Diverse le reazioni dopo la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare inammissibile il quesito: "Non preservata la tutela della vita umana", ha detto la Consulta. Oggi il responso su altri 7 quesiti, tra cui quello sulla cannabis
"La decisione della Corte nel merito parla della difesa delle persone fragili e deboli. Per questa ragione penso si tratti di una decisione politica: non credo che la difesa delle persone deboli o fragili possa consistere nell'imporre una sofferenza contro la loro volonta'". Lo ha detto Marco Cappato, dell'Associazione Luca Coscioni, dopo la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare inammissibile il quesito sull'eutanasia perché, secondo la Consulta, non preserva la tutela della vita umana.
"La lotta non si ferma"
"Usciamo dalle condizioni psicologiche dell'accaduto - aggiunge Cappato -. Abbiamo fatto tutto il possibile con 1 milione e 240 mila persone che hanno sostenuto questo Referendum. Non è oggi il dolore la reazione giusta perché questa azione va avanti. La lotta non si ferma qui. Siamo arrivati a questo punto, con la parziale legalizzazione del cosiddetto aiuto al suicidio, il testamento biologico, attraverso la disobbedienza civile, continueremo su questa strada. Sono più preoccupato, devo dire, per lo stato di salute della democrazia italiana. Vediamo ora cosa succederà sull'altro referendum, quello sulla cannabis".
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Le altre reazioni
La Corte Costituzionale "ha confermato che l'abrogazione, ancorché parziale, della norma sull'omicidio del consenziente è contraria al principio di 'tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili'". Così la Conferenza episcopale italiana sulla decisione della Consulta, che ha dichiarato inammissibile il quesito referendario sull'omicidio del consenziente".
"Di inammissibile c'è la sofferenza di moltissime persone, prive di una norma che consenta di scegliere come dare dignità alla propria vita e alla fine della propria vita", dice Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana. C'è un problema che riguarda quel milione e mezzo di italiani che hanno firmato per il referendum per dire alla politica di sbrigarsi, di fare presto, di svegliarsi".
"Sull'eutanasia non sono d'accordo, penso che nessuno abbia il diritto di togliersi la vita e di toglierla a qualcuno, anche se si soffre" è invece il commento di Antonio Tajani. "E' un tema divisivo - sottolinea - che riguarda le coscienze, l'Italia è divisa. Io non penso che sia una priorità per gli italiani".
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"Un invito al Parlamento"
"Non mi pare possa essere una attentato alla democrazia invocare una legge. E' un invito al Parlamento, perché si assuma le sue responsabilità", ha dichiarato il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick.
E' arrivata anche la reazione del segretario del Pd Enrico Letta: "La bocciatura da parte della Corte Costituzionale del referendum sull’eutanasia legale deve ora spingere il Parlamento ad approvare la legge sul suicidio assistito, secondo le indicazioni della Corte stessa", ha scritto Letta su Twitter.