Ballottaggio Roma, Calenda a Sky TG24: "Il mio appoggio a Gualtieri? Dipende dai temi"

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Il leader di Azione: “Chiaramente sono più vicino a Gualtieri che a Michetti, che considero un impreparato prestato alla politica”. Ma avverte: no a 5 Stelle in giunta

Non ha raggiunto il ballottaggio, ma Carlo Calenda resta soddisfatto e si dice pronto per le sfide future. Il leader di Azione, a Sky TG24, si è espresso sulle elezioni comunali e la situazione politica a livello nazionale, partendo dall’assenza dei ministri della Lega nel Cdm di ieri sulla delega fiscale: “È un riflesso della campagna elettorale e di una sconfitta di Salvini che, siccome non ha alcuna maturità e serietà politica, agisce solo sull’onda del momento. È un leader in grande crisi. La Lega è andata molto male a Roma, e non solo, e quello che fa è cercare di buttare la palla in trincea creando il prossimo casino. Credo che Draghi abbia l’autorevolezza per andare avanti, fare quello che ha fatto fino adesso, cioè fregarsene, e lasciare giocare i bambini con i loro capricci”. 

Crisi di Governo

“Non credo che la Lega aprirà una crisi di Governo, ma penso che continuerà a rompere le scatole per dire ‘io esisto’: questo è un po' il modo in cui si fa la politica in Italia, cioè dire delle cose che non si realizzeranno invece di fare proposte un po' più articolate e complesse come, per esempio, quella che abbiamo fatto noi sul Recovery fund, perché quello richiede lavoro, avere un ufficio studi, fare delle analisi. Ma questo nessuno dirà di farlo”.

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Un’Azione nazionale

“Quello che abbiamo fatto a Roma è frutto di un modo di lavorare, di fare politica, che si concentra sull’essere molto netti sulle cose da fare, approfondirle, e farle in modo pulito”, ha proseguito Calenda parlando del suo partito: “Questo è quello che, da oggi, comincio a fare con Azione anche sul piano nazionale. Il nostro, nel giro di pochissimo tempo, è diventato il primo dei piccoli partiti, e adesso bisogna farlo diventare un grande partito. La lista civica da sola ha preso quanto le liste del M5S in tutte le città, quindi è stato un grande risultato”.

 

L’obiettivo è chiaro: “Vorrei fare in Italia quello che ho fatto a Roma, cioè convincere gli elettori che si deve votare sulla base del lavoro, della preparazione, della serietà, delle proposte concrete, e non della guerra ideologica tra destra e sinistra. Peraltro ieri mi dicevano che ero di destra perché Giorgetti mi aveva detto che ero bravo, mentre oggi mi dicono che sono di sinistra perché riservo il mio voto: fa un po' ridere questo ragionamento, con destra e sinistra usate così, strumentalmente. Quindi il lavoro che farò è quello che ho fatto a Roma a livello nazionale, portare Azione al 20% e farlo diventare un grande partito, riformista, per nulla moderato e centrista, e pronto ad allearsi con il Partito Democratico, se questo sceglie il ‘modello Draghi’ che è alternativo al ‘modello Conte’, e con persone come Mara Carfagna, che rappresentano l’ala europeista di Forza Italia e che non vogliono morire sovranisti. Questo è il progetto politico di Azione dal primo giorno”. 

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Sul ballottaggio

Ma cosa farà adesso a Roma? La risposta di Calenda è convinta: “Chiaramente sono più vicino a Gualtieri che a Michetti, non solo perché conosco molto bene Roberto, che è una persona stimabile, mentre Michetti lo considero un impreparato prestato alla politica. Però qui il tema non è quello che farò o voterò io, quei voti non sono i miei ma dei cittadini che hanno creduto in un progetto. Questi devono ritrovare nella proposta di Gualtieri quel progetto, alcuni elementi, ed il primo è che non ci devono essere i 5 Stelle in giunta. Secondo, cosa pensa del termovalorizzatore. Terzo, cosa farà sulle municipalizzate. Ecco, penso che quello che dovrebbe fare Gualtieri adesso è chiarire queste cose, e non per me ma per gli elettori che mi hanno votato e che altrimenti non lo voteranno”.

 

“Dico a Gualtieri - ha ribadito - che voglio un impegno, che peraltro oggi lui più o meno ha preso, e cioè che i 5 Stelle non saranno in giunta. In ogni caso Azione, anche con Gualtieri sindaco, sarà all'opposizione, perché questo è un impegno che abbiamo preso con i cittadini”.

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Draghi al Quirinale

 Se Mario Draghi andasse al Quirinale, Calenda sarebbe contento: “Io non ho la più vaga idea di cosa voglia fare Draghi, ma credo che sarebbe un ottimo presidente della Repubblica. Penso che dobbiamo cominciare a porci il  problema di votare persone che sono simili a Draghi, che certamente non possono paragonarsi a quest’ultimo, ma che abbiano quella proposta politica, ovvero un riformismo pragmatico che trova una radice nel liberalismo sociale. Questa è la matrice di Draghi, ma soprattutto questo è il metodo di lavoro di Draghi. E io credo che ci sia uno spazio enorme per dare rappresentanza politica quando Draghi sarà alla presidenza della Repubblica, cosa che io spero. Un'area che si deve alleare, io non ho pregiudiziali, con persone credibili, che non facciano quello che fa il M5S, e cioè cambiare idea ogni cinque minuti. I 5 Stelle stanno esplodendo, sono finiti”, ha concluso.

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