Fondi Lega, spunta un rapporto di Bankitalia: "Operazioni sospette tra società e partito"

Politica

Una segnalazione del 2019 finita agli atti dell’inchiesta milanese sulla Lombardia Film Commission indicava "attività" non coerenti e "operazioni sospette per pagare lo staff di Salvini". Gli inquirenti hanno interrogato Scilleri

"Operatività non coerente rilevata tra diverse società, coinvolte nei più disparati settori economici e spesso con lo stesso indirizzo, ed il partito politico Lega Nord" molte delle quali "riconducibili a (...) dottori commercialisti" di Bergamo e Milano". E poi "operazioni di accredito, spesso connotate da importo tondo e da periodicità non in linea con gli usi di mercato, (...) seguite da operazioni in segno contrario in favore di professionisti e società sempre riconducibili al (...) partito politico". È questo il quadro che emerge in una segnalazione di operazioni sospette, un 'Sos', dell'Uif di Bankitalia del 2019 e riportata in una informativa trasmessa lo scorso aprile dalla Gdf ai magistrati di Milano che indagano sul caso 'Fondi Lega' e sulla compravendita a prezzo gonfiato di un capannone da parte di Lombardia Film Commission.

Già agli arresti domiciliari tre professionisti vicini alla Lega

L'inchiesta ha portato agli arresti domiciliari Michele Scillieri, Alberto Di Rubba e Andrea Mazoni, tre professionisti vicini al movimento. A finire iscritto nel registro degli indagati per riciclaggio è stato anche Roberto Tradati, il responsabile di Fidirev, la fiduciaria attraverso la quale sarebbero transitati parte degli 800mila euro incassati dalla vendita dell'immobile. Gli ispettori di via Nazionale, nel loro report, hanno tracciato la cornice dentro la quale si stano muovendo le indagini del procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi che riguardano una vicenda che ha pure connessioni con quella dei 49 milioni spariti e su cui sta lavorando la Procura di Genova. In un passaggio si sottolinea che "a fronte di fondi ordinati" dal partito e "dal Gruppo Lega. Salvini premier" a favore di entità collegate sono stati disposti pagamenti a favore di Luca Sostegni, presunto prestanome del commercialista Michele Scillieri e fermato a luglio. 

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Inoltre, oltre a citare il caso dell'imprenditore Francesco Barachetti e della moglie russa, si parla anche della vicenda, già emersa, della società Valdolive "impegnata nel settore pubblicitario, precedentemente di proprietà" di Vanessa Servalli barista e cognata di Alberto Di Rubba, pure lei tra gli indagati uno dei tre commercialisti ai domiciliari da una settimana, che "ha ricevuto bonifici dalla Lega Nord, dalla Partecipazioni S.r.l. e dallo Studio Dea Consulting S.r.l", nomi ricorrenti nell'indagine milanese. "Tali fondi - si legge nella Sos - sono stati utilizzati per effettuare pagamenti in favore di alcuni membri dello staff" dell'allora ministro dell'interno Matteo Salvini, "Luca Morisi, Leonardo Foa, Matteo Pandini". 

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Sull'interrogatorio di Scilleri c'è il massimo riserbo

Ed è in questo quadro che oggi si è tenuto l'interrogatorio di Scillieri. Un faccia a faccia che sarebbe andato avanti per molte ore e sul quale c'è il più stretto riserbo. E' stato lui, che a differenza di Manzoni e Di Rubba non si è presentato al gip per essere interrogato, a volere il confronto con i pm. Confronto che potrebbe aiutare a chiarire quello che, è l'ipotesi della Procura milanese, potrebbe essere un 'sistema' architettato per creare presunti 'fondi neri' raccolti dai contabili vicini al Carroccio. Scilleri, in un'intercettazione, aveva affermato "di cose ne so, e vorrei tenermele per me e portarmele nella tomba, però se apro quel cassetto..", con riferimento al 'cassetto della memoria'. Come hanno annotato i pm nella loro richiesta di arresto, pare abbia "più di un ricordo di significative ruberie". Inoltre è al centro di un ulteriore capitolo della complessa indagine: un milione e 600 mila euro che sarebbero arrivati con più bonifici dalla banca svizzera Credinvest sul conto di una società a lui collegata, la Futuro Partecipazioni.

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