Recovery Fund, Conte: “Consiglio Ue sia pronto all’appuntamento con la storia”

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Il presidente del Consiglio all'ambasciata di Francia in occasione delle celebrazioni per il 14 luglio: “Lavoriamo intensamente, siamo in una fase cruciale del negoziato. Lavoreremo affinché il percorso” possa essere "finalizzato già nel prossimo Consiglio europeo". E aggiunge: “Di fronte a una sfida così dura abbiamo l'opportunità unica di reinventare il mondo da lasciare ai nostri figli”. Ma sul piano di aiuti post pandemia rimane il nodo dell’Olanda e dei Paesi “frugali”

"Lavoriamo affinché il Consiglio europeo si faccia trovare pronto all'appuntamento della storia, perché noi siamo consapevoli, Italia e Francia, che siamo dal lato giusto della storia". A dirlo è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, intervenendo all'ambasciata di Francia in occasione delle celebrazioni per il 14 luglio, parla della trattativa sul Recovery Fund - il piano di aiuti europeo per far fronte alla crisi post pandemia di Coronavirus - in vista del Consiglio europeo del 17-18 luglio (CORONAVIRUS: GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE).

Conte: “Siamo in una fase cruciale del negoziato”

"Lavoriamo intensamente, siamo in una fase cruciale del negoziato - aggiunge Conte - e lavoreremo, insieme al presidente Macron e agli altri Stati membri affinché il percorso possa completarsi" e possa essere "finalizzato già nel prossimo Consiglio europeo". Una linea condivisa anche dal premier spagnolo Pedro Sanchez: "Faremo di tutto per chiudere l'accordo entro luglio”, sostiene prima di incontrare Angela Merkel, che però si mostra cauta: "Non so se ci riusciremo al prossimo summit".

President of the European Central Bank Christine Lagarde delivers a speech at the Launch of COP26 Private Finance Agenda event at he Guildhall in London, Britain, 27 February 2020. The 2020 United Nations Climate Change Conference, known as COP26, is scheduled to be held in Glasgow, Scotland from 9 to 19 November 2020 under the presidency of the UK government. ANSA/NEIL HALL

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Conte: "Italia e Francia sono chiamate a dare risposte europee”

Tra Italia e Francia, dice Conte, c'è un "forte spirito di amicizia che ci lega in questa crisi che ha colpito entrambi i Paesi, entrambi sono impegnati a dare nuova linfa e a far ripartire le nostre società". "Lo shock è stato forte - sottolinea il presidente del Consiglio - ma altrettanto forte è la volontà di superarlo e serve una risposta comune. Vogliamo riguadagnare gradualmente la normalità. Vogliamo migliorarla. Di fronte a una sfida così dura abbiamo l'opportunità unica di reinventare il mondo da lasciare ai nostri figli". "Italia e Francia - sottolinea - sono chiamate a dare risposte europee. Di un'Europa che non lasci indietro nessun membro della sua famiglia, sia responsabile, solidale, resiliente alle crisi, forte nel mondo, più verde, più digitale". E su questo, assicura, "c'è sintonia con quello che sta perseguendo il governo francese".

epa08534242 Spanish Prime Minister Pedro Sanchez (R) and his Italian counterpart Giuseppe Conte during their meeting at La Moncloa Palace, in Madrid, Spain, 08 July 2020. Conte is in Madrid to meet with Sanchez to strengthen an alliance ahead of a EU summit running on 17 and 18 July that will debate on funds to help member states recover from the economic impact of the ongoing coronavirus disease (COVID-19) pandemic.  EPA/CHEMA MOYA

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L’Olanda e i nodi del Recovery Fund

Per quanto riguarda il Recovery Fund, rimane il nodo Olanda. Il premier Mark Rutte è oggi stato ancora una volta categorico: i sussidi a fondo perduto potrebbero essere dati solo a fronte di "condizioni molto rigide". E ha precisato che gli aiuti potranno arrivare solo a fronte di "riforme serie. Ma non credo che questa idea sarà accettata". La serie di incontri avuti con Macron, Merkel, Conte, Sanchez e Costa non è quindi riuscita ad accorciare le distanze che separano la posizione del premier olandese e dei suoi alleati “frugali” (Austria, Svezia e Danimarca) dai sostenitori dei 500 miliardi di sussidi. Ma Rutte e i suoi “alleati” devono aver ormai capito che si arriverà a stanziare degli aiuti a fondo perduto e quindi ora puntano sulle condizioni a cui concedere queste risorse. Per questo, nel corso della riunione svoltasi oggi tra gli ambasciatori dei 27, l'Olanda ha chiesto che i piani che saranno presentati dei singoli Paesi debbano essere approvati dal Consiglio all'unanimità. Riservandosi così di fatto il diritto di veto. Ma i 4 “frugali”, con l'aggiunta della Finlandia, restano sul piede di guerra. Polonia e Ungheria non vogliono alcuna condizione che leghi l'erogazione dei fondi Ue al rispetto dello Stato di diritto. C'è poi chi chiede sconti più alti e chi, come Lussemburgo e Irlanda, non è convinto dei criteri proposti per la ripartizione dei fondi.

Heads of self-styled "frugal" nations (LtoR) Austria's Chancellor Sebastian Kurz, Netherlands' Prime Minister Mark Rutte, Sweden's Prime Minister Stefan Lofven, Denmark's Prime Minister Mette Frederiksen (up L), President of the European Council Charles Michel and President of the European Commission Ursula von der Leyen meet on the sidelines of a special European Council summit in Brussels on February 20, 2020, held to discuss the next long-term budget of the European Union (EU). (Photo by Virginia Mayo / POOL / AFP) (Photo by VIRGINIA MAYO/POOL/AFP via Getty Images)

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