Spese militari, Draghi: "Rispetto impegni o maggioranza rischia". Conte: "Nessuna crisi"

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Il presidente del Consiglio è salito al Colle da Mattarella per un aggiornamento sugli investimenti militari. Il governo intende rispettare l'aumento delle spese militari al 2% del Pil, ma si sollevano tensioni sulla questione del riarmo. Il premier ha incontrato il leader del M5s: "Non possono essere messi in discussione gli impegni assunti, in un momento così delicato", è il commento che filtra da Palazzo Chigi

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Il governo intende rispettare e ribadire con decisione gli impegni Nato sull'aumento delle spese militari al 2% del Pil. Il presidente del Consiglio Mario Draghi tiene la linea, dopo aver visto in serata il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e prima di lui Giuseppe Conte: un colloquio di un'ora e mezza, molto teso, a quanto si racconta in ambienti parlamentari, al termine del quale il leader del M5S chiarisce che una crisi di governo non è all'orizzonte, ma "abbiamo diritto ad essere ascoltati". "Non possono essere messi in discussione gli impegni assunti, in un momento così delicato alle porte dell'Europa. Se ciò avvenisse verrebbe meno il patto che tiene in piedi la maggioranza", è il commento che filtra da Palazzo Chigi. Oggi il governo in commissione Esteri al Senato ha accolto l'ordine del giorno di Fratelli d'Italia che lo impegna a raggiungere la soglia del 2% sulle spese militari, senza richiesta di voto (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI SUL CONFLITTO IN UCRAINA: LIVE).

Conte: spese militari? “No in Def ma problema va affrontato”

Sul tema è braccio di ferro tra Conte e Draghi. Il leader del M5s dopo l'incontro con il premier, a Palazzo Chigi, ha risposto a chi gli domandava se nel Def verrà inserito l'aumento delle spese militari: “Ragionevolmente non ci sarà scritto qualcosa del genere, ma questo non toglie che è una prospettiva che dobbiamo affrontare. Il problema può essere procrastinato ma dobbiamo affrontarlo dal punto di vista politico" (VIDEO). Poi, ospite a Di Martedì, ha detto: "Come si può parlare di crisi di governo? Draghi avrà pure il diritto di informare il Presidente ma io non ho sollevato alcuna crisi di governo: dico solo che se dobbiamo programmare una spesa militare un partito di maggioranza può discutere i termini anche temporali per rispettare questo impegno".

Verso la fiducia al dl Ucraina in Senato

Draghi è salito al Colle nel tardo pomeriggio per aggiornare il capo dello Stato sulla vicenda delle spese militari. Sfumata la possibilità di un accordo tra i partiti sull'aumento delle risorse per la difesa, il governo si prepara dunque a blindare con la fiducia il dl Ucraina nell'Aula del Senato. Ma lo scontro esplode nelle commissioni dove l'esecutivo accoglie l'ordine del giorno di FdI sul raggiungimento della soglia del 2% per la difesa, che quindi non viene votato. I senatori pentastellati, che erano decisi ad esprimersi contro la proposta di Fratelli d'Italia, però non ci stanno e definiscono "inaccettabile" la scelta del governo. Al netto di singoli voti discordanti o colpi di scena, i 5 stelle in Senato dovrebbero comunque dire sì alla fiducia sul dl Ucraina. "È inaccettabile che il governo abbia deciso di accogliere l'ordine del giorno di FdI malgrado la forte contrarietà della principale forza di maggioranza. Malgrado la nostra insistente richiesta, la presidente della commissione Difesa Roberta Pinotti non ha voluto metterlo ai voti. Di cosa ha paura?", dicono la vicepresidente del M5S Paola Taverna e i senatori Vito Crimi, Gianluca Ferrara, Ettore Licheri, Andrea Cioffi e Gianluca Castaldi. Esulta il partito di Giorgia Meloni: "L'obiettivo politico per noi è stato raggiunto". E il presidente dei senatori di FdI Luca Ciriani si rivolge tra le righe a M5S e LeU insinuando il dubbio anche sull'esito del voto di fiducia in Aula : "Chi voleva il voto dell'odg si deve chiedere se voterà il decreto o meno...".

L'ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al Copasir per l'audizione sulla missione sanitaria russa in Italia del 2020, Roma, 24 marzo 2022.
ANSA/GIUSEPPE LAMI

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