Draghi: "Nessun rimpasto. Io futuro federatore del centro? Lo escludo"

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“Ho visto che tanti politici mi candidano a tanti posti in giro per il mondo, mostrando grande sollecitudine, ma vorrei rassicurarli che, se decidessi di lavorare, un lavoro lo trovo da solo”, ha precisato il premier dopo il Cdm di oggi. E sul governo assicura: "Avanti su sfide importanti"

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"Lo escludo”. Il premier Mario Draghi è categorico nel respingere l’ipotesi di diventare federatore di un centro politico. “Ho visto che tanti politici mi candidano a tanti posti in giro per il mondo, mostrando grande sollecitudine, ma vorrei rassicurarli che, se decidessi di lavorare, un lavoro lo trovo da solo”, ha precisato il presidente del Consiglio, in conferenza stampa dopo il Cdm di oggi in cui è arrivato il via libera sulla riforma del Csm.

“Ultimo anno di governo? Avanti su sfide importanti”

Poi un passaggio anche sull’esecutivo: "Io la vedo in maniera relativamente chiara, il dovere del governo è proseguire e affrontare sfide importanti per gli italiani che sono quella immediata del caro energia, quello meno immediata ma preoccupante che è l'inflazione - che sta aggredendo il potere acquisto dei lavoratori ed erodendo, anche se per ora non si vede, la competitività delle imprese-. C’è poi l'uscita dalla pandemia e poi il Pnrr che sta andando molto bene". Il premier ha poi sottolineato: "La squadra di governo è efficiente e va avanti".

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Csm, "niente fiducia, serve coinvolgimento dei partiti"

Sulla riforma al centro del Cdm di oggi, Draghi ha voluto chiarire: "È stata una discussione ricchissima e anche molto condivisa grazie anche alle numerose interazioni con i partiti e il ministro Cartabia e il sottosegretario Garofoli". "C'è stata condivisione della riforma e delimitazione delle aree con differenze di vedute e impegno ad adoperarsi con i capigruppo per avere priorità assoluta in Parlamento entro l'elezione del nuovo Csm", ha aggiunto. Nel corso del Cdm, inoltre, "c'è stata la consapevolezza della necessità di un pieno coinvolgimento delle forze politiche. Quindi niente tentativi di imporre la fiducia. È un provvedimento di portata tale che necessita di questa apertura", ha detto ancora Draghi, aggiungendo che c'è stato l'impegno "di tutti ministri a sostenere con i propri partiti questa riforma".

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