Vaccini, Morra a Sky TG24: "Lo Stato non può permettere che il singolo faccia il furbo"

Politica

Il presidente della commissione Antimafia spiega che ha chiesto dei dati precisi per fare chiarezza sugli episodi di corsie preferenziali per le vaccinazioni anti-Covid, e avverte: "Sappiamo da tempo che le mafie hanno manifestato grande attenzione al business della sanità. I vaccini potrebbero essere utilizzati al fine di conquistare consenso. Le organizzazioni mafiose vogliono dimostrare di essere più efficaci e credibili dello Stato"

“Lo Stato non può permettere che il singolo faccia il furbo sui vaccini, deve dire ‘devi aspettare il tuo turno’”. A dirlo è Nicola Morra che, intervistato a Sky TG24, spiega di aver chiesto dei dati precisi per fare chiarezza sugli episodi di corsie preferenziali per le vaccinazioni anti-Covid. Poi il presidente della commissione Antimafia avverte che potrebbe esserci di mezzo la criminalità organizzata: “Ci sono associazioni mafiose che dettano legge” (COVID: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - SPECIALE).

"Abbiamo chiesto dei dati"

“Ogni singolo può avere anche la coscienza più diabolica di questa terra, il problema è l’organizzazione – dice il senatore – lo Stato ha il compito di fermare il cittadino che cerchi di ledere il diritto di chi è più meritevole di vaccino”. E sui casi di vaccinazioni anomale, che non riguardano l’età o la fragilità, Morra spiega: “È stato presentato un esposto presso la procura di Catanzaro per vaccinati appartenenti a strutture politiche, sono stati poi vaccinati anche dei sacerdoti”. La commissione Antimafia ha per questo deciso di far luce sulla questione: “Noi siamo una commissione d’indagine. Abbiamo chiesto i dati, perché le indagini si fanno sui dati completi. Adesso siamo nella fase di richiesta e acquisizione dei dati. I registri con i nomi vanno trattati con grande prudenza e tutto verrà fatto nel rispetto della norma – aggiunge Morra - La commissione ha determinati poteri e, per quello che potrà fare, farà. Dobbiamo smettere di pensare che ci siano italiani di serie a e di altre serie”.

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"La voce 'Altro' è troppo indefinita"

Per ora però il problema non sembra risolto, ammette Morra: “Speravamo che dopo questa denuncia i numeri della classificazione ‘Altro’ diminuissero, invece stanno aumentando”, dice riferendosi alla categoria che nei dati regionali non specifica il ruolo del vaccinato. “Ogni realtà demografica – ha aggiunto - presenta caratteristiche particolari, però la cosa che stiamo sottolineando è che la voce ‘Altro’ è troppo indefinita per permettere un’analisi puntuale del dato. Ha fatto bene la Regione Campania, che in funzione delle sollecitazioni che la stessa Commissione Antimafia ha prodotto, ha deciso di declassificare ‘altro’, presentando sub categorie più specifiche, perché. Bisogna dirlo, in ‘altro’ rientrano anche le categorie protette”

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"Presente la criminalità organizzata"

“Sappiamo da tempo che le mafie hanno manifestato grande attenzione al business della sanità. I vaccini potrebbero essere utilizzati al fine di conquistare consenso. Le organizzazioni mafiose mirano a conquistare consenso, vogliono dimostrare di essere più efficaci e credibili dello Stato”, dice il presidente della commissione Antimafia. "Abbiamo chiesto i dati di Sicilia Calabria, Campania e Valle d’Aosta. Stamattina è emerso anche il dato della provincia di Bolzano - continua Morra - mi sembra che abbiano una presenza criminale quantomeno indiscussa, la stessa valle d’Aosta dal 2019 ha subito un’infiltrazione di ndrangheta abbastanza rilevante”.

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"Potere eccessivo ai sindaci"

Per Morra bisogna ridiscutere i ruoli di chi decide le categorie da vaccinare prioritariamente: “Se tu demandi ai sindaci la responsabilità di determinare le categorie, tu concedi all’autorità politica un potere che non dovrebbe essere concesso alla stessa. Noi spesso sciogliamo Comuni per infiltrazioni mafiose, quindi bisognerebbe essere il più possibile obiettivi, rigorosi e scientifici, facendo capire che il vaccino va a chi deve essere tutelato per ragioni medico-sanitarie”. E pone la domanda che in molti si sono fatti in queste settimane: “Se io faccio vaccinare funzionari e dipendenti di un’agenzia regionale, perché non posso vaccinare i dipendenti dei supermercati?”.

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