Coronavirus, Toti a Sky TG24: "Grande aumento dei contagi a Genova ma non in altre parti"

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Il presidente della Regione Liguria ha parlato della situazione nel Paese a causa della pandemia e in particolare nel suo territorio: "Oggi il numero di decessi e delle terapie intensive non è paragonabile a quello della primavera". La Liguria "è divisa sostanzialmente in due, abbiamo situazioni nelle province che è sotto la media nazionale, mentre abbiamo Genova con una gigantesca pressione nei pronto soccorso della città" 

"La situazione è di grande aumento dei contagi a Genova, ma non da altre parti" e di "alto affollamento nei Pronto Soccorso". Così il governatore Giovanni Toti a Sky TG24 ha parlato della diffusione del Coronavirus in Liguria, rassicurando sulla tenuta degli ospedali e delle terapie intensive. Il presidente della Regione ha spiegato che il territorio è diviso tra zone in cui si contano meno nuovi contagiati e altre con numeri più importanti  (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI).

Toti: "Cerco di bilanciare le misure"

La Regione Liguria "è divisa sostanzialmente in due, abbiamo situazioni nelle province che è sotto la media nazionale, mentre abbiamo Genova con una gigantesca pressione nei pronto soccorso della città ma i posti letto negli ospedali ci sono. Genova oggi ha lo stesso numero di terapie intensive che aveva tre giorni fa, anzi è lievemente calato. Segno che i ricoveri in pronto soccorso riguardano medie e basse intensità di cura”, ha precisato Toti. Sugli interventi presi per Genova, ha poi spiegato di essersi basato "sulle decisioni del mio comitato tecnico scientifico e sulla saturazione delle terapie intensive" e di cercare "di essere prudente nel bilanciare gli interventi" che hanno impatto sulla situazione economica. Gli interventi più estremi dovrebbero poi essere compensati con forme di sostegno e reddito alle comunità colpite. 

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Chiusure notturne "non è detto che abbiano effetti molto positivi"

Sul divieto di uscita nelle ore notture, adottato in alcune regioni,  Toti ha spiegato che "ci sono idee anche molto discordi. Chiudendo tutto nelle ore già meno trafficate e in cui le fasce di cittadinanza più esposta, cioè i molto anziani e i fragili per differenti patologie, non sono normalmente quelle che si affollano fuori dai locali a fare bisboccia, non è detto che quel provvedimento, avendo un costo doloroso per le attività commerciali, abbia anche un ritorno molto positivo sulle curve”.

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ANSA/  CIRO FUSCO

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"Oggi il numero dei decessi non è paragonabile a quello della primavera"

Per il presidente della Regione Liguria, inoltre, attualmente "il numero di decessi e delle terapie intensive non è paragonabile a quello della primavera" e la preoccupazione di Toti è momentaneamente "per l’aumento di richieste di spazi per bassi ricoveri" rispetto alle richieste di terapie intensive. L'obiettivo, secondo il governatore, è cercare di agire per contenere il numero di contagi e al contempo anche il danno economico che potrebbe essere provocato da determinate misure restrittive.

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"Se ci sarà lockdown nazionale Liguria non si sfilerà, ma valutiamo impatto economico"

“Credo che una valutazione con il Governo nelle prossime ore andrà fatta, se riteniamo di fare un lockdown nazionale certamente la Liguria non si sfilerà, non lo ha mai fatto", ha poi precisato su possibili scenari futuri. "Credo che il Governo debba valutare bene l’impatto economico che questo avrà sulla nostra società", ha però aggiunto Toti.

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