Giorgia Meloni chiude la festa di Atreju: "I nostri alleati firmino patto anti-inciuci"

Politica

La leader di Fratelli d'Italia attacca il presidente del Consiglio, definendolo "un perfetto maggiordomo di Francia e Germania". E su Matteo Renzi dice: "Campione mondiale di faccia di bronzo"

"Sono contenta che la Lega sia tornata all'opposizione, spero che anche Fi chiarisca il suo posizionamento. Ma noi vogliamo per il futuro un'alleanza diversa, senza poligamie o ambiguità. Rinnovo al centrodestra la richiesta di mettere nero su bianco che non si faranno più governi con chi è stato eletto per combatterci". E' questo l'appello di Giorgia Meloni, intervenuta in chiusura di Atreju 2019, la manifestazione della destra italiana, durata tre giorni.

L'attacco a Conte

Nel suo intervento, Meloni ha attaccato Conte: "Fino a poche settimane fa veniva bollato come un burattino, ora è un grande statista, un premier perfetto per un governo che piacesse a Francia e Germania". La leader di Fratelli d'Italia, nel suo discorso sul palco ha criticato duramente il presidente del Consiglio ritenendolo "un perfetto maggiordomo in guanti bianchi" per i due Paesi europei, ma anche parlato di Matteo Renzi, di sondaggi e del futuro del nostro Paese. Il premier ieri è intervenuto proprio durante la 22esima edizione dell'evento. "Ho apprezzato che Conte abbia accettato l'invito - ha detto Giorgia Meloni - ringrazio l'uomo, ma non cambia di una virgola il giudizio sul politico: la spregiudicatezza, il trasformismo e la furbizia non saranno mai doti di uno statista".

"I sondaggi ci danno all'8%"

C'è fiducia invece sul fronte elezioni. "I sondaggi ci danno sopra l'8% - ha detto Meloni dal palco - siamo il secondo partito del centrodestra". La leader di Fdi ha poi proseguito spiegando che "la massima aspirazione di un politico è poter guardare la gente negli occhi" e aggiungendo che "siamo dei pericolosi sovversivi, non ci preoccupa, se c'è un ordine che vuole distruggere la nazione, la famiglia, l'identità religiosa, allora difenderemo la nostra identità, difenderemo Dio, la patria e la famiglia e fatevene una ragione".

Le critiche all'accordo Pd-M5s

Meloni è poi passata all'attacco del presidente del parlamento europeo David Sassoli, definito "nemico degli italiani" e di Matteo Renzi che ritiene "campione mondiale di faccia bronzo". Il fondatore del nuovo partito "Italia viva", per la leader di Fratelli d'Italia avrebbe dovuto appoggiare le elezioni e non la formazione del governo giallo rosso. L'accordo tra Pd e M5S, infatti, è stato definito da Giorgia Meloni "una oscena restaurazione partitocratica" ribadendo che per Fratelli d'Italia "l'unico mandato di governo che vale è il mandato che abbiamo ricevuto dagli italiani. Per cui oggi possiamo dire: mai con il Pd e mai con i Cinque Stelle, che sono l'altra faccia della sinistra", mentre apre ad alleati che firmino quello che lei definisce "un patto anti-inciucio, basta ambiguità".

"Legge elettorale per presidenzialismo"

E proprio agli alleati Giorgia Meloni ha proposto di lavorare a "una legge elettorale con premo di maggioranza e preferenze. E la più importante fra le riforme: l'elezione diretta del capo dello Stato, il presidenzialismo".

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