Coronavirus, Conte: no riaperture, rischieremmo di far risalire la curva dei contagi

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Il premier avrebbe espresso questa posizione durante la videoconferenza con Regioni, Anci e Upi. C’è il rischio di vanificare i risultati, avrebbe detto. Il governo, quindi, sarebbe intenzionato a prolungare il lockdown fino al 3 maggio

Non siamo nelle condizioni, al momento, di riaprire le attività produttive perché rischieremmo di far risalire la curva dei contagi e di vanificare i risultati che abbiamo ottenuto con le misure messe in atto dal governo.  Sarebbe questa, secondo quanto si apprende, la posizione espressa dal premier Giuseppe Conte durante la videoconferenza con Regioni, Anci e Upi sul prolungamento del lockdown per l’emergenza coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE).

Si va verso prolungamento misure fino al 3 maggio

Il governo, quindi, sarebbe intenzionato a prolungare le misure restrittive messe in atto per cercare di contenere la diffusione del coronavirus. La nuova data per la ripartenza, secondo fonti sindacali che hanno partecipato al vertice, potrebbero essere il 3 maggio. Secondo le stesse fonti, si valuterebbe la possibilità di poche riaperture mirate nell'ambito dei codici Ateco delle attività essenziali. Il premier, infatti, avrebbe aperto a qualche mirato ampliamento, ma "cum grano salis". E durante la riunione sarebbe stato citato il caso delle cartolibrerie. Nei prossimi giorni dovrebbe essere istituito un gruppo di lavoro per prefigurare le condizioni per una riapertura progressiva. “Il presidente del Consiglio ci ha confermato che, ad oggi, non ci sono ancora le condizioni per far ripartire le attività sospese. Prima di tutto la salute dei lavoratori”, ha confermato il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo (LE TAPPE DELL'EPIDEMIA - LE FOTO SIMBOLO - LE GRAFICHE CON I DATI).

Controlli intensificati nei giorni festivi, rischio “seconda ondata”

Dopo giorni di riflessione, quindi, il governo sembra orientato verso la linea di massima cautela e si appresterebbe a rinnovare con un nuovo provvedimento tutte le misure di contenimento e le limitazioni agli spostamenti per altri 20 giorni, concedendo solo aperture “mirate” per qualche attività produttiva. Non solo: con una circolare il Viminale rafforza i controlli per Pasqua, chiedendo alle forze di polizia una particolare attenzione per evitare che gli italiani si riversino nelle seconde case. La stessa cosa, probabilmente, succederà per i due ponti del 25 aprile e del primo maggio: due weekend, come quello di Pasqua, che già da giorni sia il Comitato tecnico-scientifico sia il Viminale avevano indicato come a rischio “esodo” nel caso in cui si fossero concesse delle aperture. Il ragionamento degli scienziati è sempre lo stesso: basta poco a far ripartire il contagio. "Il rischio è una seconda ondata", ha confermato il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, che vanificherebbe tutto il lavoro fatto finora (IL BOLLETTINO DEL 9 APRILE).

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