Sostegni bis, Mattarella firma ma avverte: "Basta emendamenti con norme fuori tema"

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Il presidente della Repubblica ha inviato una lettera alle Camere e al governo richiamando al rispetto delle norme della Costituzione. Contesta l'eccessivo uso di emendamenti che si discostano dalla finalità originaria della legge, ovvero stanziare misure per fronteggiare l’emergenza pandemica. Nel dl sono 393 le norme aggiuntive alle 479 originarie

Troppe norme dell’ultimo momento e che non sono in linea con il contenuto originario. È l’ammonimento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che oggi ha promulgato la legge di conversione del dl Sostegni bis. Richiamando però il governo e le Camere al rispetto delle norme della Costituzione. Nella lettera di accompagnamento alla promulgazione, Mattarella contesta l'eccessivo uso di emendamenti che si discostano dalla finalità originaria della legge, ovvero stanziare misure per fronteggiare l’emergenza pandemica. Il presidente ha anche fatto un elenco delle misure fuori tema contenute nella legge. Con un avvertimento: “Per quanto riguarda le mie responsabilità, valuterò l'eventuale ricorso alla facoltà prevista dall'articolo 74 della Costituzione nei confronti di leggi di conversione di decreti-legge caratterizzati da gravi anomalie che mi venissero sottoposti”.

La lettera

Nella lettera, Mattarella spiega che ha provveduto alla promulgazione considerando l’imminente scadenza del termine per la conversione del dl in legge (il prossimo 25 luglio): il rischio di un rinvio sarebbe stato ritardare l'erogazione di sostegni essenziali per milioni di famiglie e di imprese. “La consapevolezza della straordinarietà e della gravità del momento che il Paese sta attraversando per le conseguenze economiche e sociali dell'emergenza pandemica non può affievolire il dovere di richiamare al rispetto delle norme della Costituzione”, scrive il presidente. “Avverto la responsabilità di sollecitare nuovamente Parlamento e Governo ad assicurare che, nel corso dell'esame parlamentare, vengano rispettati i limiti di contenuto dei provvedimenti d'urgenza, come già richiesto con analoga lettera dell'11 settembre 2020”.

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Le norme fuori tema

Nella missiva il presidente riporta anche una serie di norme entrate con gli emendamenti in sede di conversione del decreto che a suo giudizio si caratterizzano come “fuori tema” rispetto al contenuto originario. “Il potere di emendamento parlamentare deve intendersi limitato a disposizioni che siano coerenti con quelle originarie o dal punto di vista oggettivo e materiale, o dal punto di vista funzionale e finalistico", ricorda Mattarella. Tra i 393 commi aggiuntivi, rispetto ai 479 originari, il presidente evidenzia quelli che “sollevano perplessità in quanto perseguono finalità di sostegno non riconducibili all'esigenza di contrastare l'epidemia”. Alcuni esempi: la riconversione dei beni demaniali ad uso militare situati all'interno di parchi nazionali, l’autonomia scientifica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’incremento dell’indennitò di servizio per i militari all’estero, il rinnovo dei termini per un’istruttoria dell’Agcom, la semplificazione di misure per la produzione per le industrie dell’Agenzia Industrie Difesa. “L’inserimento di norme con queste modalità, oltre ad alterare la natura della legge di conversione, recano pregiudizio alla qualità della legislazione”, scrive Mattarella.

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I provvedimenti d’urgenza durante la pandemia

Dal febbraio 2020 al luglio 2021 sono stati adottati dal governo 65 decreti legge, rispetto ai 31 dei 18 mesi precedenti. “I provvedimenti d'urgenza hanno comprensibilmente assunto di frequente in questa fase un'estensione eccezionale e la loro moltiplicazione ha determinato un fenomeno di sovrapposizione e intreccio di fonti normative”. Per questo il presidente della Repubblica ha ricordato che il decreto legge deve presentare un oggetto il più possibile definito e circoscritto per materia e che nella procedura di conversione gli emendamenti devono essere limitati al contenuto originario. “Anche per rimuovere la abituale prassi, ormai generalizzata, che consiste nella presentazione di maxi emendamenti sui quali porre la questione di fiducia, prassi sulla quale si è registrato un monito critico da parte della Corte Costituzionale con la citata sentenza n. 32 del 2014”, avverte Mattarella.

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L’avvertimento

“Formulo, pertanto, un invito al Parlamento e al governo a riconsiderare le modalità di esercizio della decretazione d'urgenza, con l'intento di ovviare ai profili critici da tempo ampiamente evidenziati dalla Corte costituzionale, nonché nelle stesse sedi parlamentari, oltre che in dottrina, e che hanno ormai assunto dimensioni e prodotto effetti difficilmente sostenibili”, ha sottolineato il presidente della Repubblica. “Per quanto riguarda le mie responsabilità, valuterò l'eventuale ricorso alla facoltà prevista dall'articolo 74 della Costituzione nei confronti di leggi di conversione di decreti-legge caratterizzati da gravi anomalie che mi venissero sottoposti. Anche tenendo conto che il rinvio alle Camere di un disegno di legge di conversione porrebbe in termini del tutto peculiari - alla luce della stessa giurisprudenza della Corte costituzionale - il tema dell'esercizio del potere di reiterazione, come evocato in una lettera del 22 febbraio 2011 del Presidente Napolitano. Auspico che queste considerazioni e questi rilievi siano oggetto di approfondimento e di riflessione nell'ambito del Parlamento e del Governo”.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della seduta di insediamento del Consiglio Superiore della Magistratura nella nuova composizione, Roma, 25 settembre 2018. ANSA/UFFICIO STAMPA QUIRINALE ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

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