
Sondaggio YouTrend per Sky TG24: la divisione dei seggi in Parlamento se si votasse oggi
Terminata l’elezione del presidente della Repubblica, l'Italia guarda al rinnovo del Parlamento: l’attuale legislatura scadrà nel 2023. Se si votasse oggi, chi conquisterebbe la maggioranza dei seggi con il Rosatellum o con una nuova legge proporzionale sullo stampo del sistema elettorale europeo? Molto dipende dalle alleanze tra i partiti

Terminata l’elezione del presidente della Repubblica, il prossimo grande appuntamento politico per l’Italia sarà il rinnovo del Parlamento: l’attuale legislatura scadrà infatti nel 2023. Se si votasse oggi, chi conquisterebbe la maggioranza dei seggi con la legge elettorale in vigore (Rosatellum) o con una nuova legge proporzionale? Ha provato a rispondere un sondaggio condotto da YouTrend e Cattaneo Zanetto&Co per Sky TG24. Molto dipenderà dalle allenza tra i vari partiti
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SCENARIO 1 – Se gli italiani votassero oggi, con il sistema del Rosatellum e considerando le attuali coalizioni, un primo scenario vedrebbe i 400 seggi della Camera dei Deputati così ripartiti: 205 all’area di centrodestra (Lega, FdI, FI, Coraggio It), 166 all’area progressista (Pd, M5S, Verdi, Sinistra It, Art.1-MDP), 18 ai centristi di Azione, +Europa e Italia Viva, 3 alla rappresentanza tedesca e ladina in Alto Adige dell’SVP. Otto i seggi da dividere sulla base dei voti all’estero
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Anche la maggioranza assoluta dei 200 seggi totali al Senato andrebbe al centrodestra, con 103 seggi. Ottantuno ai progressisti, 9 alle forze del centro. Sempre 3 a SVP, 4 risultanti dalle circoscrizioni elettorali all’estero
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SCENARIO 2 - Nell’ipotesi in cui Forza Italia non corresse alle elezioni con gli alleati di centrodestra ma insieme ai centristi, il maggior numero di seggi alla Camera (194) potrebbe andare all’area progressista, seguita dai sovranisti di Lega e FdI (153), dal centro allargato con FI (42). Tre i seggi a SVP, 8 quelli da dividere sulla base dei voti all'estero
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Anche al Senato il maggior numero di seggi (99) andrebbe all’area progressista. Secondi (74) i sovranisti, 20 al centro largo. Sarebbero quindi i giallo-rossi ad avere la maggioranza in entrambe le assemblee, ma relativa. Con un “grande centro” in campo, quindi l’attuale legge elettorale consegnerebbe una situazione di ingovernabilità

SCENARIO 3 - Ancora diverso il risultato nel caso in cui Forza Italia rimanesse invece nel centrodestra con Lega e FdI e Azione, +Europa e Italia Viva entrassero nel campo del centrosinistra allargato e il MoVimento Cinque Stelle corresse in autonomia. La maggioranza assoluta con 238 seggi andrebbe all'area di centrodestra, mentre sarebbero 111 i seggi del campo largo di centrosinistra e 40 quelli dei Cinque Stelle

Questa invece la ripartizione dei seggi a Palazzo Madama: 120 al centrodestra, 52 al campo largo del centrosinistra, 22 ai Cinque Stelle

SCENARIO 4 - Un quarto scenario vede invece i Cinque Stelle insieme al centrosinistra allargato. In tal caso, alla Camera sarebbero 205 i seggi conquistati da questa area, contro i 184 del centrodestra

Centrosinistra allargato e Cinque Stelle avrebbero 103 seggi al Senato, il centrodestra 91

METODO PROPORZIONALE/1 - Se si votasse con metodo proporzionale, sulla scia del sistema elettorale europeo, alla Camera il primo partito sarebbe il Pd (96). Il centrodestra unito porterebbe però a casa la vittoria, grazie agli 88 seggi di FdI, gli 83 della Lega e i 38 di FI

Anche al Senato il centrodestra vincerebbe, con 104 seggi (44 a FdI, 41 alle Lega, 19 a FI). Pd a quota 48, 5S a 33 e Azione e +Europa a 11

Se invece, votando con il proporzionale, si considerasse il centro allargato, i seggi alla Camera sarebbero 93 per il Pd, 84 a FdI, 80 alla Lega, 72 al centro e 63 ai Cinque Stelle

Al Senato il Pd avrebbe 46 seggi, FdI 42, la Lega 40, l’alleanza di centro 36 e il MoVimento Cinque Stelle 32

METODOLOGIA - Le percentuali di voto considerate per ogni partito sono quelle dell’ultima Supermedia ricavata da YouTrend sulla base dei sondaggi relativi alle intenzioni di voto, pubblicata il 27 gennaio. Nelle simulazioni, inoltre, si tiene conto della riduzione del numero dei parlamentari, mentre non sono stati considerati i 12 seggi riservati agli italiani residenti all’estero