Disegno di legge sulla caccia, da armi a giorni in cui sarà consentito cacciare: le novità

Politica
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Introduzione

La proposta di modifica alla legge che disciplina l’attività venatoria ha suscitato forti polemiche da parte di Legambiente e dei partiti d’opposizione. Le novità introdotte riguardano aspetti rilevanti, dalle tipologie di armi consentite ai giorni in cui sarà possibile cacciare, fino alla possibilità di trattenere i cinghiali abbattuti. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta

Quello che devi sapere

La nuova proposta di legge per cacciare

  • La nuova bozza di disegno di legge sulla caccia, composta da 18 articoli, propone una revisione della storica legge n. 157 dell’11 febbraio 1992, che per la prima volta aveva regolamentato in Italia l’attività venatoria. Il provvedimento, attualmente in discussione, mira a ridefinire i criteri di gestione e protezione della fauna selvatica omeoterma, nonché le modalità di prelievo venatorio. Il primo articolo stabilisce le finalità generali della legge, che si concentrano sul bilanciamento tra tutela ambientale e attività di caccia regolamentata. L’intento dichiarato è quello di aggiornare il quadro normativo alle nuove esigenze territoriali e faunistiche

Armi consentite e limiti tecnici

  • Uno degli aspetti centrali della proposta è l’articolo 8, dedicato alla regolamentazione delle armi utilizzabili durante l’attività venatoria. Sono previsti: fucili a canna liscia fino a due colpi, semiautomatici con caricatore di massimo due cartucce (calibro non oltre il 12), e fucili a canna rigata con caricatore omologato (calibro minimo 5,6 mm). Sono consentiti anche fucili combinati, archi e falchi. Un’eccezione è concessa per la caccia al cinghiale, dove il caricatore dei fucili a ripetizione può contenere fino a cinque cartucce. L’obiettivo è definire con precisione quali strumenti siano ammessi, cercando di evitare usi impropri o eccessivamente pericolosi

Giorni di caccia e deroghe possibili

  • Le nuove disposizioni stabiliscono limiti settimanali all’esercizio venatorio: sarà vietato cacciare per più di tre giorni a settimana, con il martedì e il venerdì in cui l’attività è sempre sospesa. Fanno eccezione la caccia di selezione agli ungulati e le specie ulteriori indicate tramite decreto dal Ministero dell’Agricoltura, sentiti anche ISPRA e il Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale. Le Regioni avranno facoltà di lasciare libertà di scelta ai cacciatori sui giorni, nei limiti imposti. Queste modifiche puntano a una maggiore sostenibilità, ma suscitano anche dibattito sull’efficacia della loro applicazione concreta

Controllo dei cinghiali e diritti degli agricoltori

  • Un tema particolarmente discusso è il controllo della specie cinghiale. Secondo l’articolo 12 del disegno di legge, imprenditori agricoli, proprietari e conduttori di fondi, se muniti di regolare licenza di caccia e corsi di formazione approvati, potranno richiedere l'autorizzazione a svolgere interventi di contenimento. In cambio dei costi sostenuti, sarà loro consentito trattenere gli animali abbattuti, previa analisi igienico-sanitaria. Questa misura è vista come una risposta all’emergenza danni agricoli, ma ha acceso polemiche in ambito ambientalista e alimenta timori di caccia privatizzata e meno controllata

Le critiche di Legambiente

  • La proposta ha provocato una forte reazione da parte di Legambiente. Il presidente nazionale, Stefano Ciafani, ha denunciato pubblicamente il rischio di "cancellare sessant’anni di politiche e azioni a tutela della fauna selvatica". Secondo l’associazione, il nuovo disegno di legge violerebbe l’articolo 9 della Costituzione, modificato nel 2022 per includere l’obbligo di tutela degli animali e dell’ambiente. In occasione del decennale della legge sui delitti ambientali, Legambiente ha rivolto un appello diretto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, chiedendo di bloccare quella che definisce una “devastazione legislativa”

Un appello al governo e all’Europa

  • Ciafani invita il governo non solo a respingere la proposta, ma a completare la riforma ambientale avviata nel 2015 con l’introduzione delle sanzioni per i reati ambientali. Secondo Legambiente, l’Italia deve adeguarsi alla direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente, rafforzando la lotta contro crimini come il bracconaggio e il traffico illecito di specie protette. L’approvazione del nuovo ddl, al contrario, rappresenterebbe un passo indietro rispetto agli impegni internazionali dell’Italia e un pericoloso precedente per altri settori legati alla protezione della biodiversità

Le reazioni politiche

  • Anche il fronte politico ha reagito con fermezza. Eleonora Evi, deputata del Partito Democratico, ha definito il disegno di legge "l’ennesima vergogna" e ha criticato l’idea che la caccia possa essere considerata utile alla tutela della biodiversità. Dello stesso avviso Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, che denuncia come la proprietà privata venga ignorata quando si tratta di attività venatoria. Zanella ha annunciato una proposta per abrogare l’articolo 842 del Codice Civile, che consente ai cacciatori di entrare nei fondi privati anche contro il volere del proprietario

I rischi ambientali

  • Secondo gli ambientalisti e parte dell’opposizione, la riforma potrebbe aprire a una liberalizzazione incontrollata: si paventa la possibilità di cacciare nelle spiagge, ridurre le aree protette a favore di zone venatorie, riaprire i roccoli e autorizzare i richiami vivi. Preoccupa anche l’ipotesi di riconoscere licenze di caccia a cittadini stranieri nelle aziende faunistico-venatorie, con minori controlli e standard sanitari. Per i critici, questa proposta non riguarda solo l’ambiente, ma rappresenta una battaglia di civiltà e democrazia, con implicazioni profonde su diritti, proprietà e salvaguardia del patrimonio naturale italiano