nel solco sin qui seguito, nel rispetto della volontà del Parlamento e sulla base degli indirizzi espressi da Draghi”.