Il presidente dell’Inps è al centro di forti critiche in seguito alla notizia dell’aumento del suo stipendio, che passa con decreto interministeriale da 62mila a 150mila euro lordi
Con una secca replica, Pasquale Tridico ha dichiarato che non si dimetterà. Sentito ieri mattina al telefono dal Corriere della Sera, il presidente dell’Inps ha ribattuto seccamente alle accuse mosse contro di lui per l’aumento di stipendio da 62mila a 150mila euro lordi, disposto dal governo con un decreto interministeriale del Lavoro e dell’Economia (Catalfo del M5s e Gualtieri del Pd). La notizia ha fatto sollevare un polverone, che è andato montando dopo ora, fino a far scatenare tutta l’opposizione compatta e non solo.
La replica di Tridico
“Non c'è nulla da chiarire, ha già detto tutto il comunicato della direzione del personale dell'Inps. Mancano i fatti” ha detto, chiarendo anche che la reotroattività non c’è e che nessuno all'Inps ha mai disposto il pagamento di arretrati a suo favore. Prima di recarsi a messa come ogni domenica, Tridico ha anche dichiarato di non aver parlato con nessuno, né con Conte né con Di Maio. Come si poteva immaginare la questione è diventata centrale nel dibattito della giornata, con un susseguirsi di dichiarazioni dei vari esponenti politici che hanno a gran voce chiesto le sue dimissioni.
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Di Maio interviene sulla vicenda
Il Ministro degli Esteri nella serata di ieri è intervenuto a Che Tempo che Fa affrontando la questione. "Sulla vicenda Tridico dobbiamo fare una considerazione legata anche al momento di grande difficoltà in cui si trovano i cittadini italiani ed è chiaro che vedendo questa notizia non sono assolutamente d'accordo". "Si è riunito a Palazzo Chigi un comitato di tecnici – ha ricordato - che doveva revisionare gli stipendi del Cda dell'Inps perché è stata fatta la riforma ed era stato introdotto il Cda, in quel momento una proposta diceva addirittura 240.000 euro all'anno, poi la proposta è stata 150.000. Come ha detto il Presidente del Consiglio stiamo facendo tutti gli approfondimenti ma in ogni caso una cosa è che questa decisione si fosse presa un anno fa e una cosa è oggi in un momento così difficile, questo però non mi fa perdere fiducia nel Presidente dell'Inps né nei Ministri Gualtieri e Catalfo che ovviamente maneggiano questo dossier".