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Decreto crescita, cosa prevede: dagli sgravi fiscali alla tutela del made in Italy

Politica

Il provvedimento mira al rilancio delle imprese e degli investimenti: rivista la mini Ires, meno tasse per i "cervelli in fuga" e rottamazione delle cartelle relative a multe e a tributi locali

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Sgravi e incentivi fiscali per le imprese, tutela del made in Italy, rottamazione delle cartelle su multe e tributi locali. Sono solo alcune delle misure contenute nel cosiddetto "decreto crescita" approvato il 4 aprile 2019 dal Consiglio dei ministri con la formula “salvo intese”. L’atto può, dunque, ancora essere oggetto di limature. "Le misure contenute in questo provvedimento che abbiamo fortemente voluto - ha commentato il premier Giuseppe Conte - contribuiranno alla ripresa del Paese, favorendo una crescita più robusta grazie al sostegno alle imprese, al lavoro e alle attività produttive".  Ecco quali sono i punti principali del decreto. Esclusa la norma sui rimborsi ai risparmiatori truffati che ha fatto tanto discutere la maggioranza negli ultimi giorni. Il decreto crescita nel 2019 muoverà risorse per circa 850 milioni.

Revisione della mini Ires

Addio all’imposta sui redditi delle società al 15%. Lo sconto di 9 punti per chi investe in macchinari o assunzioni si sostituisce con un generalizzato taglio dell’aliquota Ires sugli utili non distribuiti e reinvestiti. Si passa al 22,5% quest'anno, al 21,5% nel 2020, al 20,5% nel 2021 e al 20% a regime dal 2022.

Sconti Imu sui capannoni e superammortamento

Sale la deducibilità dell'Imu sui capannoni: per quest'anno lo sconto è al 50% poi potrebbe salire fino all’80% nel 2020. Vale dal primo aprile al 31 dicembre 2019 il superammortamento al 130% sugli investimenti in beni materiali nuovi (esclusi veicoli e mezzi di trasporto) fino a 2,5 milioni.

Incentivo per rigenerazione edifici

Il decreto prova a dare impulso al ricambio dei vecchi edifici con palazzi nuovi e ad alta efficienza energetica con sconti su imposte di registro, ipotecarie e catastali (200 euro l'una) per le imprese che acquistano - non nei centri storici o nelle aree vincolate - interi stabili "a condizione di demolirli e ricostruirli", per poi rivenderli entro 10 anni.

Marchi storici e tutela del made in Italy

Nasce un registro ad hoc per i marchi con almeno 50 anni di attività e un fondo per la tutela da 100 milioni. Per contrastare l'italian sounding, ossia l'utilizzo improprio di nomi di prodotti del Belpaese, arriva un contrassegno di Stato "made in Italy", da usare sui mercati extra-Ue, volontario e a pagamento.

Meno tasse per i cervelli in fuga

Dal 2020 chi decide di tornare in Italia per almeno 2 anni, dopo essere stato all'estero per almeno 2 anni, pagherà per 5 anni le tasse solo sul 30% del reddito. Vale per ulteriori 5 anni per chi si trasferisce al Sud, ha figli o compra casa. Prolungati da 4 a 6 anni gli sconti per il rientro dei “cervelli in fuga”. C'è anche la soluzione per i ricercatori già rimpatriati e che hanno ricevuto cartelle perché non iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero.

Rottamazione tasse locali

Anche gli enti che non si avvalevano della ex Equitalia potranno rottamare le ingiunzioni su multe e i tributi locali, scontando le sanzioni. Saranno i singoli Comuni, Province, e Regioni a decidere se aderire, entro 60 giorni, e a disciplinare le modalità di richiesta e le rate.

Rinviata al 2020 trasformazione banche popolari

Rinviato al 2020 l'obbligo delle banche popolari di trasformarsi in Spa. La norma, ancora da dettagliare, andrebbe a rivedere la riforma introdotta nel 2015 per gli istituti che superano gli 8 miliardi di attivi.

Altre misure fiscali

In ambito fiscale, il decreto introduce modifiche alla disciplina del patent box (tassazione agevolata sui redditi derivanti dall’utilizzo di taluni beni immateriali come software e brevetti), una nuova disciplina del credito di imposta per attività di ricerca, modifiche al regime dei forfettari, incentivi per la valorizzazione edilizia, una rivisitazione del “sisma bonus”.

Altre misure per gli investimenti privati

Tra le misure per il rilancio degli investimenti privati, si introducono: una garanzia statale funzionale allo sviluppo della media impresa, norme per la semplificazione della gestione del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, il rifinanziamento del fondo di garanzia per la prima casa, modifiche alla “nuova Sabatini” alla quale possono accedere le Pmi per ottenere finanziamenti agevolati sull’acquisto di nuovi macchinari. Previste inoltre la definizione delle società di investimento semplice (Sis) per le start up, norme per la creazione di nuove imprese “a tasso zero” e per la trasformazione digitale, contributi ai comuni per interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile.