Il presidente del Consiglio italiano ha accolto a Palazzo Chigi il generale. Era previsto in serata anche un faccia a faccia con il premier libico, di ritorno da Bruxelles, ma è stato annullato. Smentita la notizia sul presunto sequestro
I due protagonisti della crisi in Libia, il generale Khalifa Haftar e il premier di Tripoli Fayez Al-Serraj, erano entrambi attesi a Roma per due incontri separati con il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte. Se Haftar - l'uomo forte della Cirenaica che ha lanciato l'ultimo assalto a Tripoli con l'obiettivo di disarcionare il governo di accordo nazionale riconosciuto dall'Onu - è effettivamente arrivato a Palazzo Chigi alle 15.30, ed è andato via dopo un colloquio durato poco meno di tre ore, è invece saltato il vertice con Al-Sarraj.
Il sequestro smentito
In serata sono circolate notizie su un presunto sequestro o fermo di Al-Sarraj al rientro da Bruxelles a Mitiga. A smentirlo all'ANSA è stato l'ambasciatore libico presso l'Ue Hafed Gaddur: "Il premier libico Sarraj è rientrato con me a Tripoli, sta bene, non c'è stato alcun rapimento o arresto come scrivono alcuni", ha detto.
L’incontro con Al-Serraj cancellato
Il premier libico era atteso a Palazzo Chigi nella serata di mercoledì, intorno alle 18.30, di ritorno da Bruxelles. L’incontro non era stato confermato dalla presidenza del Consiglio, ma era dato per certo da diverse fonti. All'ultimo, però, il faccia a faccia con Conte è stato annullato. Secondo fonti del governo di Tripoli, sembra che Al-Serraj abbia deciso di cambiare i suoi programmi - e fare rientro direttamente in Libia, senza passare dall'Italia - dopo aver saputo della presenza a Roma di Haftar.
Perché l'incontro è saltato?
"Non ci possono essere dialoghi o incontri con il criminale di guerra Haftar", ha commentato in un'intervista alla tv libica al Ahrar l'ambasciatore libico presso l'Ue Hafed Gaddur, che era stato tra i primi ad annunciare la cancellazione dell'incontro. Secondo Lev Dengov, capo del gruppo di contatto russo per la Libia, il faccia a faccia sarebbe saltato perché la parte italiana non è riuscita a organizzare in modo corretto l'incontro. "Molti punti non sono stati discussi con entrambe le parti", ha spiegato. E ha aggiunto: "Stando alle mie informazioni, Serraj è tornato a Tripoli" dopo i colloqui con gli europei a Bruxelles.
La stretta di mano nel novembre 2018
Conte aveva invitato i due avversari a Palazzo Chigi per riavviare i canali diplomatici, sicuro che la “soluzione politica” resti l’unica per la Libia. Già nel novembre del 2018, aveva portato a Palermo sia Al-Serraj che il generale Haftar. La Conferenza sul Paese si era conclusa con la stretta di mano tra i due leader rivali. La Libia da anni - dopo la destituzione di Gheddafi nel 2011 - è spaccata in due: da una parte c’è il governo di Al-Serraj a Tripoli, sostenuto dalla comunità internazionale, dall’altro il governo di Tobruk, sotto la guida del generale Haftar. In mezzo decine di milizie tribali.
Le reazioni in Italia
L’annullamento dell’incontro da parte di Al-Serraj ha provocato in Italia diverse reazioni politiche. “Il premier libico bidona Conte e se ne torna a casa? Pazzesco, Conte è davvero un pericoloso incapace: per una semplice questione di protocollo, prima ancora che di politica, prima si riceve un capo di governo riconosciuto, dopo un generale. Dilettanti allo sbaraglio!", ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini. Critiche anche da Forza Italia. “È un vero e proprio infortunio diplomatico dell'Italia e il prezzo è l'azzeramento della nostra credibilità”, ha detto il deputato Osvaldo Napoli. “Figuraccia di livello mondiale”, ha aggiunto il collega Marco Marin. Duri contro il governo anche i senatore Maurizio Gasparri (“Sono degli sciagurati, degli irresponsabili inadeguati”) e Anna Maria Bernini (“Uno schiaffo che certifica il fallimento finale del governo italiano”). Anche il leader dei Moderati Giacomo Portas, deputato indipendente di Italia Viva, non ha risparmiato attacchi: “Di Maio e Conte continuano a dimostrare la loro incapacità e questa volta fanno fare al Paese una brutta figura planetaria”. Pier Ferdinando Casini, presidente dell'Interparlamentare italiana, ha esortato: “Il malinteso è assai preoccupante e richiede un pronto intervento da parte italiana per recuperare un corretto rapporto con Serraj”. Prima dela cancellazione dell’incontro, il segretario del Pd Nicola Zingaretti aveva dichiarato: “Crediamo nell'Italia unita e nella forza del dialogo dell'Europa e sosteniamo l'azione che il nostro governo sta cercando di fare, soprattutto sul fronte libico, per fermare le armi".