Coronavirus Veneto, Zaia: “Preoccupano contagi dall’estero, nostro ceppo è meno virulento”

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Il presidente della Regione: “Abbiamo ormai la certezza che il nostro ceppo di virus è meno virulento. Ho fatto sequenziare il virus serbo trovato sull'imprenditore vicentino e nei tamponi la carica virale era molto elevata”. Poi annuncia un tampone rapido per il test che darebbe risultati attendibili in 7 minuti. Sullo stato di emergenza: “Spero che questo tema sia affrontato in Parlamento"

"Siamo in una fase di stabilità. Abbiamo dei focolai domestici (di coronavirus, ndr) che non ci preoccupano, ci preoccupano un po' di più ceppi di virus portati da fuori per i quali abbiamo intensificato i controlli”. A dirlo è il presidente del Veneto Luca Zaia che, nel corso di un punto stampa straordinario alla sede della Protezione civile di Marghera, ha poi presentato un tampone rapido per il test che darebbe risultati attendibili in 7 minuti (CORONAVIRUS, GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE).

“Il nostro ceppo di virus è meno virulento”

Sulla questione dei contagi dall’estero, Zaia spiega: “È un po' la storia da inizio luglio ad oggi, la storia delle badanti moldave, dei parenti dall'Australia, dei cittadini di Congo, Bangladesh...". "In questo contesto - dice il governatore - noi abbiamo ormai la certezza che il nostro ceppo di virus è meno virulento e c'è un nuovo fenomeno che magari qualcuno non aveva ben compreso e pensava che fosse solo un discorso da leghisti".

Una mascherina generica diventata simbolo della lotta al Coronavirus (COVID-19) e un passaporto italiano che ormai viene bloccato in molti paesi del mondo. 28/02/2020, Milano, Italia (Alfonso Di Vincenzo / IPA/Fotogramma,  - 2020-02-28) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

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“Il virus del cluster serbo è più aggressivo”

Zaia racconta di aver fatto “sequenziare il virus serbo trovato sull'imprenditore vicentino che ha portato qui il virus dopo il viaggio di lavoro, sui suoi colleghi e sulla donna cinese di Padova. Il risultato è questo: nei quattro tamponi la carica virale era molto elevata, il virus è appartenente al cluster serbo ed è ben diverso da quello isolato in Veneto e in Italia. Si tratta di una mutazione sua". "Il virus non autoctono - ribadisce - è diverso, ha la sua storia ed è più aggressivo”.

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“Con i tamponi rapidi in 7 minuti abbiamo il risultato”

Il presidente del Veneto parla poi di un tampone rapido e spiega: “Il tampone è ancora l'unica modalità diagnostica, ma davanti a una pandemia era inevitabile che tutti cercassero qualcosa di più rapido e pratico. Noi abbiamo testato ormai mille tamponi rapidi dalla Corea in doppio (rapido e tradizionale) e abbiamo rilevato un solo errore di un falso positivo, in 7 minuti abbiamo il risultato. Si passa dal carretto con cavalli alla Ferrari". La Regione Veneto ora raccoglierà i dati di almeno un centinaio di casi positivi per richiedere al ministero l'inserimento del test nella diagnostica. Una delle ipotesi è anche l'utilizzo dei test rapidi per gli accessi ai pronto soccorso.

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“Spero che lo stato di emergenza sia affrontato in Parlamento"

Parlando poi del tema dello stato di emergenza, Zaia osserva che "ha un aspetto squisitamente giuridico, non irrilevante, uno sanitario su cui ci muoviamo come Regioni, e poi uno politico. Spero che questo tema sia affrontato in Parlamento". "Qualche collega - aggiunge - mi dice che ha il dubbio che in questo modo non votiamo più. Non credo, ma penso che sia fondamentale coinvolgere il Parlamento, perché i poteri sono altra roba rispetto al potere giuridico e alla potestà sanitaria. Se c'è un'emergenza sanitaria c'è qualcuno che l'avrà inquadrata così. Lo dico in maniera asettica e laica".

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