Recovery Plan, tensione nel governo con Iv. Renzi: accelerare o non ha senso restare

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Nervi tesi nell'esecutivo, il leader di Italia Viva in videoconferenza con deputati e senatori mette in guardia: "Vogliamo la stabilità, ma non l'immobilismo". Momenti di scontro nelle scorse ore con Pd, M5s e Leu da una parte e Italia viva dall’altra. I pentastellati avevano provato a smorzare i torni, annunciando passi in avanti. Media Conte, che chiede uno "sforzo collettivo" e ribadisce che la bozza sarà portata nel prossimo Cdm, lunedì sera o martedì

Ancora tensione e stallo nel governo. L'ultimo capitolo si è consumato con la videoconferenza tra Renzi e i deputati e senatori di Italia Viva, durante la serata di sabato. Il leader di Iv avrebbe evidenziato nuovamente le condizioni per una permanenza nell'esecutivo, ovvero l'accelerazione nell'azione di governo. In caso contrario, avrebbe specificato Renzi, non ha più senso far parte dell'esecutivo. Il leader di Iv avrebbe sottolineato di non volere la crisi, ma la stabilità, evitando però l'immobilismo. Secondo quanto trapela, Renzi avrebbe detto di considerare lo spettro delle elezioni anticipate come un bluff.

Le tensioni nel governo erano cresciute dopo il vertice di maggioranza di venerdì scorso, in cui si sono discussi i temi del Recovery plan e del Mes. Il premier avrebbe parlato di una bozza migliorata, mentre Matteo Renzi ha denunciato di non averla ancora vista. L'offerta finale che Giuseppe Conte ha messo sul tavolo per il leader di Iv è questa: martedì il Recovery plan, poi il tavolo per il patto di legislatura e un corposo rimpasto. Se Italia viva la respingerà - è il sottotesto - è pronta la sfida in Aula, in nome del "bene comune" e del servizio al Paese. Le posizioni, però, restano distanti. C'è tempo fino a lunedì sera (il Cdm potrebbe essere anticipato) o martedì per trovare l'intesa o Renzi sancirà la rottura. Il leader di Iv non impedirebbe, secondo alcune fonti, di approvare il Recovery in Cdm e voterebbe anche lo scostamento di bilancio, ma con le dimissioni di Teresa Bellanova ed Elena Bonetti aprirebbe la crisi. 

 

Cdm sul Recovery

Negli ultimi giorni non ci sarebbero stati contatti diretti tra il premier e Renzi. Ma gli ambasciatori sono al lavoro e non si escludono contatti nelle prossime ore. In serata, Conte - che continua nella sua opera di mediazione - ha confermato che "nella riunione di ieri sera, con tutte le forze di maggioranza abbiamo convenuto di portare al prossimo Consiglio dei ministri la nuova bozza aggiornata del Piano, in modo da poter proseguire le interlocuzioni con il Parlamento e le parti sociali e poi passare alla stesura dello schema definitivo". Ha aggiunto che "mai come adesso serve un grande sforzo collettivo per realizzare al più presto un Recovery Plan che garantisca al nostro Paese una pronta ripartenza".

Le tensioni

A Italia viva le parole del premier non sembrano bastare: i renziani invocano "risposte" e restano pronti alla rottura, con le dimissioni delle due ministre Iv. Renzi nelle scorse ha confermato che se la maggioranza "vuole i nostri voti deve ascoltarci, sennò restituiamo le poltrone". Il Pd, ma anche il M5s e Leu, spingono per l'accordo, senza più rinvii. Nella riunione di venerdì non sarebbero mancati momenti di scontro proprio con Pd, M5s e Leu, che avrebbero accusato Italia viva di "tenere in ostaggio" il Recovery plan. La delegazione pentastellata ha fatto però sapere che sono stati fatti passi in avanti e che si confida di approvare il piano in Cdm per poi passare al programma di governo.

Conte: "Bozza migliorata i contributi delle varie forze politiche"

"Tutti i contributi delle varie forze politiche sono serviti a migliorare l'attuale bozza di lavoro del Recovery Plan", avrebbe affermato Conte riguardo al Piano. "Abbiamo rafforzato ancor di più il piano degli investimenti senza abbandonare gli incentivi, che pure tornano utili", avrebbe spiegato ancora il premier. "Intendiamo puntare ancora più decisamente sulle donne, sui giovani e sul Sud", avrebbe aggiunto. "Non abbiamo potuto accogliere tutte le richieste di ciascuna forza politica, dobbiamo sempre tener conto dell'equilibrio complessivo. Ma - avrebbe sottolineato - ciascuna forza può riconoscere l'incidenza delle proprie proposte nella nuova bozza e apprezzare i significativi passi avanti compiuti".

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Renzi: "Il Recovery non ci è mai stato consegnato"

Dopo il vertice di venerdì,  Renzi aveva scritto su Twitter: "Le veline di Palazzo dicono che Italia Viva 'tiene in ostaggio il Recovery plan'. Santa pazienza! Ribadiamolo: il Recovery plan non ci è stato ancora consegnato, non c'è. Lo abbiamo chiesto in Aula il 22 luglio 2020, dice che forse lo inviano domani (9 gennaio, ndr). Altro che ostaggio!". Dario Franceschini e Graziano Delrio, in asse con il segretario Pd Nicola Zingaretti, inviano all'ex segretario un messaggio per cercare di mediare: con "buonsenso e buona volontà" è possibile "evitare una crisi in piena pandemia" e scrivere il nuovo patto di governo. Altrimenti, avvertono, Iv dovrà assumersi la responsabilità di bloccare Recovery e ristori. 

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Orlando: "Dopo tensione, fatto un passo avanti"

Il vicesegretario del Pd Andrea Orlando invece sottolinea che "tutte le forze della maggioranza hanno deciso di approvare la prossima settimana la proposta di Recovery". E aggiunge: "Credo sia una decisione giusta e responsabile. Evitiamo che le divisioni politiche pesino su questo strumento fondamentale per il futuro del Paese". Rispondendo inoltre a Davide Faraone, senatore di Iv, che su Twitter lamentava di essere stato accusato di tenere in ostaggio il Recovery plan, afferma: "Contano i fatti e posso dire che questa sera, dopo una tensione iniziale, il vostro contributo è stato costruttivo e si è fatto un passo avanti. Il Recovery non può essere ostaggio (non vostro) ma delle divisioni".

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