Cei chiede revisione di legge su testamento biologico: "Non esiste diritto a darsi morte"

Politica

Il presidente della Cei Bassetti: "Il rispetto della vita è un valore inderogabile". E, in vista della pronuncia della Consulta sul suicidio assistito, attesa per il 24 settembre, lancia un appello a una revisione della legge approvata sul testamento biologico

A meno di due settimane della sentenza sul suicidio assistito della Corte costituzionale, attesa per il 24 settembre, la Chiesa cattolica torna a ribadire la sua posizione sulla questione. E lo fa con le parole del presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, che avverte: "L’approvazione del suicidio assistito nel nostro Paese aprirebbe un'autentica voragine dal punto di vista legislativo, ponendosi in contrasto con la stessa Costituzione italiana". Bassetti ha poi lanciato un appello a una revisione della legge approvata sul testamento biologico: "Le disposizioni contenute in quel testo, infatti, rappresentano il punto di partenza di una legge favorevole al suicidio assistito e all'eutanasia".

L'evento della Cei contro il suicidio assistito

Il presidente della Cei ha espresso la sua posizione durante un evento pubblico promosso dalla Conferenza Episcopale, dal titolo "Eutanasia e suicidio assistito. Quale dignità della morte e del morire?", che si è tenuto proprio in vista della decisione attesa per il 24settembre, che deciderà circa l'incostituzionalità dell'articolo 580 del Codice penale, quello cioè che configura come reato l'aiuto al suicidio. Al centro della pronuncia, il caso che vede coinvolto il tesoriere dell'Associazione Coscioni, Marco Cappato, per aver dato "aiuto al suicidio" a Fabiano Antoniani, soprannominato dj Fabo. La Consulta aveva invitato il Parlamento a legiferare sul tema per evitare di introdurre una normativa di fatto, ma la calendarizzazione del dibattito sull'eutanasia è saltata già ai primi di agosto. Se il Parlamento sarà inerte, sarà quindi la Consulta a indicare la strada.

Bassetti: "Non esiste un diritto a darsi la morte"

Già da prima della pausa estiva, la Cei lavorava a un grande appuntamento per unire le forze politiche e sociali contrarie al suicidio assistito. L’evento si è concretizzato, quando, nella fase dei preparativi, è cambiato il governo e in aula al Senato, chiedendo la fiducia, il premier Conte ha auspicato una rapida e condivisa legge delle Camere sul fine vita. Bassetti oggi, davanti anche ad alcuni esponenti politici come Maurizio Gasparri, Simone Pillon e Luciano Nobili, ha quindi spiegato la sua posizione: non si può prescindere, ha affermato, dal "principio inderogabile del rispetto della vita", "va negato che esista un diritto a darsi la morte: vivere è un dovere, anche per chi è malato e sofferente". 

Cei: urgenza di un "dibattito parlamentare"

Bassetti, inoltre, ha chiesto di rivedere la disciplina sulle Dat (cioè le dichiarazioni anticipate di trattamento) e di introdurre l'obiezione di coscienza per i medici. Serve combattere il "diffondersi di un pensiero e di pratiche contrarie alla vita" come testimoniano, secondo lui, anche i casi come quelli di Noa, di Vincent Lambert, e di Charlie Gard. Per il presidente della Cei, serve quindi - e con urgenza - un "dibattito parlamentare, nel rispetto dei principi costituzionali". E ricorda: "Ora per evitare che una sentenza della Consulta provochi lo smantellamento del reato di aiuto al suicidio, il Parlamento, come ha auspicato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dovrebbe in breve tempo poter discutere e modificare l'art. 580".

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