Primo cdm dopo il Mattarella bis. Draghi chiama l'applauso per il capo dello Stato: "Condividiamo stesse priorità". Via le mascherine e discoteche aperte dal 10 febbraio. Entro 48 ore ogni ministro dovrà presentare una relazione sul PNRR
"Un po' come quei pranzi di Natale in cui sei costretto a stare insieme, sorridi e scarti i regali ma vorresti essere altrove". E’ l’immagine della prima riunione di governo - sintetizzata da un ministro - dopo la debacle dei partiti sul Quirinale. Mentre lascia Palazzo Chigi parla di “clima surreale”, come a voler dimostrare che nulla è successo. Un Mario Draghi che sembra un professore davanti alla classe, batte il tempo e assegna i compiti, mentre la squadra di governo fatica a guardarsi negli occhi. La prima fotografia dell’era “MATTARELLA BIS”, mostra tutte le cicatrici di una settimana in cui la politica ha fallito, obbligando il presidente uscente a ritornare su suoi passi e scontentando un premier che non aveva nascosto le proprie ambizioni per il Colle. Ministri che lo hanno appoggiato, altri che lo hanno avversato e che ora – seduti uno di fronte all’altro – devono far finta di nulla (IL MOMENTO DELLA PROCLAMAZIONE - L'EDITORIALE DEL DIRETTORE DI SKY TG24 - LE REAZIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI - LO SPECIALE SUL MATTARELLA BIS).
Le decisioni del Cdm
L’unico che in questa situazione sembra trovarsi a proprio agio è solo Draghi. Smaltita o no la delusione, il premier ora si sente “libero” da mediazioni e obblighi verso i partiti, pronto a governare come forse avrebbe voluto e dovuto fare sin dall’inizio. Lo si vede quando si deve decidere su mascherine all’aperto e riapertura delle discoteche. Prima avrebbe mediato tra aperturisti e rigoristi, oggi ha semplicemente deciso che dal 10 febbraio si ritorna alla normalità. Lo ha fatto ascoltando i suoi consiglieri e gli esperti di cui si fida. Ma non preoccupandosi dell’umore o delle eventuali reazioni di coloro che sul rigore assoluto ne avevano fatto una questione di principio.
approfondimento
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PNRR: 45 obiettivi da realizzare, tra progetti e riforme
In apertura chiama un applauso per Mattarella. Un ringraziamento per aver detto “ancora si” e l’attestazione di una piena sintonia con le priorità indicate: “la lotta alla pandemia e la ripresa della vita economica e sociale del Paese sono le stesse del Governo”. Ma è subito dopo che in modo perentorio mette tutti sull’attenti. Entro giugno devono arrivare altri 24 miliardi dal PNRR. Per incassarli ci sono da realizzare 45 obiettivi, tra progetti e riforme. Per mercoledì Draghi chiede ad ogni ministro lo stato preciso dei lavori. A che punto siamo. Cosa manca. Cosa serve per concluderli. Vuole avere un quadro ben definito e da qui a 48 ore si saprà chi ha fatto i compiti bene, chi li ha fatti male e chi non li ha proprio fatti. La cifra di questa nuova fase è da leggersi in questo modo spiccio e ultimativo, basato sulla concretezza del lavoro e dei risultati e non su chiacchiere, strategie ed esigenze elettorali. Presto per dire se davvero ci riuscirà ma l’inizio e senza esitazioni. Per il momento è sufficiente così.