Libia, Conte: "Noi coerenti". Di Maio: "Italia può avere ruolo solo se sa fare squadra"

Politica

Il premier interviene sulla crisi nel Paese nordafricano in un'intervista al Foglio: "Dialoghiamo con tutti, anche con Haftar, per arrivare a una pacificazione". Il titolare della Farnesina "è il momento di guardare avanti e pianificare, o ci relegheremo in un angolo"

Il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, reduci il primo dall’incontro con il generale Haftar e il secondo da un vertice Ue a Bruxelles, rivendicano le posizioni assunte dal governo sul caos in Libia: "L'Italia fa della coerenza il punto di forza della sua politica internazionale", afferma Conte in un’intervista al quotidiano Il Foglio. Il premier poi spiega: “Abbiamo appoggiato il governo di Sarraj ma abbiamo sempre coltivato il dialogo anche con il generale Haftar”. Di Maio, in una lettera inviata a Repubblica, da parte sua sottolinea: “L’Italia può avere un ruolo solo se sa fare squadra”. E ricorda le convinzioni che l’hanno portato "a intraprendere un'azione di ricongiungimento delle posizioni di tutti i partner europei”.

Conte, saltato l'incontro con Sarraj. L'opposizione attacca

Oltre al generale Haftar Conte avrebbe dovuto incontrare anche Sarraj ma il colloquio è saltato all'ultimo. Secondo fonti del governo di Tripoli, sembra che Sarraj abbia deciso di fare rientro direttamente in Libia, senza passare dall'Italia, dopo aver saputo della presenza a Roma di Haftar. Un incidente diplomatico che ha suscitato gli attacchi dell'opposizione. Per il leader della Lega Matteo Salvini "per una semplice questione di protocollo, prima ancora che di politica, prima si riceve un capo di governo riconosciuto, dopo un generale. Dilettanti allo sbaraglio".

Conte: “Dialoghiamo anche con Haftar per arrivare alla pacificazione”

"Su questo dossier vedo da troppo tempo delle rappresentazioni completamente sbagliate", afferma Conte nell’intervista, perché "l'Italia fa della coerenza il punto di forza della sua politica internazionale" scegliendo sin dall'inizio "di parteggiare per il benessere e la prosperità del popolo libico" e "per giungere a questo risultato abbiamo appoggiato, in linea con l'Onu e con il riconoscimento dell'intera comunità internazionale, il governo di accordo nazionale presieduto da Sarraj". Allo stesso tempo, ricorda il premier, “al fine di favorire una soluzione politica che stabilizzasse definitivamente il paese”, sostiene Conte, "abbiamo cercato di coltivare sempre anche un dialogo con il generale Haftar". Ed è per questa ragione, spiega il premier, che "ho incontrato quest'ultimo per cercare di convincerlo a desistere dall'iniziativa militare e ad abbracciare un percorso di negoziazione utile a indirizzare la Libia verso una definitiva pacificazione".

Di Maio: “Italia può avere ruolo solo se sa fare squadra”

Secondo il ministro degli Esteri Di Maio è “giunto il momento di guardare avanti e pianificare: o iniziamo a fare squadra, oppure ci relegheremo in un angolo senza via d'uscita", sottolinea. Secondo il titolare della Farnesina "non è accettabile che qualcuno tenti di polarizzare il dibattito pubblico”. Per Di Maio "non ci sono parti in causa per cui tifare", bensì "alleanze, come quella Atlantica, che contribuiscono a tracciare la strada da seguire" nella volontà "di porsi come mediatori e facilitatori di un dialogo che, soprattutto in Libia, non deve e non può restare ancorato al palo" perché per il nostro Paese "la Libia, prima di ogni cosa, è un tema di sicurezza nazionale". Ed è pertanto questa convinzione che ha spinto il ministro degli Esteri italiano "a intraprendere un'azione di ricongiungimento delle posizioni di tutti i partner europei, con la consapevolezza che il processo di Berlino sia una tappa fondamentale, ma anche che sia una tappa da calendarizzare al più presto".

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