In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Lavoro, polemica tra il ministro Orlando e le imprese sui salari

Politica

Per il ministro del Lavoro è importante aumentare i salari dei lavoratori per evitare la crisi sociale. Questa ipotesi è stata vista come un "ricatto" da Il Sole 24Ore che ha trovato l'appoggio del presidente di Confindustria Carlo Bonomi

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha risposto al titolo di questa mattina de Il Sole 24Ore che ha definito "ricatto" l'ipotesi lanciata dal ministro di scambiare aiuti anti crisi con la politica dell’incremento salariale. "Ricatto? Ho detto una cosa molto semplice, non ho capito cosa si vuol mettere in questo patto, se significa chiedere qualcosa non è patto, ma patto è se ognuno mette una disponibilità" ha commentato il ministro intervenendo all'Agorà "Retribuzioni giuste" in corso al Nazareno. "La mia - ha aggiunto - non mi sembrava una proposta eversiva. A me sorprende questa reazione, perché mi dà l'idea di una inconsapevolezza di quello che si può produrre nel Paese nei prossimi tempi. Noi rischiamo la crisi sociale e una caduta della domanda interna. Di questo le imprese si dovrebbero preoccupare".

Orlando: "Riconoscere vantaggio a chi rinnova contratto"

"Tra uno che non rinnova il contratto e uno che lo rinnova il trattamento deve essere lo stesso dal punto di vista fiscale, degli aiuti e delle gare?". Così il ministro Orlando ha proseguito il suo intervento all'Agorà del Partito democratico. "Riconoscere una condizione di vantaggio a chi ha rinnovato il contratto credo che possa essere uno stimolo a livello di condizionalità che si possono introdurre. Può essere un impulso che va nella direzione giusta". Per quanto riguarda la contrattazione, per il ministro i punti in questione sono tre: "l'efficacia dei contratti, la questione che il contratto sia stato rinnovato o no, la terza è il parametro di adeguatezza". "Sull'efficacia - ha aggiunto - abbiamo fatto una proposta raccogliendo la perplessità di Confindustria. Ma io insisto: il parametro diventi il contratto siglato dalle organizzazioni maggiormente significative". E commentando il titolo di apertura del quotidiano economico di questa mattina ha precisato: "Io ho detto che nel momento in cui c'è una situazione drammatica dei salari il patto può essere che a fronte di un supporto alle imprese loro si impegnano a un rinnovo e a un adeguamento dei salari, non mi sembra una cosa eversiva, ma il Sole24Ore vuole lesinare sui salari e non sui titoli".

leggi anche

Lavoro e inflazione, accordo lontano su aumento salari

Letta: "Nessun ricatto, bisogna intervenire sul cuneo fiscale"

Il segretario del Pd Enrico Letta intervenendo all'Agorà ha definito "inaccettabile" il titolo de Il Sole 24Ore. "Il ministro del Lavoro non ricatta nessuno - ha precisato -, non c'è alcun ricatto in corso, c'è la volontà di porre a tutto campo una questione che il governo pone, e riguarda i lavoratori e gli imprenditori, con un forte e strutturale intervento sul cuneo fiscale". Letta ha parlato di "alleanza con cui imprese e lavoratori possono ottenere un vantaggio a scapito di un vecchio sistema basato su un eccesso di tasse sul lavoro".

vedi anche

Letta: "Pensare ad 'assegno-energia' per aiutare il ceto medio"

Speranza: "Giusto lavorare per crescita salari"

Sostegno al ministro anche da parte del vicesegretario del Pd Giuseppe Provenzano. "Difendere il lavoro non è un ricatto" ha affermato. "Porre questi temi è la nostra priorità". Anche il ministro della Salute Roberto Speranza ha espresso solidarietà a Orlando. "Giusto come non mai lavorare per far crescere i salari. Pieno sostegno al ministro" ha scritto su Facebook. 

Serracchiani: "Accusa di ricatto incomprensibile"

"Accusare il ministro del Lavoro di ricattare le imprese, così come fatto quest'oggi dal quotidiano di Confindustria, per aver posto sul tavolo della discussione il tema drammatico dei salari davvero non è comprensibile". Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera, è intervenuta a sostegno del ministro Andrea Orlando. "La ricerca di un accordo tra governo e parti sociali per affrontare la grave crisi che si è abbattuta sull'economia e sul sistema produttivo - ha proseguito - deve essere impegno di tutti e non sfugge a nessuno il pericolo di una incombente crisi sociale se non si interviene a sostenere i salari e quindi il potere d'acquisto delle famiglie. Per questo crediamo che il governo debba intervenire rapidamente per proteggere i salari, per abbassare la pressione dell'inflazione e poi anche sul cuneo fiscale". Dello stesso parere la vicepresidente del Senato e responsabile Giustizia e diritti del Pd, Anna Rossomando, ha su Twitter ha scritto: "Proporre un patto alle imprese che subordini gli aiuti anche al rinnovo e all'adeguamento dei contratti, come ha fatto il ministro Orlando, non è un ricatto. Perché in presenza di una crisi sociale è difficile immaginare una ripresa".

Bonomi: "Non è quella la strada"

A sostenere l'accusa di ricatto avanzata da Il Sole 24Ore è invece il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. "Ministro Orlando non è quella la strada. Dire aiuti alle imprese con aumento salari è un ricatto. Che modo è di porsi da parte di un ministro della Repubblica? È questo il patto che ci proponete? Noi crediamo che sia un'altra strada", ha detto intervenendo alle celebrazioni per i 50 anni di Confindustria Emilia-Romagna. "Il vero taglio che dobbiamo fare - ha aggiunto - è quello del cuneo fiscale: questa è equità sociale. Questa è la strada che dobbiamo perseguire". "Questa - ha commentato ancora Bonomi - è l'ennesima e ulteriore conferma di quel sentimento anti-industriale che pervade ancora una parte del nostro Paese. Noi siamo in un Paese in cui le competenze sono trascurate, noi siamo in un Paese in cui si pontifica sull'impresa da parte di chi non ha fatto un giorno di lavoro in fabbrica". "È dalla formazione dell'ultima legge di bilancio che stiamo insistendo per mettere più soldi in tasca agli italiani con il taglio contributivo del cuneo fiscale, per rendere competitive le nostre imprese: specialmente oggi è impensabile con l'aumento del costo delle materie prime, del costo dell'energia, con margini che si sono contratti i margini, che noi si possa aumentare i salari. Dobbiamo mettere i soldi in tasca agli italiani diminuendo le tasse".

leggi anche

Confindustria: tenuta imprese a rischio nei prossimi mesi