Il ministro degli Esteri a New York a margine dell'Assemblea Generale dell’Onu: “Legge di bilancio dovrà contenere una riduzione del cuneo fiscale e il salario minimo”. Sulle tensioni nel M5s: "Con Dessì solo un malinteso, documento non parla di me o della leadership"
“Io credo che in Italia la lotta all’evasione significhi lottare contro i grandi evasori e farlo anche con misure punitive e coercitive molto forti come il carcere per i grandi evasori”. A dirlo è Luigi Di Maio, a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Intervistato da Sky Tg24, il ministro degli Esteri ha parlato della prossima manovra, ma ha anche rilanciato l’idea di una commissione di inchiesta sui finanziamenti ai partiti. Poi la questione dell’immigrazione: “Non si risolve ridistribuendo i migranti negli altri Paesi europei ma si risolve fermando le partenze”. (L'ALLARME DI CONTE SUL CLIMA - IL DISCORSO DI TRUMP - BOLSONARO: AMAZZONIA NON È PATRIMONIO DELL'UMANITÀ)
“Nella legge di bilancio cuneo fiscale e salario minimo”
Interpellato sulla prossima manovra, le cui risorse dovranno essere trovate anche con la lotta all’evasione, il ministro degli Esteri ha osservato: “La lotta all’evasione oggi può essere molto più semplice perché abbiamo strumenti informatici e tecnologie che ci consentono di tracciare i pagamenti”. Il carcere come misura punitiva, ha detto Di Maio, “è un deterrente e ferma subito una serie di pratiche che poi vanno a danno dei cittadini onesti che ogni giorno pagano le tasse e fanno i salti mortali per pagarle”. La legge di bilancio, ha aggiunto poi il capo politico del M5s, “dovrà contenere una riduzione del cuneo fiscale, che significa che l’imprenditore che assume deve pagare meno tasse, e il salario minimo, che era una nostra promessa e dobbiamo mantenerla, cioè dire che gli stipendi da 2 o 3 euro l’ora diventano fuori legge in Italia”.
“Con Dessì solo un malinteso”
Poi la questione della sua leadership del Movimento e del documento, firmato da alcuni senatori, che secondo alcuni metterebbe in dubbio il ruolo di Di Maio. “Ho sentito il senatore che aveva raccolto le firme che è il senatore Dessì, ho anche sentito molti di quei senatori che avevano firmato questo documento, e in realtà guardando il documento non si parla ne del capo politico del Movimento ne della leadership del Movimento”. “È una procedura interna per modificare lo statuto del gruppo - ha chiarito il capo politico del M5s - e questo è legittimo rientra nelle dinamiche del gruppo parlamentare, ed è firmato da persone con cui lavoriamo ogni giorno quindi io credo che sia stato un grande malinteso”. “Siamo in una forza politica in cui io ho ottenuto l’80% dei consensi come capo politico non il 100% - ha concluso - per fortuna, e dico anche che nei prossimi mesi quella che era la mia idea di ristrutturare il Movimento con il team del futuro e i facilitatori regionali va portata avanti e avremo una organizzazione che il Movimento non ha mai avuto”.
“Una commissione d’inchiesta su tutti i finanziamenti ai partiti negli anni scorsi”
Di Maio, in riferimento al caso dei fondi della Lega, ha poi rilanciato l’idea di una commissione di inchiesta sui finanziamenti ai partiti. “Invece che provare a portare in Parlamento uno che da ministro neanche ci è voluto venire a riferire su quel caso (Salvini ndr), sosterrei l’idea, che stavamo sostenendo prima che cadesse il governo, di una commissione di inchiesta non sul caso specifico ma su tutti i finanziamenti ai partiti negli anni scorsi”. “Era una commissione che avevamo proposto sotto il precedente governo - ha aggiunto il ministro - penso che il governo sia caduto anche perché la Lega non voleva far partire quella commissione. Mi auguro che in questa nuova esperienza di governo ci sia il consenso in Parlamento per far partire la commissione d’inchiesta sui fondi ai partiti”.
“Con accordo di Malta abbiamo un meccanismo di redistribuzione”
Infine, interpellato sull’accordo raggiunto a Malta sul tema dell’immigrazione, Di Maio ha osservato che "se l'Italia viene lasciata sola c'è un'emergenza, ma devo dire che con questo accordo di Malta, per spiegarlo con molta semplicità, quando arriva una nave con 180 a bordo 140 e più vanno negli altri Paesi europei”. “Quindi - ha aggiunto - a differenza di quando venivano fatti sbarcare anche con il ministro Salvini perché si sequestravano le navi e ce li dovevamo tenere tutti, adesso abbiamo un meccanismo di redistribuzione”. Il ministro degli Esteri si è detto “contento” dell’intesa, ma ha precisato: “Non voglio enfatizzare questo accordo, il problema dell’immigrazione non si risolve ridistribuendo i migranti negli altri Paesi europei ma si risolve fermando le partenze ed è per questo che qui all’Onu siamo impegnati in vari colloqui sulla Libia, per fermare il conflitto ed evitare che la Libia diventi ulteriormente una rotta dei migranti che vogliono venire in Italia”. (GUTERRES ALL'ONU: "DIRITTO D'ASILO FATTO A PEZZI")