In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Crisi di governo, si tratta sul programma. Ma ancora tanti i nodi

Politica
©Ansa

La trattativa è ancora tutta in salita: ci sono stati alcuni passi avanti, ma restano ancora diversi temi divisivi come il Mes, le politiche sul lavoro, la sanità, le infrastrutture, la giustizia. Resta da capire come il tavolo dovrà terminare i suoi lavori martedì intorno alle 13: per Italia viva è necessario che si metta nero su bianco un documento in cui vengano indicati i punti programmatici dell'eventuale nuovo governo

Condividi:

La trattativa sul programma del nuovo governo, che deve ancora nascere, è ancora tutta in salita. Tra i capigruppo e i tecnici dei partiti della maggioranza uscente, a cui si aggiunge il nuovo gruppo degli Europeisti, ci sono stati alcuni passi avanti, ma restano ancora diversi temi divisivi. Temi che hanno creato momenti di tensione al tavolo. Alcuni esempi? Il Mes, le politiche sul lavoro, la sanità, le infrastrutture. E non ultimo il capitolo riforme, con i renziani che chiedono una bicamerale (la cui guida potrebbe essere affidata all'opposizione). Un organismo analogo, per Italia Viva, dovrebbe vedere la luce anche sul Recovery (LO SPECIALE SULLA CRISI DI GOVERNO).

I temi che ancora dividono

Martedì si dovrebbe affrontare il tema della giustizia, da sempre altamente a rischio scontro tra Iv e M5S. La vigilia non farebbe ben sperare: i renziani hanno presentato al decreto Milleproroghe, in esame alla Camera, un emendamento per bloccare la riforma Bonafede sulla prescrizione per tutto il 2021. Ma forse il nodo che rende difficile, al momento, fare pronostici sull'esito del tavolo è questo: con quale formula il tavolo dovrà terminare i suoi lavori martedì intorno alle 13. Per Italia viva è necessario che si metta nero su bianco un documento in cui vengano indicati i punti programmatici dell'eventuale nuovo governo, da qui al 2023. Una posizione che non ha riscontrato il favore di Pd e M5S, ma neppure delle altre forze minori: il programma lo scrive il presidente del Consiglio. Per dem e pentastellati, osserva più di una fonte parlamentare, sarebbe l'ennesimo rialzo da parte di Renzi, che vorrebbe “depotenziare” Giuseppe Conte “scrivendogli lui il programma di fine legislatura”.

totonomi premier

vedi anche

Crisi di governo, dai possibili nomi per il premier al totoministri

Il nodo Mes

Altra nota dolente è il Mes, anche se Iv non va allo strappo: pone al tavolo la questione dei fondi per la sanità (capitolo caro anche al Pd, che chiede di aumentare le risorse) e quindi i due capigruppo Iv rilanciano sul fondo salva Stati, ma proponendo di utilizzare solo una parte dei 36 miliardi a disposizione. I 5 stelle restano però fermi sul no. E, secondo alcuni, si tratta dell'ennesima “provocazione” di Renzi per tirare sempre di più la corda, stando a guardare se a spezzarla saranno i 5 Stelle o i dem.

Confronto aperto sul lavoro

Confronto aperto sul tema del lavoro: la direzione è di insistere maggiormente sulle politiche attive, rivedere - ma senza cancellare - il reddito di cittadinanza, puntando sugli ammortizzatori sociali. Al tavolo i capigruppo del Pd Delrio e Marcucci, affrontando il tema del lavoro, hanno posto l'esigenza dell'ammortizzatore unico, della parità salariale e della piena occupazione femminile. Il dialogo si è incentrato soprattutto sulla necessità di ragionare sul tema dell'occupazione. Italia viva, secondo quanto viene riferito da fonti parlamentari, ha chiesto un cambio di passo per Anpal e Inps. Nel mirino di Renzi Parisi e Tridico, ma i toni comunque sono stati pacati, anche se c'è stata una discussione tra Iv e M5S, che non intende rinunciare al reddito di cittadinanza e propone anche il salario minimo, nonché politiche per gli autonomi come gli ammortizzatori sociali.

La legge elettorale

Sul tavolo anche la legge elettorale proporzionale voluta da Pd e M5S e cara anche alle forze minori, convinti che Renzi possa convergere con un'asticella più bassa rispetto alla soglia del 5%, ma anche i corretti costituzionali al taglio dei parlamentari, sui quali insistono i dem. Tra i giallorossi, comunque, resta il timore che Renzi stia bluffando, che quando si andrà a discutere della squadra dei ministri e del presidente del Consiglio l'asticella sarà così alta da far saltare il tavolo. Tanto che, poco prima della fine dei lavori nella serata di lunedì, alcune fonti Iv hanno fatto filtrare che si era a un passo dalla rottura: non tanto per il confronto al tavolo promossa dal presidente Fico, quanto per la “trattativa parallela” sulla possibile squadra di governo. Ma gli stessi renziani frenano. E il capogruppo di Leu spiega: "Sento dire che abbiamo litigato, che c'è stata una rottura. È una fake news. Il lavoro è andato molto bene", garantisce Fornaro.

Renzi insiste per un documento scritto

"Vediamo domani" come il presidente Fico "immaginerà di muoversi", ha detto in serata Renzi nella chat con i suoi parlamentari. "Noi ci manteniamo disponibili e collaborativi, senza veti e senza pregiudizi. Speriamo che nelle prossime ore si faccia un passo in avanti". Anche se torna a insistere sul documento scritto: "Abbiamo chiesto di avere un documento scritto perché solo mettendo nero su bianco le priorità, dalla giustizia al lavoro, dalla sanità alle riforme, potremo essere chiari davanti ai cittadini. Una crisi come questa merita di essere risolta in modo trasparente: va scritto ciò su cui siamo d'accordo e in che tempi realizzarlo".