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Coronavirus, Enrico Rossi a Sky TG24: "Serve cautela nelle riaperture tra le regioni"

Politica
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Il governatore della Toscana, ospite di Agenda, invita a "fare un ragionamento di buonsenso" sul tema del turismo e sulla possibilità dei cittadini di muoversi sul territorio. "C'è un sentimento diffuso di preoccupazione", ha ammesso

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"Sarebbe il caso di fare un ragionamento di buonsenso, sarei più cauto" nelle riaperture tra regioni. Così il presidente della Toscana Enrico Rossi, intervenendo ad Agenda su Sky TG24, ha parlato della ripresa del turismo una volta superata la fase più critica dell'emergenza Coronavirus e della possibilità per gli italiani di spostarsi su tutto il territorio nazionale. Poi il governatore ha toccato anche il tema del lavoro e dei sussidi (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE).

"C'è un sentimento diffuso di preoccupazione"

Rossi ha sottolineato quanto in Italia ci sia "un sentimento diffuso di preoccupazione anche tra i cittadini". "Tutti si ricordano che quando si parlò di chiudere la Lombardia - ha ricordato il presidente della Toscana - la sera prima molti lombardi sono tornati alle case di origine o nelle seconde case e a esempio anche sulla costa toscana ci sono stati fenomeni di allargamento del contagio proprio a causa di queste presenze. Visto questo impatto così pesante che mantiene ancora la Lombardia, anche se in riduzione, anche se i numeri ormai sono sotto controllo, forse sarebbe il caso di fare un ragionamento di articolazione, di buonsenso. Penso che aspettare una settimana e arrivare anche in Lombardia a un numero di contagi molto ridotto darebbe sicurezza a tutta l’Italia e forse si potrebbe riaprire con maggiore tranquillità".

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"Non è possibile parlare di certificato di immunità"

Per Rossi "non è possibile parlare di certificato di immunità, che non esiste, né di protocolli particolari o passaporti sanitari tra regione e regione. Mi sembrano delle sciocchezze".  Il governatore ha poi evidenziato come sia stato fatto "un grande lavoro nel periodo della chiusura" e ha avvertito sul rischio attuale "di lanciare un messaggio contrario, sulla base delle emozioni, che tutto è finito. Non è così. I fenomeni non sono assolutamente assestati: laddove ci sono centinaia di casi rimango sbalordito da questa forte spinta a riprendere tutto come prima, sarei più cauto. Non sono per la guerra fra Regioni, per fare lo sceriffo, ma il mio invito al Governo è di considerare anche questi aspetti".

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"Fino a quando continuare con i sussidi?"

Sempre restando sul tema del turismo e di quanti siano ancora fermi con il lavoro, Rossi ha aggiunto che “noi abbiamo avuto delle decurtazioni di bilancio, avremo minori entrate, però fino a che punto si può pensare di continuare con sussidi, aiuti e trasferimenti? Ci sarà alla fine il problema di porci la questione del lavoro". "Scopriamo adesso, forse anche con ritardo, che il turismo, oltre a dare un contributo al pil, ha la caratteristica di impiegare tante persone, giovani, particolarmente precarie, stagionali - ha detto il presidente della Toscana - una parte di queste persone rischia davvero di trovarsi in grandi difficoltà. Come reimpiegarle? Come dare un’opportunità di lavoro? Quale piano mettere in campo per la crescita? Tutto questo dovrebbe vedere, oltre che i trasferimenti, anche un vero e proprio piano che dovremmo discutere”. Secondo il governatore il lavoro “può rimettere in moto anche la ripresa" e suggerisce di prendere "subito le risorse del Mes" e vedere "come possono essere impegnate. Facciamolo subito, non è il tempo delle contrapposizioni e delle divisioni politiche di maniera”.

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